lavoro

Poste italiane ha avviato alcune ristrutturazioni fra le aziende medio piccole facenti parte della galassia del Gruppo, con cui – fermo restando l’utilizzazione del medesimo personale – si cambia denominazione e collocazione ad alcune imprese ed a qualche centinaio di lavoratori.

Le due ultime comunicazioni pervenute al sindacato annunciano che non prima del 1 maggio (… da ultimare alcune incombenze formali societarie) due aziende saranno oggetto di una diversa collocazione nel “Gruppo”.

In particolare trattasi di PosteShop S.p.A. destinata – tramite fusione per incorporazione – ad entrare a fare parte di Postel S.p.A. in cui transiterà l’intero personale composto da 31 risorse fra cui due dirigenti, cui sarà applicato il CCNL ivi già in vigore con gli opportuni adattamenti.

La seconda impresa interessata da un rapporto di “scissione parziale di ramo di azienda”, sempre non prima del 1 Maggio prossimo, è la “Rete Fissa TLC” che da Poste Mobile S.p.A. transiterà in Poste italiane S.p.A. senza soluzione di continuità, con l’intero personale costituito da 98 risorse fra cui cinque dirigenti.

In tutti i casi le risorse umane non dovrebbero essere interessate a spostamenti di sedi di lavoro ed il loro rapporto di lavoro subordinato proseguirà nelle nuove collocazioni aziendali, che l’impresa ritiene più coerenti con il nuovo Piano Industriale “Poste 2020” nell’ambito delle rispettive mission ed i servizi espletati.

In allegato riportiamo le comunicazioni che sono state inoltrate al sindacato in data 21 marzo 2016, cui daremo seguito per gli eventuali approfondimenti.

 

“UPTIME” L’OGGETTO DI DISCUSSIONE IL 22 MARZO FRA POSTE ITALIANE E LE OO.SS.

Nella giornata del 22 marzo il sindacato ha incontrato Poste italiane mettendo all’ordine del giorno la questione “Uptime”, cioè il destino dei lavoratori di una delle imprese di call center di Roma, caratterizzata da alterne vicende che hanno interessato marginalmente ma non solo, sia la capogruppo, sia SDA EXPRESS Courier S.p.A.

Già da metà anno scorso il personale “Uptime” si era fatto sentire con varie proteste per le vicissitudini che hanno caratterizzato il loro rapporto di lavoro di assistenza clienti nei confronti di attività della galassia Poste, mediante prestazioni di call center coinvolgenti ex dipendenti SDA.

La situazione è precipitata a causa di recenti iniziative che hanno innescato gare invito/appalti e nuove attribuzioni di servizi già svolti in “Uptime” ad altre società in outsourcing, mettendo a rischio parte del personale.

Ancora una volta nel nostro paese emergono questioni di principio e di fatto che innescano polemiche nel variegato mondo dei call center, cioè l’attività di lavoro più rischiosa in termini di sicurezza del posto di lavoro e flessibilità, causa l’estrema frammentarietà di società esistenti e caratterizzate da una elevata competizione, quasi sempre destinate a farsi avanti con il massimo ribasso.

Ciò che pesa è l’iniziativa denunciata dai lavoratori di paura della precarietà/perdita del posto di lavoro, allorché trattasi di società partecipata da SDA Express Courier, quest’ultima facente parte del Gruppo Poste italiane e sorge spontanea la domanda: perché nel Gruppo Poste italiane che possiede un suo TSC/Call center non si riuniscano tutte le attività indirizzate alle società partecipate in un network a struttura unica, piuttosto che affidarsi a medio-piccole imprese in out-sourcing.

In allegato le specifiche note aziendali sugli incontri relazionali.

Comunicazione ex art 47 Legge 428_90 Rete Fissa TLC

Comunicazione ex art 47_L 428-90_Fusione POSTESHOP in Postel

 

DAL 12 MARZO E’ IN VIGORE LA NUOVA PROCEDURA SULLE “DIMISSIONI” FRUTTO DELLE NOVITA’ DI LEGGE.

Anche Poste italiane, come d’obbligo, ha preso atto delle ultime novità normative contenute nel Jobs Act, fra cui la nuova procedure sulle dimissioni dal lavoro, più garantiste verso i lavoratori subordinati a mente di talune sospettose e cosiddette “dimissioni in bianco” che negli anni scorsi venivano adombrate come in uso da parte di piccoli imprenditori.

Ovviamente le illeceità non venivano certo compiute da parte di grandi aziende e meno che mai da Poste italiane abituata  dal sindacato ad effettuare in molti casi accordi sindacali nelle procedure di trasformazione dei rapporti di lavoro subordinato e delle eventuali cessazioni.

Ciò che cambia a partire dal mese di marzo è l’obbligo, in caso di “dimissioni” dal lavoro, di ricorrere alla procedura informatica, non più pertanto una semplice lettera di “dimissioni”.

Tutte le informazioni sulla nuova procedura sono contenute nello specifico decreto ministeriale e nelle successive precisazioni da parte degli Organi competenti, oltreché presso i Patronati ed il sito web del Ministero del Lavoro all’indirizzo http://www.cliclavoro.gov.it/Cittadini/  (c.f.r. doc. allegati).

Comunicazione al personale Convalida dimissioni marzo 2016

Decreto_ministeriale_15_dicembre_2015_dimissioni

Nuovo Modulo-dimissioni_fac-simile