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Il punto sulle pensioni in Italia si arricchisce con l’ultima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Repubblica del D.P.C.M. sull’ A.P.E. VOLONTARIA (anticipo finanziario a garanzia pensionistica), ulteriore forma di anticipo della pensione utilizzabile se in possesso di determinati requisiti, ma pagando un costo.

La Legge di Bilancio 232/2016 è quella che ha ufficializzato l’ANTICIPO PENSIONISTICO attraverso l’A.P.E.  Dunque dopo l’A.P.E. SOCIALE nasce anche  l’A.P.E. VOLONTARIA, ma a finanziarla saranno i lavoratori che vorranno ricorrere a tale strumento che si affianca alle altre modalità di anticipazione del trattamento di pensione nel regime dell’assicurazione obbligatoria. Si tratta della possibilità offerta dalle ultime norme in materia, cioè anticipare il trattamento della pensione pubblica, accompagnandola con una garanzia finanziaria (… chi chiederà l’A.P.E. volontaria pagherà un costo finanziato attraverso un prestito bancario a copertura della contribuzione previdenziale mancante, restituibile poi con rate mensili dopo l’inizio del trattamento della pensione).

Il testo del D..P.C.M. (n° 150 del 4 settembre 2017) di cui stiamo parlando è stato pubblicato il 17 ottobre scorso, costituito da 20 articoli e 5 allegati (vedi doc. in calce), in vigore dal giorno successivo: ma a completare l’opera si dovranno aspettare le istruzioni INPS e l’accordo indispensabile fra l’ A.N.I.A. e il sistema degli Istituti di Credito e Banche del paese.

Di cosa si tratta in breve:

a) interessa tutti i lavoratori dipendenti

b) requisito per beneficiare dell’APE volontaria è possedere 63 anni di età ed almeno 20 anni di contributi versati ai fini della pensione

c) l’importo della pensione calcolabile (virtualmente) in corrispondenza della data di avvio dell’APE volontaria non potrà essere più basso del trattamento della pensione minima INPS moltiplicato per 1,4 (pari a circa 700 euro), detratto il costo della quota della rata di ammortamento del prestito finanziario ricevuto per coprire la contribuzione

d) per ottenere l’A.P.E. volontaria non si deve essere già destinatari di pensione diretta di qualsiasi tipo o di assegno di invalidità

e) la durata del prestito finanziario potrà oscillare dai 6 ai 43 mesi con eventuali trascinamenti in caso di incrementi della speranza di vita ai fini della pensione

f) il prestito, esente dall’imposta Irpef, potrà essere acceso con una restituzione mensile di 12 mesi all’anno

g) la restituzione mensile del prestito della banca avviene tramite corrispondente decurtazione di ogni rata dell’assegno pensionistico

h) per chiedere l’APE volontaria non bisogna trovarsi oltre i 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia

i) l’importo minimo della quota dell’A.P.E. volontaria potrà variare fra 150 euro ed il 75% / 90% della pensione

l) dopo il perfezionamento dell’intesa ANIA – ABI e della circolare dell’INPS sull’argomento, si potrà chiedere l’A.P.E. volontaria inoltrando le domande all’INPS con le modalità indicate, inoltre specificando:

1. la proposta del contratto finanziario con l’Istituto di Credito o Banca garante,

2. la proposta del contratto assicurativo per il rischio di eventuale premorienza

3. istanza di accesso al Fondo di Garanzia

Con una pensione ipotizzabile intorno ai 1.600 euro, si stima che attraverso l’APE volontaria si potrà percepire un assegno di pensione poco superiore ai 1.000 euro.

Attualmente e fino a dicembre 2018 (lavoratori dipendenti) per ottenere la pensione anticipata servono 42 anni e 10 mesi se uomini e  41 anni e 10 mesi per le donne. I soggetti con primo accredito contributivo a partire dal 1° gennaio 1996 possono chiedere la pensione anticipata a 63 anni (da adeguare agli incrementi della speranza di vita), solo se risultano versati e accreditati almeno 20 anni di contribuzione effettiva e l’ammontare mensile della prima rata di pensione non risulti inferiore a 2,8 volte l’importo mensile dell’assegno sociale, cioè 1.254,59 euro (nel 2017 l’assegno sociale è pari a 448,07 euro moltiplicato per tredici mensilità). Fino al 31 dicembre 2018 il requisito è stato elevato a 63 anni e 7 mesi, per l’adeguamento della speranza di vita.

Per chiedere la pensione di vecchiaia con 20 anni di contribuzione versata le lavoratrici dipendenti nel 2017 devono possedere l’età di 65 anni e 7 mesi, che crescerà a 66 anni e 7 mesi nel 2018, mentre i lavoratori dipendenti devono possedere l’età di 66 anni e 3 mesi che diventeranno nel 2018 66 anni e 7 mesi per l’adeguamento alla speranza di vita.

Dalle notizie relative alla Legge di Bilancio per il 2018 sembra che il Governo voglia introdurre novità sulle pensioni per l’APE SOCIALE DONNA (a 63 anni possibile ottenere indennità fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia). Con una nuova norma che verrebbe introdotta dal disegno di Legge di Bilancio per il 2018 si prevede di ampliare la platea dei beneficiari riducendo i requisiti contributivi alle donne con figli; la riduzione sarebbe pari a 6 mesi per ogni figlio fino ad un massimo di 2 anni.

Inoltre introducendo l’Ape a tempo determinato si amplierebbe per il 2018 la platea dei beneficiari, estendendo l’indennità anche in caso di scadenza di un contratto a tempo determinato, a condizione che il lavoratore, nei 3 anni precedenti la cessazione del rapporto, abbia avuto periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi.

Per i dettagli sull’A.P.E. volontaria consultare il sito web INPS https://www.inps.it/nuovoportaleinps/ oppure il D.P.C.M. allegato.

D-P-C-M- APE VOLONTARIA

Allegato 1

Allegato 2

Allegato 3

Allegato 4

Allegato 5