Negli ultimi anni Poste italiane non ha ritenuto necessario convocare il Comitato per le Pari Opportunità, previsto nei contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore.

In un’Azienda in cui il 54% delle Risorse Umane è costituito da donne, una bassa considerazione dei principi di Pari Opportunità non può esistere, neppure tenendo conto dell’incidenza dei temi organizzativi che nel 2017 e 2018 hanno tenuto impegnate le relazioni industriali.

L’assiduità con cui in alcuni settori di Poste italiane vengono esercitate pressioni commerciali esagerate, a volte lo scarso rispetto del principio della “disconnessione”, indispensabile per assicurare un corretto bilanciamento dei tempi di vita e di lavoro, sono spirali entro cui si muovono problematiche che investono i lavoratori e le lavoratrici, ancora di più le donne che hanno anche il peso ulteriore del ruolo di sostegno familiare e mamma, una volta terminato l’orario di lavoro.

Ma c’è chi non esita a continuare a messaggiare, anche dopo l’orario di lavoro, sul tema dei budget da adempiere e la proattività necessaria per ottenere sempre maggiori risultati, cui si aggiungono compiti a casa per adempiere ai processi formativi, che invece dovrebbero trovare spazio nel contesto dell’orario di lavoro.

Quelli esposti sono soltanto alcuni degli aspetti che possono investire la parità di trattamento ed il rispetto dei tempi di vita e di lavoro, ultimamente trattati anche in una giornata di convegno promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri il 13 dicembre, in occasione dello sviluppo promuovibile dello smart working.

Consapevoli dell’importanza degli argomenti che coinvolgono migliaia di lavoratori e lavoratrici in Poste italiane la F.A.I.L.P. CISAL ha invitato Poste italiane a convocare i COMITATI in essere, nel rispetto di quanto statuito e condiviso, anche nel momento della sottoscrizione del CCNL in vigore.

In allegato le lettera spedita all’Azienda dalla Segreteria Generale F.A.I.L.P. CISAL.

Lettera Failp Comitato Parità Opportunità