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Sono tre le notizie  del momento iniziando da quella che coinvolge tutti gli italiani, a dispetto di una buona parte di coloro che intendono la “politica” come una fonte di guadagno e di assicurazione per una vecchiaia più tranquilla.

Si è letto dei parlamentari, divenuti tali solo per pochi giorni, cui è stato attribuito un lauto vitalizio per l’intera vita reversibile agli eredi; un modo per fare comprendere che esistono comuni cittadini e lavoratori che costituiscono la spina dorsale del paese – le cui pensioni presenti e future non sono certamente da considerarsi laute ed in molti casi neppure bastevoli – e poi una o più caste, quella dei professionisti della politica e degli eletti al Parlamento, nonché delle “Istituzioni” dello Stato, caratterizzate da personaggi destinatari di cospicui trattamenti economici che non hanno pari negli altri paese europei, perfino i più ricchi ed evoluti.

Dunque la notizia dell’approvazione alla Camera dei Deputati di un D.D.L. di riforma dei vitalizi ai parlamentari mediante l’applicazione del sistema di ricalcolo contributivo, pur con tutti i limiti ed i sospetti di qualche incostituzionalità adombrati da chi farà tutto il possibile per non farsi ritoccare l’assegno a vita (complice qualche interessato potere dello Stato), è una festa di tutti i cittadini, ovviamente assumendo bene a mente i nomi e le sigle di coloro che non l’hanno votato con mille scuse e tanta impudicizia. Il D.D.L. passerà al Senato per esservi votato, da settembre in poi, sempre che i rappresentanti dei cittadini ivi eletti non decideranno di affossarlo.

Dal sito web della Camera dei Deputati possiamo intanto apprendere che, circa la disciplina dei vitalizi e del sistema previdenziale dei parlamentari e dei consiglieri regionali, il testo approvato dalla Camera – come risultante dalle modifiche approvate – prevede l’applicazione di un sistema contributivo ai membri del Parlamento analogo a quello vigente per i dipendenti pubblici che si può riassumere come segue:

  • viene definito un sistema previdenziale, interamente contributivo, per i parlamentari in carica e per quelli cessati dal mandato che già  percepiscono gli assegni vitalizi o il trattamento previdenziale;
  • ai fini della determinazione del trattamento previdenziale i parlamentari sono assoggettati al versamento di contributi previdenziali trattenuti d’ufficio sull’indennità parlamentare; nel caso in cui i parlamentari optino (ai sensi dell’articolo 68 del D.Lgs. 165/2001) per il trattamento economico in godimento presso l’amministrazione di appartenenza, in luogo dell’indennità parlamentare, gli stessi possano chiedere di essere ammessi al versamento di contributi, allo scopo di ottenere la valutazione del mandato parlamentare ai fini previdenziali. In tal caso, le trattenute si effettuano sulle competenze accessorie;
  • la determinazione del trattamento previdenziale viene effettuata con il sistema di calcolo contributivo vigente per la generalità dei lavoratori (moltiplicando il montante individuale dei contributi per i coefficienti di trasformazione in vigore per i lavoratori dipendenti e autonomi, di cui alla tabella A dell’allegato 2 della L. 247/2007, in relazione all’età del parlamentare al momento del conseguimento del diritto alla pensione);
  • il montante contributivo individuale è individuato applicando alla base imponibile contributiva l’aliquota pari a quella per i lavoratori pubblici (art. 2, co. 2, L. 335/1995);
  • il nuovo sistema previdenziale è esteso entro 6 mesi anche alle regioni (le regioni a statuto speciale e le province autonome si adeguano conformemente ai loro statuti).

Il testo del DDL è leggibile in calce e si tratta della Proposta di legge: RICHETTI (P.D.) ed altri: “Disposizioni in materia di abolizione dei vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali” (DDL3225). Le votazione al DDL n.3225 del 26/7/2017 seduta n.842  presieduta da Boldrini Laura hanno prodotto i seguenti risultati: PRESENTI 393, VOTANTI 365, ASTENUTI 28, MAGGIORANZA 183 , FAVOREVOLI 348, CONTRARI 17   La Camera Approva !”  Testo Camera Deputati C3225 vitalizi

Ma tornando alle tematiche che coinvolgono migliaia di lavoratori, possiamo affermare che il mese di settembre sarà quello in cui si procederà alla definizione del nuovo Contratto Nazionale di Lavoro dei dipendenti di Poste italiane, poiché tale decisione ha avuto l’imprimatur del consenso di tutte le parti coinvolte, cioé Sindacati ed Impresa.

Ad agosto ne sapremo di più sull’andamento dei conti del Gruppo Poste italiane, con la pubblicazione dei dati della sua semestrale, a partire dal primi giorni del mese e saranno certamente buone notizie, tenuto conto dell’impegno con cui ogni giorno i lavoratori di Poste italiane, pure con tante difficoltà, compiono con regolarità i loro compiti. Permane intanto l’attesa per la definizione di un nuovo Piano Industriale del Gruppo Poste da parte dell’Amministratore Delegato in carica, insediatosi solamente da alcune settimane.

L’altro tema cui va prestata particolare attenzione è la possibilità di ricevere contributi dallo Stato italiano in presenza di figli, attraverso il sistema dei Bonus bebé, Bonus Nido, Bonus Mamme, Garanzie per i nuovi nati. Le famiglia interessate possono inoltrare le relative domande e dal 17 luglio (Bonus nidi) per ottenere gli importi mensili previsti a sostegno della genitorialità. 

A tal fine pubblichiamo la circolare Inps n° 93/2015 che ha articolato la definizione delle spettanze e le relative istanze, che andranno presentate mediante i dispositivi ON LINE del sito web dell’INPS oppure attraverso il sistema dei PATRONATI. Non conviene perdere tempo perché esistono limiti di stanziamento dei fondi da parte del Governo.

A seguire i dettagli…

Circolare numero 93 del 08-05-2015