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A meno di un mese dalla fine del 2016 il conto delle relazioni industriali in poste italiane rischia di farsi “salato” perché l’Azienda apparrebbe decisa a ricorrere sempre con maggiore frequenza all’Art. 2 del CCNL tuttora in vigore, ancorché scaduto a dicembre 2012.

Al di là di ogni buon proposito sui riscontri positivi dei processi di relazioni industriali sembra sempre più propensa l’ipotesi che il management di Poste italiane nutra difficoltà ad ascoltare le voci esterne dissonanti dalle proprie opinioni, fra cui quelle dei lavoratori che ne costituiscono il vero capitale, come rappresentate dalle Organizzazioni Sindacali che siedono al tavolo delle Relazioni Industriali.

Il CCNL cui abbiamo accennato assegna la possibilità che il datore di lavoro esercitando il ricorso all’Art. 2 “… Alla contrattazione di cui alla presente lettera A. (competenze fondamentali assegnate alla contrattazione nazionale, temi qualificanti di carattere generale) viene altresì ricondotta, secondo criteri e modalità negoziati nel rispetto della procedura che segue, la gestione delle conseguenze sul piano sociale dell’attuazione dei processi di riorganizzazione e/o ristrutturazione e/o trasformazione aziendale che abbiano ricadute sulle condizioni di lavoro, ivi ricomprendendo processi di mobilità collettiva. – Riguardo a quanto precede, l’Azienda fornirà alle OO.SS. nazionali stipulanti il presente CCNL, una informazione preventiva, con indicazione contestuale della data dell’avvio del confronto, che sarà finalizzato a ricercare possibili soluzioni per governare gli effetti sociali di cui sopra. – Detto confronto negoziale si esaurirà entro e non oltre i 12 giorni lavorativi, comprensivi del sabato, successivi alla data fissata dall’Azienda per il primo incontro, durante i quali l’Azienda non darà luogo all’attuazione dei progetti previsti e le OO.SS. si asterranno da ogni azione diretta. – All’esito positivo del predetto confronto, in difetto del quale le Parti assumeranno le proprie autonome determinazioni, il medesimo proseguirà per ciascuna delle regioni interessate nel rispetto della seguente ulteriore procedura. – A tal fine l’Azienda fornirà alle competenti strutture territoriali delle OO.SS. stipulanti il presente CCNL una preventiva comunicazione con contestuale indicazione della data dell’avvio del confronto, anche in tal caso, finalizzato a ricercare possibili soluzioni per governare gli effetti sociali dei processi citati, per quanto demandato dall’accordo nazionale. – Il negoziato di cui al comma che precede si esaurirà entro e non oltre i 12 giorni lavorativi, comprensivi del sabato, successivi alla data fissata dall’Azienda per il primo incontro e ove il confronto medesimo non si sia concluso positivamente, le Parti assumeranno le proprie autonome determinazioni. – Durante lo svolgimento della predetta procedura l’Azienda non darà luogo all’attuazione dei progetti previsti per la parte riguardante la specifica regione e le OO.SS. si asterranno da ogni azione diretta”.

Ora, è nostra opinione che l’autoreferenzialità che sta caratterizzando gli ultimi comportamenti societari rischia di compromettere il clima aziendale, mentre il management, a tre anni dalla sua nomina, con l’avvicinarsi della scadenza del CDA (il Consiglio di Amministrazione viene nominato per la durata di tre esercizi, con scadenza alla data dell’Assemblea che sarà convocata per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2016) ha innescato una protesta che ha le sue ragioni nelle difficoltà in cui si muovono i lavoratori, per i carichi di lavoro insostenibili di alcuni settori, le mancate soluzioni ai problemi organizzativi, salvo l’irriducibile ricorso ad ulteriori e progressivi riduzioni delle risorse applicate, con il solo scopo di ridurre il costo del lavoro.

L’Azienda sembra interessata, come recita l’ultimo comunicato stampa apparso nel sito di Poste italiane il 5 dicembre a “…Poste conferma la propria strategia di crescita nel settore del risparmio gestito che costituisce uno dei pilastri fondamentali del Piano Industriale, insieme allo sviluppo nelle piattaforme digitali di pagamento e nella logistica. In tale contesto, Poste ha finalizzato il suo piano di rafforzamento dell’alleanza con Anima Holding a cui conferirà, entro la prima metà del 2017, BancoPosta Fondi SGR. A seguito di tale operazione, Poste aumenterà la sua quota di partecipazione in Anima dal 10,3% al 24,9% diventando così l’azionista di riferimento di un campione nazionale dell’industria con circa 145 miliardi di masse gestite. BancoPosta Fondi è la società di gestione del risparmio del Gruppo Poste Italiane con circa 75 miliardi di masse gestite al 30 settembre 2016 e un utile netto a fine 2015 pari a circa 20 milioni; BancoPosta Fondi ha nel tempo prodotto ritorni significativi specializzandosi nella gestione di titoli di Stato dell’Eurozona e in obbligazioni corporate”.

Il disegno societario, pur nella tempesta che ha caratterizzato negli ultimi anni taluni risultati negativi circa gli investimenti dei risparmiatori nel comparto bancario, di fatto “…accelera l’attuazione del piano industriale che vede nel risparmio gestito uno dei suoi pilastri in coerenza con il ruolo svolto da sempre nella protezione del risparmio dei cittadini e delle famiglie italiane, da parte di Poste italiane”.

Non intendiamo commentare oltre, ma rinviamo tutti a leggere l’ultimo documento del Resoconto intermedio di gestione consolidato al 30 settembre 2016 di ANIMA HOLDING, consultabile su internet all’indirizzo societario www.animasgr.it, per verificare a pagina 5 e 6 lo stato di salute del Gruppo e le prospettive attuali del cosiddetto “Risparmio gestito”, verificandone i segni negativi o positivi.

Abbiamo dato uno sguardo al comparto finanziario in cui Poste italiane, nei processi relazionali nazionali, ci rappresenta gli interventi riorganizzatori in alcune società e le “razionalizzazioni” di alcuni settori di “Mercato Privati”.

Ma nell’altro comparto, quello dei Servizi Postali e della Logistica, Poste italiane continua ad ignorare i riscontri negativi che abbiamo illustrato all’esito degli ultimi processi organizzativi, la cui implementazione mostra difetti e mancanze che ci hanno indotto a chiederne una verifica sostanziale (ben altro che verificare territorio per territorio quali possono essere le criticità).

Il 5 dicembre con Poste italiane si è tenuto a livello di R.I. nazionali un incontro interlocutorio su Mercato Privati, mentre il 6 dicembre è in calendario PCL, nel contempo pesa lo Sciopero delle prestazioni straordinarie ed aggiuntive per tutto il personale, dal 09/12/2016 al giorno 08/01/2017 (ad esclusione del 16 dicembre 2016) in atto in “Poste Italiane”, come ha pesato lo scorso Sciopero Generale in “Poste italiane” del mese di novembre.

Le OO.SS. hanno chiarito all’Azienda che i processi di relazioni industriali non sono un dialogo fra sordi (ne ha già pagato le conseguenze uno simile con l’ultimo SI o NO in politica che in pratica ha fatto cadere il Governo italiano), perché, come abbiamo scritto con la nota comune del 2 dicembre 2016 – insieme al altre OO.SS. – con all’oggetto “Incontri sindacali. “Le scriventi hanno ricevuto una convocazione sui processi di riorganizzazione in atto nell’ambito della Divisione PCL irrituale nel metodo e nel merito. Infatti, la convocazione porta a livello centrale questioni di territorio. In riferimento al merito, le OO.SS. ribadiscono quanto già esposto nel recente confronto con il Responsabile della Divisione sui nodi strutturali ancora non sciolti che generano analoghe criticità in gran parte dei territori implementati, con conseguente stato di confusione organizzativa che sta mettendo a dura prova la stessa tenuta del settore e che non può non interrogare la parte datoriale sulla necessità di revisione del modello introdotto e sui correttivi da ricercare. Nel corpo dell’intesa sottoscritta in data 24 febbraio 2016, le parti avevano concordato di effettuare, entro il mese di dicembre 2016, incontri di verifica nazionale sullo stato di implementazione del processo condiviso. Pertanto, avendo già individuato il perimetro relazionale entro cui strutturare il confronto, le Segreterie Nazionali chiedono, con la presente, il rispetto dei termini e modalità contemplate dalla citata intesa, in coerenza con un piano generale di riordino condiviso ed in ossequio ai principi di lealtà e buona fede, alla base di un proficuo impianto di relazioni industriali”.

E l’ultimo assunto vale anche per ogni altra discussione o tematica presente in Poste italiane auspicando che sulla trattativa per il rinnovo del CCNL dei dipendenti si possano instaurare proficui risultati.

Incontri sindacali dicembre 2016