L’Autorità di Garanzia delle Comunicazioni AG.COM. (Servizio statistico) pubblica un bollettino dell’Osservatorio sull’andamento delle comunicazioni in Italia, fra cui  il servizio postale.

Il bollettino trimestrale contiene i dati dei volumi e ricavi postali e l’ultimo del 2019 conferma il trend già manifestatosi nei trimestri precedenti.

Per leggere il bollettino basta scaricarlo dal sito AG.COM e visionare le pagine relative alla comunicazione postale (vedi stralcio).

L’analisi del documento conferma la decrescita dei servizi postali e soprattutto del servizio universale, che, stando alle attuali norme, è appannaggio di Poste italiane.

Quali dati?

  • continuano a decrescere i ricavi dei servizi postali (-2,4%) a fronte dell’incremento di quelli dei servizi di corriere espresso
  • il 54,7% dei ricavi nei servizi postali sono da ascrivere agli invii multipli nazionali (clientela commerciale) e comunque diminuiscono del 2,4%
  • gli invii singoli nazionali (clientela individuale) rappresentano il 13,3% e sono in flessione del 20,3% nel 2019, mentre crescono le componenti dei ricavi dai servizi accessori (+7,5%, ad esempio le notifiche a mezzo posta, etc.)
  • il “corriere espresso”, che pesa il 65% dei ricavi postali ascrivibile ad invii con mittente e destinatari italiani, cresce del 5,4%
  • le consegne in Italia dall’estero crescono del 3,9%
  • i ricavi del “Servizio Universale” su base annuale, sono in riduzione del 18,9%, ma crescono quelli da altri servizi (+14,3%) e su base annuale le risorse economiche da corriere espresso registrano una crescita del 21,3%

In definitiva, ragionando su base annuale, i volumi dei servizi postali inclusi nel “Servizio “Universale” sono in riduzione del 34,6%, mentre sono pressoché stabili quelli non inclusi nel servizio universale. Nel “corriere espresso” si è passati da 350 a 470 milioni di pacchi movimentati durante il 2019 (su tale componente insistono, bene attrezzati, i corrieri privati concorrenti di Poste italiane).

Dunque in generale dove va il servizio postale e quali misure occorre intraprendere a fronte dell’inarrestabile e progressiva erosione dei volumi postali, soprattutto nel “Servizio Universale” e la prospettiva della crescita costante della comunicazione digitale (sms, e_mail, pec, etc.)?

Il Servizio universale va sostenuto concretamente dal Governo, anche perché in questa componente c’è una massiccia presenza di operatori e di risorse umane (raccolta, lavorazione e recapito), che collegano l’intero paese dalle isole alla penisola, ai Comuni montani. Non si possono costringere i cittadini a “digitalizzarsi” (il dato sull’utilizzazione dei servizi internet in Italia è sconfortante, siamo al 27° e quintultimo posto in Europa (dato tratto dal Digital Economy and Society Index (DESI) 2019, Use of internet services dove “Finland, Sweden, the Netherlands and Denmark, have the most advanced digital economies in the EU followed by the UK, Luxembourg, Ireland and Estonia”) e comunque occorreranno anni per ottenere migliori risultati, in una nazione in cui la componente più anziana cresce sempre più, mentre i giovani preferiscono utilizzare slang e chat per i loro bisogni comunicativi, peraltro mettendo in soffitta l’uso della lingua italiana.

La scuola deve fare di più ed impegnarsi a fare amare forme di comunicazione più intellegibili!

Di tutto ciò deve occuparsi la politica, anch’essa responsabile non poco del tracollo della comunicazione postale, visto l’abuso della TV e della messaggistica on-line, con il risultato (sotto gli occhi di tutti) di abbrutire il paese, addormentare le coscienze e spingerlo verso gli estremi, con buona pace dell’uso dell’intelletto.

Estratto Osservatorio delle Comunicazioni 4_2019

Report DESI 2019 UseofInternetServices