Contrattodilavoro

LA PROPOSIZIONE COMMERCIALE … VADEMECUM

Non c’è una grossa consuetudine ad entrare nei meandri della proposizione commerciale e finanziaria delle aziende, ma il sindacato ha il dovere di farlo, sia per tutelare i cittadini clienti, sia gli stessi lavoratori.

E’ partendo da tale premessa che – unici – abbiamo deciso  di costruire un vademecum  sulla proposizione commerciale e finanziaria, che può costituire un buon salvacondotto per CHI intendesse tutelarsi da atteggiamenti societari scorretti, da forme di pressioni indebite, da vere e proprie incitazioni a bordeggiare sul filo del rasoio dei sistemi di controllo previsti dalla legge, per conseguire comunque quei traguardi che ogni buon venditore deve sapere conquistare, assicurandosi così il benvolere dell’impresa e forme di incentivi di portata non trascurabile in premi, denaro, prodotti, che affiancano la retribuzione base di ogni supporter commerciale o finanziario di ciascuna azienda.

In tempi di difficoltà per procedure finanziarie o commerciali contestate, a volte anche a livello penale, che hanno interessato un po’ tutti (società, aziende, imprese), il sapersi districare fra la buona proposizione commerciale e la difesa della dignità di lavoratori nell’essere integerrimi, ma proattivi, può costituire un buon viatico per vivere tranquilli il proprio rapporto di lavoro.

Ovviamente la nostra guida che pubblichiamo in calce è aperta all’intero panorama di ciò che accade in Italia, ne sono testimonianza le recenti vicissitudini di una parte del sistema bancario, che non deve fare pensare che tutto sia marcio o che sia pericoloso investire…, ma farlo con giudizio è il principio fondamentale cui deve sapersi ispirare ogni cliente: non fidarsi mai ciecamente del venditore anche se persona nota e degna di fiducia, soprattutto diversificare il modo in cui si impegna il proprio denaro, con estrema attenzione a sottoscrivere prodotti di rischio, a meno di essere tanto ricchi da poterne rischiare una parte con totale consapevolezza.

Nel frattempo, mentre tutti si attendono lo sviluppo del Piano industriale di Poste italiane “Poste 2020” (nuovo Piano Strategico a 5 anni: un unico Gruppo integrato, focalizzato su 3 aree: Logistica e Servizi Postali, Pagamenti e Transazioni, Risparmio e Assicurazioni, in grado di offrire servizi di qualità trasparenti, facili da usare e che migliorino la vita delle persone. anche per quanto concerne l’introduzione di prodotti), assistiamo ad un andamento “pazzerello” dell’economia caratterizzato da una decrescita progressiva delle maggiori realtà, considerate in un primo scenario in pieno sviluppo (es. Cina, Giappone, ecc…), ma ora in fase di contrazione.

E le Borse continuano ad essere in mano alla speculazione, salendo e scendendo dalle “montagne russe”: varie le teorie relativistiche di una economia a V (discese e risalite) o a doppia V o W con periodi consecutivi di discese, risalite, ulteriori discese e successive risalite, comunque bruciando capitali inutilmente investiti.

Una economia malata in cui la finanza appare sempre meno etica ed affidabile, mentre tutti si aspettano più lavoro ed occupazione, maggiore welfare e sicurezza sociale.

E forse sarebbe tempo di ritornare a considerare l’uomo e la donna al centro degli interessi, non più gli “affari” come la politica e l’economia si affannano a fare; un po’ di decrescita felice farebbe bene a tutti (maggiore attenzione alle risorse naturali, all’agricoltura, al rispetto della natura e del pianeta, ai solidi  e concreti mestieri, a vere politiche di solidarietà e partecipazione sociale).  Il tempo sarà galantuomo?

E’ TEMPO DI CONTRATTO ED IL SINDACATO UNITARIAMENTE ILLUSTRA LA NUOVA PIATTAFORMA SINDACALE PER IL RINNOVO DEL CCNL DEI DIPENDENTI DI POSTE ITALIANE.

Il CCNL dei dipendenti di Poste italiane è scaduto a dicembre 2012 trascinando i suoi effetti nel tempo, nel frattempo le OO.SS. hanno sottoscritto con l’azienda un accordo ponte destinato ad affrontare taluni aspetti economici a cavallo del nuovo contratto da concludere.

La piattaforma sindacale unitaria che pubblichiamo sarà illustrata in un attivo unitario il 23 febbraio prossimo, cui parteciperanno i dirigenti delle associazioni sindacali maggiormente rappresentative chiamate a stipulare il nuovo ccnl, fermo l’impegno delle parti ad affrontare anche il tema delle relazioni industriali e dei nuovi assetti contrattuali “… Occorre, quindi, realizzare uno specifico accordo con la controparte che preceda l’avvio delle trattative sul rinnovo stesso e che definisca, nello specifico del Gruppo Poste, percorsi relazionali, ed elezione RSU, diritti e prerogative delle rappresentanze sindacali a livello nazionale e territoriale sia in fase di preparazione delle piattaforme che di sottoscrizione e validazione degli accordi; … in tema di assetti contrattuali, nel confermare ruolo e funzione delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva nazionale di primo livello e di quella aziendale/o territoriale di secondo, … le misure previste dall’Accordo Interconfederale ai fini della certificazione della rappresentanza.

Il nuovo ccnl dei dipendenti di Poste italiane andrà a definire gli aspetti normativi ed economici che accompagneranno i prossimi anni a gli adeguamenti alla legge mutata in taluni settori della normativa contrattuale.

Per quanto concerne gli aspetti economici il sindacato ha deciso di quantificare in linea di massima un importo medio complessivo di incremento retributivo di 115 euro fra varie voci di spesa:

  • incrementi tabellari
  • finanziamento Fondo sanitario
  • rivalutazione/estensione di alcune voci accessorie
  • aumento contributo datoriale per la previdenza complementare
  • incremento valore Ticket (legato comunque ai tempi di estensione, fino a copertura di tutto il territorio nazionale, del formato elettronico)

Negli allegati le specifiche documentazioni (per gli assetti contrattuali il rimando è negli accordi sugli assetti contrattuali sottoscritti fra la nostra Confederazione Cisal e Confindustria nel 2014 e 2013).

Guida Failp alla proposizione finanziaria   Piattaforma Rinnovo Ccnl febbraio 2016

Comunicato unitario ccnl   Protocollo d’Intesa Proposizione commerciale-22 ottobre 2013

Verbale ccnl e fondo sanitario 15.12. 2014

POSTE SI MUOVE E PENSA AL PRIVATE MARKETING (aprile 2016)

Che Poste italiane intendesse evolversi verso il private marketing era già cosa nota, visto che fin dal suo arrivo l’a.d. aveva fatto conoscere i suoi orientamenti circa l’evoluzione dell’azienda, poi tradottasi nella presentazione del Piano industriale “Poste 2020” e tale impostazione era stata ripetuta nei vari consessi in cui l’amministratore delegato aveva presenziato, anche presso sedi istituzionali.

Poi è subentrata la notizia dell’investimento di Poste italiane in “Anima sgr”, l’operatore indipendente leader in Italia nell’industria del risparmio gestito e dell’accordo realizzato con BancoPosta Fondi sgr (ad aprile 2015 il gruppo Poste Italiane aveva stipulato un contratto preliminare per l’acquisto di una quota del capitale di ANIMA Holding SpA, operazione che era stata perfezionata a giugno 2015, a luglio era stato siglato un accordo di collaborazione industriale nel settore del risparmio gestito retail).

La storia continua e un’intervista dell’a.d. sul “Messaggero” del 5 aprile 2016  sottolinea il nuovo percorso di Poste italiane, considerata dal punto di vista degli investimenti interessata anche a sostenere progetti infrastrutturali.

Nel futuro Poste italiane si proietta a recuperare posizioni in campo postale sostenendo la sua presenza nel settore dei pacchi e dell’e_commerce, rimodula la Rete del Servizio postale, investe nell’evoluzione del Digitale del paese, conserva la sua tradizionale politica di investimenti e servizi relativi al risparmio più tradizionale (Buoni, libretti, Titoli) ed accompagna a tali percorsi le attività relative alle altre aziende del Gruppo, oltre a pensare di offrire prodotti più attrattivi sotto il profilo dei rendimenti (prodotti di risparmio gestito). Il fatto nuovo è dato dalla possibilità che il “Gruppo” maturi la convinzione di essere presente su progetti di investimenti a più ampio raggio.

Allargando lo sguardo sul panorama più vasto della politica emergono indiscrezioni sulla possibilità che il Governo in futuro decida di vendere ulteriori quote delle partecipazioni dello Stato in aziende controllate e ciò che salta subito agli occhi è anche la situazione di Poste italiane, visto che per le altre cessioni di cui si era parlato nei mesi scorsi sono intervenute difficoltà ed ulteriori rinvii. Il controllo di una società può essere effettuato mantenendone la “golden share” (il possesso di almeno il 51% delle azioni), oppure conservando il possesso di un pacco di azioni, di gran lunga superiore a quelli posseduti disgiuntamente dagli altri azionisti presenti, in modo da rimanere sempre l’azionista di riferimento, ma quest’ultima eventualità sarebbe leggermente più rischiosa.

Nel paese il filo sottile che lega tutto è sempre quello del famoso detto… si vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca…, riferendoci alla situazione del Governo chiamato a rispettare i parametri di Maastricht sul non sfondamento della soglia di debito pubblico ammessa fra gli Stati membri della C.E., mentre politica, lobby, portatori di interessi e cittadini pretendono riforme e provvedimenti destinati a migliorare le condizioni di tutti o di qualcuno alimentando nuova spesa, allorché il debito pubblico italiano continua a crescere alla faccia delle dichiarazioni – solo di principio – sulla spending review (revisione/riduzione della spesa), per non parlare del peso della corruzione che fagocita risorse pubbliche spese male.

Le teorie degli economisti sono varie… vivere mantenendo un alto debito pubblico è bello (più gli interessi pretesi dagli investitori nei titoli di Stato), aumentare/ridurre le tasse, mettere in campo una bella patrimoniale su chi possiede la maggiore ricchezza, incrementare la spesa sulle pensioni, sul reddito di cittadinanza, per nuove assunzioni nel settore pubblico, per gli investimenti… Ma dove prendere i soldi ?

Staremo a vedere… non rinunciando a dire la nostra, per conservare il patrimonio maturato in anni di attività, in cui i lavoratori di Poste italiane hanno tessuto quel filo robusto di fiducia che ci collega con i nostri cittadini e clienti, nella speranza che l’occupazione nel Gruppo ed in particolare in Poste italiane S.p.A. possa tornare a crescere con un maggiore impulso verso la formazione e gli specialismi, piuttosto che ascoltare le nenie lamentose di chi palesa la necessità di dovere maturare ulteriori tagli, soprattutto nel campo più prettamente dedicato al servizio postale, dove il marketing degli anni passati aveva falcidiato l’offerta del segmento “Pacchi”.