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Il mese di luglio sarà decisivo per lo sviluppo di Poste, comunicazione e logistica. L’azienda sta stringendo i tempi dedicati all’analisi dei progetti di riorganizzazione del servizio postale, anche in vista della prossima parziale privatizzazione e dell’I.P.O. di fine anno, con l’obiettivo di adeguare i costi  e l’offerta di servizi ai cambiamenti nella società e nel sistema economico del paese.

Si tratta di intervenire sull’organizzazione del servizio allentando i vincoli del Servizio Universale, secondo le modifiche rese possibili dall’ultima legge di stabilità (2015) che ha consentito di allargare l’area di fornitura del servizio postale a giorni alterni, come regolato dall’A.G.COM. nelle scorse settimane e tutto ciò in un contesto di salvaguardia dell’unicità del Gruppo Poste italiane.

Nonostante che tuttora manchi il parere dell’ Europa sulle novità introdotte dall’ultima legge di stabilità e sulle modifiche al S.U. chieste da Poste italiane e regolate dall’A.G.COM., si sta lavorando su un ventaglio di possibilità su cui ci stiamo confrontando con l’azienda nel fitto calendario di incontri che sono stati programmati sul tema delle riorganizzazioni in Poste, comunicazioni e logistica. Le riunioni con Poste italiane tenutesi nei giorni 8 e 9 luglio hanno consentito di preparare le Parti all’analisi dei futuri possibili scenari e gli incontri proseguiranno a delegazioni allargate il 15 e 16 luglio, perché il sindacato ha chiesto di ampliare la sua delegazione a “tecnici” e Rappresentanze  Territoriali.

L’impegno della F.A.I.L.P. a sostegno dei lavoratori che operano nei servizi postali, nella logistica, negli impianti di lavorazione e smistamento, nel recapito e movimento postale è al top e la nostra soglia di attenzione è al massimo, sia per evitare che l’azienda assuma decisioni unilaterali, sia per governare i processi e le ricadute in modo che essi siano comunque sostenibili per i lavoratori, per i clienti e per l’efficienza dei servizi, per questo sono state coinvolte le strutture regionali del sindacato che vengono puntualmente rese edotte degli avanzamenti delle trattative.

L’area del servizio postale in Italia è stata oggetto di cambiamenti più volte a partire dal 2004, più o meno in parallelo con l’evolversi della crisi dei volumi postali innescata dai cambiamenti economici globali, dall’evoluzione delle comunicazioni in direzione del digitale e della telefonia.

Come scrive l’A.G.COM. nella sua relazione annuale di luglio 2015 certificando i dati aziendali di diminuzione del traffico postale

“… in generale nel corso dell’ultimo biennio il settore postale ha subito una riduzione dei volumi (comune peraltro a tutti i paesi europei) più marcata rispetto alla riduzione dei ricavi…”

Nel servizio universale i volumi sono calati del 19,1%, il servizio di Corriere espresso è calato in volumi del 5%, gli altri servizi postali sono calati in volumi del 3,9%, mentre i servizi in esclusiva hanno subito un decremento di volumi del 4,3%.

Prendendo in considerazione gli ultimi anni certificati 2013 e 2014 i prodotti postali che rientrano nel perimetro del servizio universale sono calati: per i volumi della “Posta domestica” (da 2.339 a 1.874 mil.ni invii) e per i volumi della “Posta transfrontaliera” (da 171 a 156 mil.ni invii); in totale i volumi dal 2013 al 2014 sono calati di 480 milioni di pezzi generando minori ricavi (ricavi dal S.U. – 18% fra il 2014 ed il 2013).

Tutto ciò parlando di risorse umane impatta diversamente a seconda che si prendano in considerazione aree con diverse caratteristiche abitative (clientela privata o clientela affari/business),  oppure i territori rurali rispetto alle aree metropolitane e gli stessi carichi di lavoro possono avere un peso diverso, anche a causa dei criteri organizzativi scelti dall’impresa che gestisce il servizio (es. i ritardi nell’arrivo della posta sui tavoli dei portalettere e la conseguente uscita ritardata o rinvio della posta stessa).

L’Autorità di Garanzia scrive nella sua relazione “… La tutela dell’utente e la garanzia delle prestazioni del servizio universale, da un lato, e l’esigenza di contenimento del relativo onere, dall’altro, sono i due aspetti che l’Autorità ha contemperato attraverso la modifica dei criteri di distribuzione degli uffici di Poste Italiane (cfr. delibera n. 342/14/CONS) in precedenza fissati dall’articolo 2 del decreto del Ministero dello sviluppo economico del 2008. In un contesto di doveroso contenimento dell’onere del servizio universale e di necessaria razionalizzazione, l’attenzione dell’Autorità si è incentrata sull’esigenza di salvaguardare, in particolar modo, la situazione delle aree geografiche più remote del territorio nazionale: le zone rurali e montane e le isole minori. L’obiettivo che l’Autorità ha inteso perseguire con l’adozione di tale provvedimento, attraverso la modifica dei punti di accesso alla rete postale, è stato quello di evitare un ulteriore aggravio per quelle zone del Paese già penalizzate da oggettivi ostacoli di natura orografica. La normativa dell’Unione europea impone, infatti, di individuare soluzioni che, nella consapevolezza del contesto generale, possano assicurare la massima coesione sociale ed economica evitando che intere aree risultino svantaggiate rispetto alla restante parte del Paese. Nell’intervenire sui criteri di distribuzione degli uffici postali si è ritenuto opportuno inserire specifici divieti di chiusura di quegli uffici che servono gli utenti che abitano nelle zone remote del Paese…).

Nel riportare quanto sopra, poniamo l’attenzione all’impatto che le misure stabilite dal Governo e dall’Autorità di regolamentazione, pertanto sui processi di riorganizzazione di Poste italiane nel settore Poste, comunicazione e logistica, potrebbero avere sul numero di addetti impiegati nei diversi settori che compongono l’organizzazione dei servizi postali, se non altro perché ad ogni perdita di posto di lavoro corrisponde una persona occupata in meno.

In Poste italiane i processi relativi al servizio postale possono portare ad un contenimento di risorse, forse a parziali mobilità interne verso Mercato Privati, ma il dubbio che rimane è se non sia necessario più che “tagliare” rendere un migliore servizio postale alla comunità ed alle imprese, agendo sulla semplificazione, la buona organizzazione, l’efficienza e la piena soddisfazione del cliente; forse ciò contribuirebbe a ridurre le perdite e tutelare meglio la buona occupazione.

POSTE MOBILE, ULTIME DELL’INCONTRO CON L’A.D. SULLO STATO DELL’AZIENDA ED IL SUO SVILUPPO

Il 7 luglio la F.A.I.L.P.  con le altre OO.SS. ha incontrato l’A.D. di POSTE MOBILE, come richieste per avere un quadro della situazione aziendale, anche a causa della ridda di voci di stampa che ventilava possibili novità in vista dei futuri assetti del Gruppo.

A seguire pubblichiamo il testo del comunicato unitario delle Segreterie Nazionali delle Organizzazioni Sindacali sui contenuti della riunione.

“Nella giornata di ieri 7 luglio si e tenuto l’incontro fra l’Amministratore Delegato di Poste-mobile e le OO.SS. Nazionali.

L’incontro, da noi richiesto da tempo, ha rappresentato un importante momento di confronto su strategia e posizionamento dell’Azienda, anche in considerazione delle recenti notizie di stampa circa possibili ipotesi di vendita.

In apertura l’AD di Poste-mobile ci ha rappresentato il posizionamento dell’Azienda delineando sia i fattori di contesto esterni che le opportunità che hanno consentito all’Azienda di entrare in un mercato ad alta marginalità con un modello di business vincente che combina servizi telecom e finanziari.

Inoltre ci è stata illustrata la strategia aziendale, basata sugli asset di Poste Italiane e che prevede il consolidamento del core business attraverso un offerta competitiva sui servizi a valore aggiunto distintivi, servizi finanziari remoti e servizi di prossimità, quale valore aggiunto per i clienti di Poste Italiane.

Infine ci sono stati rappresentati i positivi risultati ottenuti in termini di quantità e qualità dell’offerta (oltre 3,3 ml di clienti; 340 ml di transato nel 2014; 8 ml di utile netto), i principali progetti che si stanno realizzando in questi anni e uno spaccato della composizione del personale dell’azienda per professionalità, genere, età e quantità.

Per quanto ci riguarda, pur esprimendo apprezzamento per quanto rappresentato, abbiamo posto come prima questione gli elementi di certezza sul posizionamento dell’Azienda all’interno del Gruppo, in considerazione delle ventilate ipotesi di vendita che, oltre a non essere in linea con i contenuti del Piano di Impresa della Capogruppo, vedrebbero venir meno uno degli asset più importanti per lo sviluppo dei servizi di Poste.

A tal proposito l’AD ha escluso ogni possibilità di vendita o cessione sostenendo l’importanza strategica di Poste-mobile per lo sviluppo dei servizi e del business di Poste Italiane.

Successivamente abbiamo posto l’esigenza di affrontare temi importanti quali: Un nuovo PDR che tenendo conto degli importanti risultati aziendali offra ai lavoratori una risposta economica adeguata; Un confronto periodico sui piani ed i livelli occupazionali dell’azienda; Una analisi sui percorsi di incentivazione; Piani formativi adeguati alle sfide previste dal piano e che dovranno affrontare i lavoratori; l’avvio di una seria politica di investimenti a sostegno dei progetti proposti; Un incontro periodico con l’Amministratore Delegato per condividere ed analizzare l’andamento del percorso strategico e dei risultati.

Su tutte le questioni da noi sollevate l’AD ha offerto la disponibilità dell’azienda al confronto. LE SEGRETERIE NAZIONALI: SLP CISL – SLC CGIL – UILPOSTE-UIL – FAILP CISAL – CONFSAL COM – UGL COM. Roma, 10/07/2015