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COMUNICATO POSTE ITALIANE CONFERMA IL TREND POSITIVO DEI RICAVI NEL 2015, RISULTATO + 7,8% RISPETTO AL 2014

Un comunicato del CDA di Poste italiane conferma che nel 2015 il Gruppo ha migliorato le sue prestazioni e che il risultato del bilancio 2015 ha totalizzato ricavi consolidati pari a 30,7 miliardi di euro (+ 7,8% rispetto ai 28,5 miliardi del 2014).

  • Ricavi totali consolidati: € 30,7 miliardi, +7,8% (€ 28,5 miliardi nel 2014)
  • Risultato operativo consolidato: € 880 milioni, +27,4% (€ 691 milioni nel 2014)
  • Utile netto consolidato: € 552 milioni (€ 212 milioni nel 2014)
  • Proposto un dividendo di € 34 centesimi per azione da sottoporre ad approvazione assembleare
  • Masse gestite/amministrate: € 476 miliardi, +3,1% (€ 462 miliardi al 31.12.2014)
  • Posizione finanziaria netta industriale: avanzo di € 302 milioni (disavanzo di € 1.451 milioni al 31.12.2014)Il miglioramento del conto generale è una buona notizia che conferma lo sforzo profuso dai lavoratori nel corso di un anno difficile caratterizzato dall’ingresso in Borsa del Gruppo. Nell’anno 2015 il Gruppo Poste alle sue attività ha accompagnato un “contenimento dei costi operativi”.
  • L’attesa è dunque rivolta a ciò che Poste italiane riserverà come miglioramenti contrattuali per i lavoratori a fronte delle richieste sindacali, tenuto conto che il CDA del 22 marzo ha comunque già proposto la distribuzione di un dividendo di 34 centesimi per ciascuna azione posseduta, nei confronti degli azionisti e che dichiarazioni di fonte societaria auspicano per il 2016 l’auspicio di potere distribuire agli azionisti – per l’anno 2016 – un dividendo pari ad almeno l’80% dell’ utile netto.
  • Nell’esercizio 2015, i ricavi totali del Gruppo, inclusivi dei premi assicurativi, hanno segnato una crescita del 7,8% rispetto allo stesso periodo del precedente esercizio e si attestano a € 30,7 miliardi. La positiva performance del comparto Servizi assicurativi, i cui ricavi risultano in aumento del 14% a € 21,4 miliardi rispetto al precedente esercizio e la tenuta del comparto finanziario, che genera ricavi per € 5,2 miliardi, hanno più che compensato l’attesa flessione dei ricavi da Servizi postali e commerciali (-4,4% a € 3,9 miliardi), indotta principalmente dalla riduzione dei volumi sulla corrispondenza (-9%), e comunque in rallentamento rispetto al precedente esercizio. In crescita i ricavi del comparto pacchi in aumento del 3,9% rispetto al precedente esercizio e pari a € 0,6 miliardi”.

Se facciamo fede al comunicato del CDA risulterebbe che Poste italiane ha superato il difficile anno 2015 mettendo in cassa tutta una serie di congiunture positive che hanno consentito di fare accrescere i ricavi, nel contempo entrando in Borsa con il 40% circa di azionariato privato e ciò certamente è un dato positivo.

Si è trattato soltanto di una brillante conduzione manageriale ? I fattori che sono entrati in gioco sono tanti e diversi.

IL COMMENTO VISTO DA FUORI

  • il Gruppo Poste si è avvalso anche nello scorso anno di un importante risultato del ramo assicurativo (ricavi in crescita del 14%), raccolta dei premi netti Poste Vita aumentata del 17,6%
  • il ramo finanziario (Mercato Privati) pur generando consistenti ricavi ha registrato la loro flessione del 3,2%, nonostante la buona predisposizione della congiuntura economica che negli ultimi mesi si è avvalsa dell’incidente bancario dei 4 istituti incorsi nel problema delle obbligazioni (cosiddetto Bail-In)
  • il Gruppo ha effettuato una “sensibile riduzione dei costi operativi e, in particolare, di quelli della rete commerciale riconosciuti dal BancoPosta ai servizi Postali e Commerciali”, cosa vuole dire questo ? Forse che ci sono stati meno investimenti per la crescita e consistenti risparmi nell’occupazione, nonostante che adesso essa sia caratterizzata da sconti governativi dedicati ai contratti stabili, mentre si preferisce puntare sui contratti flessibili (CTD e Part-Time) e ad ulteriori riduzioni del numero degli addetti, attraverso la rimodulazione del servizio postale (meno occupati a partire dal 2016/2017 con il recapito a giorni alterni e la chiusura di alcuni uffici postali minori o di cosiddetta minima redditività nei più piccoli Comuni/frazioni), oltre alla rideterminazione della rete Commerciale
  • l’anno in corso probabilmente vedrà decollare una quota di ingressi volontari nel “Fondo di Solidarietà dei dipendenti di Poste italiane”, per agevolare le uscite del personale più prossimo alla pensione nei territori cosiddetti “eccedentari”, ma sarebbe quanto mai opportuno che il sindacato legasse tale possibilità ad una quota di assunzioni di giovani dall’esterno, eventualmente anche figli dei dipendenti
  • c’è la conferma della riduzione del costo del lavoro determinata dalle uscite del personale e favorita dagli incentivi all’esodo, oltre alla diminuzione dei fabbisogni come risultato delle ristrutturazioni organizzative in corso
  • le indecisioni sulle prospettive delle economie e dei mercati in generale hanno contribuito a favorire l’incremento della giacenza media della raccolta BancoPosta, in crescita del 2,8% rispetto al 2014
  • c’è stata la conferma dell’andamento negativo del comparto dei servizi postali (volumi in calo del 9%), pur se agevolato – a partire da dicembre 2014 e nel 2015 – dall’incremento delle tariffe, che ha riversato un ulteriore aggravio sui clienti che si giovano di Poste italiane per le loro spedizioni, soprattutto per quanto attiene il servizio postale universale, che porterà ad attuare la nuova organizzazione del recapito a giorni alterni, per una quota sino al 25% della popolazione italiana
  • si è comunque registrata una buona tendenza al recupero del servizio dei pacchi postali che, giovandosi di alcune recenti commesse nell’e_commerce e del buon andamento di tale filone, ha totalizzato una crescita dei volumi del 12,4% rispetto all’esercizio 2014, ciò che consente di moderare il risultato algebrico della sommatoria fra ricavi del servizio postale e servizio pacchi (- 4,4% + 3,9%). Tale evidenza conferma che Poste italiane avrebbe potuto scommettere di più negli anni scorsi sul servizio dei pacchi postali, adottando le politiche di marketing più opportune ed i necessari investimenti, anziché moderare la sua presenza nel comparto in cui hanno registrato consistenti guadagni i vettori privati; basterebbe rammentare le modifiche organizzative, l’avvento di SDA, la chiusura di Hub – Pacchi di Poste italiane, ecc…
  • il Gruppo Poste punta a rafforzare in futuro la sua presenza nel mercato della finanza ed Assicurativo: nel risparmio gestito anche retail e nel comparto Poste Vita, mentre nel campo più prettamente postale confermerà il Piano degli efficientamenti determinati dalle modifiche organizzative, favorite dagli ultimi orientamenti espressi dal Governo e del Regolatore, che hanno approvato il sistema dell’introduzione-ampliamento della tipologia di servizio postale a giorni alterni in fasce della popolazione italiana (ne soffriranno i territori più disagiati dei Comuni montani e delle piccole frazioni, che invece andrebbero aiutati verso un sano ripopolamento)
  • il Gruppo, già da adesso si lancia a previsioni positive per il risultato del “pay out” 2016, cioè dire la quota di ricavi che gli azionisti riceveranno quale risultato e dividendo del loro investimento / acquisto delle azioni di Poste italiane, dopo la fine dell’anno in corso
  • i dipendenti di Poste italiane si aspettano – per coerenza – che il management sia di manica larga nel concedere margini di guadagno sensibili ai lavoratori, in ragione del prossimo contratto nazionale di lavoro dei dipendenti – di cui si profila il rinnovo a contratto scaduto nel 2012 – solo parzialmente compensato da un accordo ponte (cfr. verbale intesa del 15 dicembre 2014) che ha sostanziato il pagamento di una tantum del valore medio di 800€ a copertura degli anni 2014 e 2015 (spettanza contrattuale omnicomprensiva) 

 

Verbale ccnl e fondo sanitario 15.12. 2014