Il comunicato stampa che entra nel merito della vicenda sui comportamenti scorretti nei tentativi di RECAPITO delle RACCOMANDATE è datato 15 settembre 2020 e può essere letto integralmente nel sito web dell’Autorità di Garanzia sulla Concorrenza ed i Mercati A.G.C.M.

Si tratta del procedimento PS11563 (POSTE ITALIANE -MANCATA CONSEGNA RACCOMANDATE) che si è concluso con una sanzione di 5 milioni di euro (le contestazioni erano nate dall’esame della pratica commerciale posta in essere dalla società Poste Italiane S.p.A., nella promozione delle caratteristiche del servizio di recapito delle raccomandate ed il riscontro nel servizio effettivamente erogato e nell’aver pubblicizzato il servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate omettendo di indicare nei messaggi l’esistenza di limitazioni per la fruibilità del servizio di Ritiro Digitale).

Le risultanze del procedimento di cui sopra e l’esame contemplato nelle 31 pagine del procedimento PS11563 hanno portato l’A.G.C.M. ad irrogare la sanzione di 5 milioni di euro: i dettagli sono contenuti nel suo sito web, insieme al testo del provvedimento (link https://www.agcm.it/media/comunicati-stampa/2020/9/PS11563 ).

Non è tardata la risposta di Poste italiane che nel suo sito web www.poste.it replica alle argomentazioni contenute nel comunicato stampa dell’A.G.C.M. affermando che ” Poste Italiane: inaccettabili i contenuti del comunicato AGCM, sconcertante il riferimento ai gravi danni al sistema giustizia del paese… In merito alla sanzione irrogata dall’AGCM, per una “presunta violazione del Codice del Consumo, per aver adottato una politica commerciale scorretta per il servizio di recapito delle raccomandate”, Poste Italiane respinge gli addebiti contenuti nel documento e ribadisce, con fermezza, che le proprie condotte commerciali sono improntate a principi di correttezza e trasparenza per la piena tutela dei clienti, dei consumatori e del sistema Paese.”

Nel sito di Poste italiane nella pagina web delle NEWS (Link: https://www.posteitaliane.it/it/comunicati/posteitalianeinac-1476524795335.html?wt.ac=1453895545051) è leggibile il comunicato integrale dell’Azienda che confuta le tesi dell’Autorità, ne riportiamo un brano (…Poste Italiane respinge totalmente l’accusa di non aver attivato misure di monitoraggio, controllo e correzione di eventuali anomalie. Già dall’aprile del 2019 sono state introdotte ulteriori azioni massive di controllo mai utilizzate prima ed ulteriormente rafforzate nel corso del procedimento così come rappresentato all’Autorità. Infine, Poste Italiane rivendica con orgoglio, l’attività svolta nel pieno dell’emergenza sanitaria dai propri dipendenti, che hanno prestato servizio in ogni zona del Paese e in ogni condizione senza mai interrompere un’attività essenziale per la vita dei cittadini, delle imprese e della pubblica amministrazione, seguendo scupolosamente l’evoluzione della normativa emergenziale adottata dal legislatore).

Per quanto ci riguarda concordiamo nel rammentare che il lavoro degli addetti ai servizi di lavorazione e recapito postale non può, né deve essere sminuito dai comportamenti (veri o presunti) di qualche minoranza che può anche esserci, ma va inquadrato nell’immensa mole di attività che – ad esempio – giornalmente ogni Portalettere compie, svolgendo i propri compiti fra le tante difficoltà che lo caratterizzano, al punto che – come rammentiamo spesso – dovrebbe essere inserito fra le attività del lavoro usurante.

Poste italiane ha affermato nel suo comunicato che “tutelerà, con fiducia nel sistema giudiziario italiano, la propria immagine e reputazione, i propri diritti e la correttezza delle proprie condotte presentando ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio”; riteniamo che l’onestà dei lavoratori di Poste italiane possa e debba ricevere il giusto riconoscimento, a fronte di qualche limitato e minoritario “guastafeste”.