Anche se i vincoli europei impongono al Governo rigore nei comportamenti  e contenimento della spesa, non è detto che non si possano fare scelte virtuose per ottenere  risultati  positivi che vadano incontro  alle attese dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, tra l’altro: i maggiori e più solerti contribuenti delle entrate dello Stato. 

Chiediamo, quindi, che, anche il recupero del potere d’acquisto dei salari e degli assegni pensionistici sia un reale punto di riferimento della politica economica che si vorrà mettere in campo, altrimenti non si può immaginare come si possa avere crescita economica senza sostenere i consumi.   

Anche con le liberalizzazioni occorre essere molto cauti per non sfavorire gli utenti dei servizi più diffusi e popolari come lo sono quelli pubblici locali.”