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Una nuova tegola si abbatte su Poste italiane e riguarda il versante dei servizi postali dove la competizione con i recapitisti privati è sempre più accesa.

Nel mirino dell’autorità garante della concorrenza sono finiti alcuni comportamenti di Poste italiane relativi ai servizi di corrispondenza per i grandi clienti business (Posta massiva e Posta time). L’indagine dell’antitrust che si dovrà concludere entro il 31 ottobre 2017 è stata avviata su segnalazioni di NEXIVE l’altro colosso del recapito postale privato e riguarderebbe (leggiamo nel sito web della stessa Antitrust all’indirizzo  http://www.agcm.it/stampa/) il “diniego del servizio Posta Time ai concorrenti di Poste italiane e la contestuale offerta a questi della sola Posta Massiva, a prezzi ben più elevati di Posta Time, a ciò si aggiungerebbe l’applicazione di sconti selettivi e fidelizzanti sui prezzi di listino di Posta Time ai clienti finali e di una copertura territoriale variabile di quest’ultimo servizio”.

La presunta accusa è che sia in atto una condizione di offerta economica più vantaggiosa ai propri clienti da parte di Poste italiane nelle zone dove è presente solo la propria rete, ma l’accusa ovviamente è tutta da verificare. Non è certo la prima volta che a carico di Poste italiane si imputano presunti comportamenti lesivi degli interessi dei recapitisti privati; a volte le indagini si sono concluse con il sollevamento di Poste italiane da ogni responsabilità, o con opportune modifiche degli stessi comportamenti segnalati …

Il testo del provvedimento dell’Antitrust è leggibile all’indirizzo web http://www.agcm.it/component/ (tredici pagine che fotografano le peculiarità dei servizi imputati e dei comportamenti correlati alla luce del diritto vigente, terminando con l’avvio dell’indagine).

La delibera dell’Antitrust si conclude con l’avvio dell’ istruttoria, nei confronti di Poste Italiane S.p.A., ai sensi dell’articolo 14 della legge n. 287/90, per accertare se le condotte poste in essere da tale società integrino abusi di posizione dominante ai sensi dell’articolo 102 del TFUE.

 

POSTE, LA TEGOLA DEL SERVIZIO POSTALE NEI RAPPORTI CON GLI EDITORI DELLA STAMPA

E’ uno dei nodi che caratterizza il rapporto fra clienti, azienda postale detentrice del servizio universale in Italia e mondo dell’editoria, quello dell’introduzione del recapito a giorni alterni  nel nostro paese, che è stato in qualche modo rinviato, piuttosto che risolto nell’ultima delibera dell’A.G.COM 396/15/com e riguarda il servizio del recapito postale dei quotidiani e periodici.

Attualmente Poste italiane deve garantire la prosecuzione del recapito dei giornali e dei prodotti dell’editoria, senza limitazioni temporali alla loro diffusione.

In internet è presente un comunicato che riflette la portata del problema e la diversità dei punti di vista rispetto all’interesse di P.I. (P.C.L.) a crearsi le condizioni per operare un consistente risparmio dei costi, assicurando comunque la continuità del recapito giornaliero dei Giornali e Settimanali e degli altri prodotti a diffusione temporale continuativa.

Il testo che riportiamo è leggibile all’indirizzo http://www.fieg.it/salastampa POSTE: FIEG, IL PROGETTO DI CONSEGNA DEI GIORNALI A GIORNI ALTERNI CONTRASTA CON LE NORME UE. Roma, 17 giugno 2015 “È necessaria la massima attenzione da parte delle istituzioni europee a garanzia del ruolo e della funzione del servizio postale universale e della regolare distribuzione della stampa quotidiana e periodica in Italia. Il progetto di Poste italiane di recapitare la corrispondenza, e con essa i giornali agli abbonati, a giorni alterni nel 65% dei comuni contrasta infatti con la stessa normativa dell’Unione Europea e non rientra nell’ambito delle deroghe consentite.”

Il presidente della Fieg, ………….. ha così commentato la presentazione da parte di ……………, eurodeputato Pd e vicepresidente del Parlamento europeo, di una interrogazione prioritaria alla Commissione europea su “Distribuzione alterna della posta e Diritto all’informazione”, dove si legge come il progetto di Poste Italiane presentato all’Agcom neghi di fatto l’accesso all’informazione quotidiana ai cittadini di 5.296 comuni italiani, in violazione di quanto sancito dalla Carta dei Diritti fondamentali dell’Ue e dalle direttive comunitarie, e in cui si chiede un intervento della Commissione stessa.
“Il progetto proposto contrasta infatti con la previsione del servizio postale universale, di cui Poste italiane è la società affidataria, che garantisce appunto a tutti i cittadini la possibilità di fruire di un servizio di pubblica utilità, indipendentemente da fattori come il reddito o la collocazione geografica, e anche con la direttiva europea sul mercato dei servizi postali che prescrive la distribuzione a domicilio della posta, e quindi dei giornali agli abbonati, almeno cinque giorni lavorativi a settimana.”
“Alcune deroghe sono previste, ma solo in circostanze o condizioni geografiche ‘eccezionali”, tant’è che finora sono state applicate solo da alcuni Stati membri e in casi molto limitati ed estremi. Mai comunque con conseguenze così vaste come nel progetto di Poste italiane che coinvolge il 25% della popolazione italiana, un cittadino su quattro”.
“Gli editori italiani rinnovano la richiesta all’Agcom di respingere il progetto di Poste italiane, evitando anche il rischio dell’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia, salvaguardando così la possibilità di una tempestiva consegna della stampa quotidiana e periodica in tutto il territorio nazionale.”
Il tema della consegna dei quotidiani e giornali, come si evince dal ritaglio di cui sopra, è stato all’attenzione di tutti già dallo scorso anno ed è attualmente una delle questioni su cui il sindacato postale si sta confrontando con Poste italiane, che è chiamata ad assicurare la distribuzione postale dei prodotti dell’editoria in tutto il territorio nazionale con le tempistiche dovute (es. quotidiani e settimanali).