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Il tema delle pensioni rimane al centro dell’osservatorio delle problematiche italiane, perché la sostenibilità del sistema – di cui si discute da qualche anno – è motivo di continui interventi e non è preclusa la possibilità che il Governo debba occuparsene fra qualche mese, per favorire l’uscita dei lavoratori prossimi alla pensione che consensualmente volessero lasciare l’attività lavorativa, per facilitare nuovi ingressi al mondo del lavoro dei giovani.

Le cose da mettere a punto sono sempre le stesse che hanno suscitato l’interesse del Governo “Monti” e che hanno portato all’approvazione delle pesanti modifiche della legge in vigore all’epoca e  dal 1 gennaio 2012 l’introduzione della “Pensione anticipata” elevando i requisiti necessari per ottenerla, ma con qualche decurtazione in più.

Il sistema delle soglie di età necessaria per conseguire i requisiti della pensione continuerà a subire l’effetto degli adeguamenti alla “speranza di vita” con cadenza triennale (il prossimo è previsto nel 2016 e causerà l’allungamento degli attuali requisiti di ulteriori 4 mesi).

Intanto il Governo “Renzi” ha introdotto una deroga alle penalità previste per chi decide di utilizzare il meccanismo della pensione anticipata, che ne riduceva l’assegno dell’uno o due per cento, di cui beneficeranno coloro che matureranno il requisito dell’anzianità contributiva prevista per andare in pensione, purché ciò avvenga entro il 31 dicembre del 2017, poi dovrebbero tornare le penalizzazioni di cui avevamo fatto cenno.

La cosa certa è che occorre mantenere l’equilibrio fra i pensionati che crescono ad ogni trascorrere di anni ed i lavoratori in costanza di servizio che con il versamento dei loro contributi contribuiscono a rimpinguare le casse dell’INPS, cui è stato anche assegnato il peso sociale dell’intero welfare, cioè l'”Assistenza“; inoltre è quanto mai auspicabile che l’economia torni a crescere incrementando l’occupazione, che negli ultimi anni è crollata causando un dislivello più sensibile fra lavoratori occupati e pensionati (tutti ne parlano e dissertano sotto i vari punti di vista e di convenienza senza grossi risultati, ed il riferimento è diretto a tutti i Governi delle più diverse epoche, di qualsiasi orientamento o colore politico, oltre che ai vari economisti ed esperti delle diverse estrazioni politiche o di scuola che paventano ricette spesso contrastanti).

C’è poi, non secondario, il problema di come incentivare l’occupazione giovanile consentendo alle nuove generazioni di lavoratori di versare i loro contributi per costruirsi una pensione soddisfacente per la vecchiaia (le previsioni dei loro assegni di pensioni con il sistema contributivo esteso ormai a tutti portano ad assegni decurtati di oltre il 35% /50%rispetto a quelli dei loro padri) e questo è un ulteriore tassello che dovrebbe consentire di incidere nei meccanismi della Previdenza integrativa o complementare, cui attualmente hanno fatto ricorso quote non significative (25%) di lavoratori, soprattutto i più giovani.

L’altro nodo essenziale è poi quello dei meccanismi di regolazione del TFR (trattamento di fine rapporto) su cui l’attuale Governo ha messo le mani per rastrellare nuovi ricavi attraverso l’appesantimento della fiscalità e le facilitazioni concesse ai lavoratori e lavoratrici, atte a ricevere le quote di TFR maturando in busta paga per i prossimi 4 anni, pagandone poi le conseguenze all’atto del calcolo della loro pensione; per non parlare poi dell’appesantimento della tassazione sui ricavi da pensione complementare.

Quali dunque i requisiti per andare in pensione dal 1 gennaio 2015 nel lavoro privato ? La pensione di vecchiaia si potrà ottenere raggiungendo l’età anagrafica o di contribuzione prevista.

DONNE.

Per ottenere la pensione anticipata le donne dovranno avere l’anzianità contributiva di 41 anni e 6 mesi nel 2015 che diventerà dal 1 gennaio 2016 di 41 anni e 10 mesi per l’adeguamento della loro “speranza di vita”; la pensione di vecchiaia per le donne scatterà  con il possesso del requisito di 63 anni e 9 mesi di età anagrafica nel 2015, che dall’1.1. 2017 diventerà di 65 anni e 7 mesi e dal 1 gennaio 2018 di 66 anni e 7 mesi (quest’ultima soglia è ancora da adeguare alla speranza di vita che potrebbe elevarsi da 2018).

UOMINI.

Gli uomini potranno conseguire la pensione anticipata se in possesso dell’anzianità contributiva di 42 anni e 6 mesi nel 2015, ma tale requisito si eleverà a 42 anni e 10 mesi a partire dal 1.1.2016. Invece i lavoratori potranno conseguire la pensione di vecchiaia all’età anagrafica di 66 anni e 3 mesi nel 2015, che diventeranno 66 anni e 7 mesi a partire dal 2016.

Il sistema previdenziale prevede poi innumerevoli casistiche particolari di cui non facciamo cenno per brevità, taluni illustrati nella nostra informativa che alleghiamo quale quadro riepilogativo delle condizioni di accesso al pensionamento, di più facile lettura.

Scheda Failp Pensioni 2015_2016

IL LAVORO USURANTE O NOTTURNO ANTICIPA LA PENSIONE, DOMANDE DA PRESENTARE ALL’INPS ENTRO IL 1° MARZO. 

Entro il prossimo 1° marzo vanno presentate le domande di riconoscimento dello svolgimento dei lavori particolarmente faticosi e pesanti, da parte dei lavoratori che maturano i requisiti previsti nell’ordinamento (D.leg.vo 67/2011 e L. 214/2011).

Si tratta di coloro che perfezionano i requisiti previsti dalle norme in vigore nell’anno 2015, cioè:

a) i lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti; lavoratori addetti alla cosiddetta “linea catena”; conducenti di veicoli adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo (possono conseguire il trattamento pensionistico ove in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e, se lavoratori dipendenti, di un’età minima di 61 anni e 3 mesi, fermo restando il raggiungimento di quota 97,3, se lavoratori autonomi, di un’età minima di 62 anni e 3 mesi, fermo restando il raggiungimento di quota 98,3, così come riassunto nelle tabelle contenute nel messaggio INPS del 30 dicembre scorso, il messaggio n. 9963:

b) lavoratori notturni in possesso dei requisiti previsti dalle norme in vigore  (cfr. tabelle relative al messaggio Inps 9963/2014 in allegato)

L’Inps comunicherà agli interessati che presenteranno domanda di riconoscimento del beneficio l’esito della stessa entro il prossimo mese di ottobre.

Messaggio Inps Lavoro usurante 9963_2014

ESODATI DAL LAVORO E RIFORMA DELL’ORDINAMENTO PENSIONISTICO IN VIGORE A SEGUITO DELLA LEGGE 22 DICEMBRE 2011 n. 214

Con la legge citata il Governo dell’epoca, sulla scorta delle pressioni della C.E. e dello stato dell’economia del paese assoggettata ad una crescita a dismisura del debito pubblico, in rapporto con la situazione degli altri paesi, ha provveduto a completare il percorso iniziato con il Decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, articolo 24, in materia di “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equita’ e il consolidamento dei conti pubblici.

Così nacque il problema degli ex lavoratori cessati dall’attività di servizio a seguito dall’interruzione consensuale  ed incentivata del rapporto di lavoro, avvenuta con i loro datori di lavoro secondo parametri collegati alle decorrenze pensionistiche in vigore precedentemente alla data di emanazione della citata norma, che ha creato il problema dei LAVORATORI ESODATI rimasti privi di un sostegno reddituale a causa del repentino cambiamento delle regole di accesso al sistema previdenziale pubblico.

A seguire, i Governi hanno provveduto anno per anno a stabilire il finanziamento del bilancio statale, con una cifra congrua predeterminata, destinata a coprire il costo dei trattamenti pensionistici attribuibili ai lavoratori esodati nel corso dell’anno, rimasti privi del lavoro e senza pensione per il repentino cambiamento dei requisiti di accesso alla pensione anticipata previgente alla riforma “Monti – Fornero”.

Gli ex lavoratori cessati dal servizio hanno visto progressivamente assottigliarsi l’ammontare dell’incentivo economico ricevuto dalle loro aziende in cambio dell’interruzione del rapporto di lavoro e contestualmente allontanarsi la data dell’accesso al nuovo sistema previdenziale; di qui le iniziative numerose del sindacato e di parti politiche per una soluzione definitiva del problema.

Una recente decisione della Corte Costituzionale ha negato la possibilità di ricorrere al Referendum per l’abrogazione o modifica della Legge di Bilancio statale che ha creato il problema degli esodati, in coerenza (sembra) con i dettati costituzionali.

Ma chi ha creato il danno deve operarvi rimedi, da ciò la necessità che a trovare soluzioni definitive e soddisfacenti per tutti al problema degli esodati siano il Governo del paese ed il Parlamento.

La FAILP ha da tempo offerto collaborazione per la soluzione del problema degli” esodati” e sostegno agli ex lavoratori di Poste Italiane ed agli altri lavoratori coinvolti nella stessa situazione; altrettanto ha fatto la nostra Confederazione (cfr. allegato comunicato):

CAVALLARO (CISAL): PRONTI A CONTRIBUIRE ALLA RIFORMA DEL SISTEMA PENSIONISTICO. Roma, 22 gennaio 2015 – “Occorre rivedere con urgenza l’intera materia previdenziale per correggere gli errori della riforma Fornero e restituire così serenità a tutti quei lavoratori vittime di una legge profondamente ingiusta”. E’ quanto dichiara Francesco Cavallaro, Segretario Generale della CISAL – Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori, in merito alla bocciatura del referendum abrogativo della legge Fornero da parte della Consulta. “La decisione della Corte Costituzionale non può costituire un comodo paravento per Governo e Parlamento”, precisa Cavallaro. “La CISAL  – conclude il Segretario – insisterà con le proprie proposte, a partire dalla flessibilità in uscita, da una vera perequazione delle pensioni e dall’eliminazione di ogni odiosa discriminazione, soprattutto fiscale, tra Fondi complementari pubblici e privati. Senza dimenticare l’annoso problema dell’effettiva separazione tra assistenza e previdenza per una gestione davvero trasparente del salario differito di esclusiva proprietà dei Lavoratori”.