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C’è la conferma di quanto preventivato e cioè che l’anno 2014 è stato un anno difficile per l’economia italiana, ma anche un anno difficile per Poste italiane.

I lavoratori hanno fatto la loro parte con i mezzi a disposizione, determinando una sostanziosa crescita del comparto dei premi assicurativi e dei proventi diversi derivanti dall’operatività finanziaria e assicurativa.

Alla fine dell’anno 2014 (cifre in migliaia di euro) il totale dei ricavi di Poste Italiane si è attestato su 28.512.294 rispetto al dato del 2013 (26.268.201), ma il risultato operativo e di intermediazione fornisce una fotografia diversa, poco più di 691 milioni di euro rispetto ai 1.400 milioni del 2013.

Per saperne di più occorrerà visionare l’intero bilancio 2014 del Gruppo di cui è attesa la pubblicazione, intanto il comunicato aziendale dopo il CDA del 24 marzo recita: “Il Gruppo conferma positivi risultati nella raccolta del risparmio e dei premi assicurativi. In crescita la redditività dei servizi finanziari. Il settore postale su cui gravano gli obblighi del Servizio Universale, in un contesto di mercato penalizzato dalla flessione della domanda, registra una riduzione dei volumi che ha generato una forte contrazione dei livelli di reddito”.

Le cifre del 2014

– Ricavi totali a 29 miliardi (26 miliardi nel 2013)

– Risultato operativo a 691 milioni (1.400 milioni nel 2013)

– Utile netto a 212 milioni (1.005 milioni nel 2013)

– Totale risparmio amministrato, diretto e indiretto, pari a 459 miliardi (+ 6% verso il 2013)

In tale quadro è attesa la definizione delle regole inerenti l’espletamento del servizio universale in Poste italiane, che dovrebbero arrivare a breve dall’Autorità Garante delle Comunicazioni, anche a seguito delle novità incluse nella legge di stabilità 2015 del paese, mentre per le prossime settimane è prevista la  completa definizione del Contratto di Programma fra Poste ed il MI.S.E.

La FAILP è pronta a confrontarsi su tutti i temi “Mercato Privati” e “Servizi Postali”, continuiamo a sostenere che occorre valorizzare gli asset portanti dell’azienda, piuttosto che puntare sulla mannaia dei tagli ed anche per questo c’è attesa per come verrà declinato il nuovo Piano Industriale “Poste 2020”, anche alla luce di alcune affermazioni che appaiono nel sito di Poste italiane (Nota di Stampa del 18 marzo 2015) e cioè che “La presenza territoriale è elemento fondante del Piano industriale di poste che ha come principale obiettivo quello di includere tutti i cittadini nella trasformazione digitale e di migliorare continuamente la qualità del servizio……., ……. consapevoli del ruolo sociale e di mercato attribuito alla rete degli uffici, siamo impegnati a garantire capillarità alla nostra presenza coniugandola con l’esigenza di una sempre più necessaria efficienza verso la popolazione”.

A complicare ancor più la situazione c’è il processo di parziale privatizzazione di Poste (max. 40% ) che continua a marciare sotto la spinta del M.E.F. e forse potrebbe arrivare in un momento poco adatto a favorire la migliore quotazione aziendale.

Per contro, il management potrebbe scegliere la via del “risanamento” degli asset più deboli, attraverso il contenimento dei costi, fra i quali vanno annoverati ad esempio quelli del personale e del servizio postale, per migliorare la redditività e le performance del Gruppo in vista dei risultati della prima semestrale 2015. Ma in questo versante può confortare la linea di sviluppo contenuta nel Piano industriale “Poste 2020” che prevede investimenti per 30 miliardi in cinque anni e l’obiettivo sfidante di fare crescere il fatturato fino a 30 miliardi nel 2020.

I prossimi appuntamenti nei processi delle relazioni industriali saranno dunque determinanti per le scelte che il sindacato è chiamato a fare e la FAILP ha bene in mente la necessità di effettuare le migliori scelte a tutela dei lavoratori di Poste Italiane e dei servizi resi al paese.

IL PRONUNCIAMENTO DELL’A.G.COM E L’AVVIO DELLE CONSULTAZIONI PUBBLICHE SULLE MODALITA’ DEL S.U. E LE TARIFFE

Il 25 marzo scorso fra i punti che il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni doveva affrontare c’erano alcune questioni riguardanti le richieste di Poste Italiane di modificare l’attuale organizzazione del servizio postale ed il relativo sistema tariffario (da alcune settimane già circolavano le proposte aziendali del recapito a giorni alterni e della reintroduzione di una tariffazione per la corrispondenza a bassa velocità, nonché il  ritocco delle altre tariffe).

I punti all’O.d.G erano i seguenti:

8. Procedimento di valutazione della richiesta di poste Italiane S.p.A. di autorizzazione all’implementazione del recapito a giorni alterni ai sensi dell’art. 1, commi 275 e 276 della legge 23 dicembre 2014 n. 190. Avvio consultazione pubblica.

9. Definizione dei nuovi obiettivi statistici di qualità e determinazione delle tariffe degli invii di posta prioritaria e degli altri servizi universali ai sensi dell’art. 1 comma 280 della legge 23 dicembre 2014 n. 190. Avvio consultazione pubblica.

Sulle due questioni l’Autorità di è espressa il 28 marzo scorso affrontando i temi già sottoposti a specifiche consultazioni pubbliche, come evidenziato nel sito web dell’AG.COM.

Il comunicato emesso dall’Autorità è del 28 marzo ed affronta le questioni che Poste Italiane ha messo al centro dell’attenzione, cioè la necessità di tagliare i costi che l’azienda subisce nel settore Poste, comunicazione e logistica, anche a causa del continuo ed inarrestabile calo dei volumi degli invii.

L’A.G.COM nel suo comunicato cita la legge di stabilità 2015 del paese che ha introdotto nuove possibilità di modifiche al servizio postale universale: valorizzazione di Poste in conseguenza della riduzione del rimborso del s.u. riconosciuto a partire dall’anno in corso, nel contesto del contenimento della spesa pubblica e sostenibilità economica del suddetto, a seguito della contrazione dei volumi e del lievitare dei costi di fornitura del servizio stesso.

L’interrogativo cui deve rispondere l’Autorità si pone l’obiettivo di affrontare il mutato scenario del mercato dei servizi postali, perseguendo l’obiettivo di bilanciare l’efficienza economica dell’azienda incaricata di effettuarlo in una situazione di declino dei volumi, bilanciando tale questione “con i bisogni sociali e di interesse generale soddisfatti dalla rete di raccolta e recapito della società Poste italiane”.

Su tali punti l’Autorità avrebbe espresso le proprie valutazioni illustrate nei documenti sottoposti a consultazione “criteri e indici di determinazione dei Comuni che potranno essere interessati dalla misura entro il limite massimo del 25% della popolazione, in funzione delle particolari circostanze, anche di natura geografica, che caratterizzano l’ambito del recapito postale sul territorio italiano” e coinvolgimento della Commissione europea per una sua pronuncia.

Sulla manovra tariffaria proposta da Poste Italiane l’Autorità ha effettuato una rivisitazione, ancorando il prezzo del prodotto postale di base all’evoluzione del cap,  già stabilita nei provvedimenti precedenti, ovvero determinando un prezzo pari a 0,80 euro, con possibilità di crescita fino a 0,95 euro entro fine anno – la variazione del prezzo è condizionata alla verifica dell’andamento dei volumi e del rispetto degli indici di qualità del recapito da parte della stessa AG.COM.

All’azienda viene lasciata la possibilità di arricchire l’offerta con servizi innovativi a valore aggiunto, quali la tracciabilità, volta a migliorare la certezza del recapito.

“Negli ultimi quattro anni il calo dei volumi – tendenza generalizzata a tutti i paesi dell’UE – è stato in Italia del 10% annuo, in conseguenza, per lo più, dell’utilizzo dei mezzi digitali di comunicazione, con un impoatto significativo sui ricavi dei servizi postali e in particolare di quello end-toend- o servizio universale”. Parallelamente è diminuita la spesa media mensile  pro-capite nei servizi di corrispondenza degli italiani, dimezzatasi dai 4 euro nel 2012 a 2 euro nel 2014 e ciò graverà sull’azienda Poste.

FailpNews 25 marzo Bilancio 2014