treni

Chissà come si sentiranno meglio i lavoratori di Poste italiane, dopo la conclusione del processo di privatizzazione parziale che ha collocato il 40% delle azioni.

Chissà cosa penseranno del fatto che le azioni della loro società sono state acquistate (indiscrezioni di fonte giornalistica vera o nò) anche da alcune società estere: nel Kuwait primo fra tutti, nella Cina, ecc…, anche se l’azionista di maggioranza rimane fra tutti il MEF (per fortuna).

Pecunia non olet…, ma i fatti recenti indurrebbero a pensare che se il mondo reale concretizzasse la sua azione come nelle analisi economiche, allora forse tutti staremmo meglio e ci sarebbe anche meno terrorismo; non sarà sfuggito a nessuno che dei pozzi di petrolio orientali si parla poco, anche in casa di quell’ISIS che ci sta gratificando, anche grazie ai soldi che guadagna commerciando petrolio, del suo odio per l’occidente con morti, violenze ed attentati.

PRIVATIZZAZIONI, ADESSO TOCCA ALLE FERROVIE

Nella finanza italiana, ora la parola è alle Ferrovie, perché il Governo ha avviato la procedura della vendita fino al 40% delle azioni del Gruppo, più o meno nella falsa riga di quanto fatto con le Poste, cioè una offerta pubblica di vendita con l’azionariato diffuso, compreso quello incentivato e diretto ai dipendenti.

La partita è complicata perché non c’è unanimismo fra i vertici aziendali, ma a NOI preme sottolineare quale guadagno potremmo trarne: forse migliorerebbero i treni dei pendolari, quelli che collegano le diverse città italiane (discorso a parte per i grandi centri curati dall’alta velocità), la rete ferroviaria della Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna ?

Chissà cosa ne penserebbero i colleghi ferrovieri se ad acquistare le azioni del loro Gruppo fossero società degli Stati esteri, in una infrastruttura fondamentale per l’Italia ed il paese…

 

FORTE CRITICA DELLA CISAL ALLA LEGGE DI STABILITA’ 2016

L’ultimo Consiglio nazionale della nostra Confederazione Cisal, si è concluso nei giorni scorsi dopo una attenta analisi della situazione nelle varie categorie e nel paese.

Nel suo discorso al C.N. Francesco Cavallaro segretario generale della Cisal ha evidenziato che “Nella Legge di Stabilità, mancano risposte a questioni rilevanti come pubblico impiego, previdenza e Mezzogiorno. Troviamo invece tagli pesantissimi a CAF e patronati, come pure la spada di Damocle delle accise e dell’IVA. Il trasporto pubblico locale, d’altra parte, continuerà a essere segnato dalla carenza di risorse finanziarie, con i lavoratori del settore in attesa da anni del rinnovo contrattuale. Tutti attacchi rivolti, in fin dei conti, ai diritti dei cittadini, oltre che dei lavoratori”.

“E’ impossibile considerare la Legge di Stabilità appena approvata dal Senato, tra quanto vi è scritto e quanto non vi è scritto, anche solo un tentativo di rispondere alle drammatiche esigenze dei cittadini italiani. La critica della CISAL rispetto all’azione del Governo, espressa in particolare nella Finanziaria 2016, è totale e riguarda tanto i contenuti della manovra, quanto le gravi omissioni da essa rappresentate”. E’ la dichiarazione di Francesco Cavallaro, Segretario generale del Sindacato, a conclusione dei lavori del Consiglio nazionale dell’Organizzazione, ospitato a Salerno nella tre giorni d’assise che ha impegnato, da venerdì 22 novembre tutte le Federazioni aderenti al Sindacato e i responsabili territoriali della Confederazione. (approfondimenti nel sito confederale http://www.cisal.org/).

 

Bozza Legge Stabilità 2016