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L’ultima legge di stabilità firmata dal Governo è intervenuta su diverse materie che hanno risolto solo parzialmente una serie di problematiche su cui il sindacato è sempre intervenuto chiedendo ai governi di turno di legiferare a favore dei cittadini su tematiche ritenute da tutti, le più incisive ed urgenti.

Al primo posto delle aspettative della gente si colloca sempre il lavoro, a seguire la sanità, la sicurezza sociale e pubblica, i trasporti, ecc…

Con la legge di stabilità 2016 il Governo attuale ha fatto delle scelte di priorità che non hanno accontentato tutti, per non parlare di quanto accaduto in merito alla tassazione in un paese in cui viene maggiormente tassato il lavoro, piuttosto che le rendite finanziarie.

Infatti è assurdo che il costo del lavoro sia gravato da tasse che hanno importi poco sostenibili, forse uno dei motivi che inducono le imprese a fare assunzioni con il contagocce: le buste paga fino a 15.000 euro sono tassate al 23%, quelle fino a 28.000 euro al 27%, mentre i conti correnti, le azioni e obbligazioni, i buoni postali fruttiferi, i libretti di risparmio subiscono tassazioni più favorevoli.

E’ più importante il lavoro, piuttosto che il capitale ? E che fine ha fatto la finanza etica o sostenibile ?

Tanti sono gli interrogativi che riguardano il welfare e gli italiani, cui la CISAL (nostra confederazione) ha dato le sue valutazioni; per questo il consuntivo della legge di stabilità apre nuovi interrogativi: il Governo è in linea con le aspettative degli italiani ?

Su alcuni punti la CISAL interviene con l’allegato manifesto che fornisce riscontri: Pensioni, Occupazione, Sanità, Mezzogiorno, Trasporti, Fisco, Welfare, Impiego pubblico, ecc… (cfr. doc. allegato).

Sul ruolo dell’etica nella finanza esiste un profondo dibattito che fa emergere le contraddizioni delle società capitalistiche, fornendo riscontri sulle nuove tendenze; si possono consultare siti specializzati agli indirizzi web http://www.oxfamitalia.org/ e per avere il dettaglio della situazione italiana   http://www.oxfamitalia.org/

Preme comunque sottolineare che il rapporto dell’Oxfam “Un economia per l’1%” focalizza – l’iniqua distribuzione dell’incremento della ricchezza (il 50% più povero della popolazione mondiale ha ricevuto appena l’1% dell’incremento della ricchezza nel periodo 2000/2015) – mentre in Italia (dato 2015) la distribuzione della ricchezza nazionale netta vede il 20% più ricco degli italiani detenere il 67,7% della ricchezza nazionale, il successivo 20% (quarto quintile) controllare il 18,3% della ricchezza, rispetto al 60% più povero dei cittadini italiani, cui è andato appena il 14% della ricchezza nazionale.

Manifesto CISAL