Poste, pubblicati i risultati del secondo trimestre 2020, l’impatto e le ricadute della pandemia nei primi mesi dell’anno. Le disponibilità sulle P.A.L. (assunzioni, conversioni part time, mobilità, ecc…)
Poste italiane ha pubblicato nel suo sito web www.poste.it i risultati del secondo trimestre del 2020, che ovviamente risentono del periodo di parziale sospensione di molte attività economiche nel paese, i cui riflessi non potevano mancare nei mesi del lockdown italiano.
Fra le indicazioni contenute si registrano:
- incremento nella gestione pacchi, ma calo delle corrispondenze
- incremento della vendita nella rete
- servizi assicurativi, ricavi resilienti e ripresa graduale
- generale ripresa dei ricavi dopo l’allentamento delle misure di contenimento dell’epidemia
L’Azienda ha contenuto i costi – come riporta il comunicato societario – “… il Gruppo ha attivato un ampio e severo programma di riduzione, con l’obiettivo principale di ottenere risparmi strutturali di medio e lungo termine. In particolare, il Gruppo ha utilizzato le leve di flessibilità sul costo del lavoro per ridurre l’organico e ha adottato misure straordinarie sui costi legati alle performance commerciali e all’incentivazione manageriale (decurtato del 50% il bonus MBO). Il Gruppo ha inoltre fatto ricorso al Fondo di solidarietà in relazione al personale nei cui confronti, durante il periodo di emergenza sanitaria, è stata disposta la riduzione/sospensione dell’attività lavorative. Nell’emergenza il Gruppo ha attivato in tempi record lo smart working per tutte le risorse applicate ad attività compatibili (oltre 16.000 persone). Questa misura ha comportato impatti positivi sulla produttività e sul contenimento dei costi…”.
Poste italiane ha confermato in linea di massima l’utilizzo dello smart working fino al prossimo mese di settembre, salvo ulteriori sviluppi della materia in ambito aziendale, fra le Parti ed ovviamente nel paese.
Fra le indicazioni statistiche che emergono risulterebbe che le aziende si stiano sempre più orientando per introdurre lo smart working già nell’ambito contrattuale, tenuto conto che da esso può derivare un contenimento delle spese per i locali e le sedi di lavoro, senza limitazioni al coinvolgimento dei lavoratori che operano a distanza, inoltre risulta che la produttività subisca un incremento insieme alla riduzione delle assenze per malattia. Non mancano i detrattori di tale forma di lavoro, soprattutto da parte della stampa schierata che usa generalizzare critiche poco lusinghiere, senza approfondire la materia, ma soltanto per speculazioni politiche.
Per quanto concerne le leve di flessibilità sull’organico, il Sindacato è già intervenuto su Poste italiane per sollecitare l’adeguamento delle risorse, soprattutto nei territori ed ambiti con maggiore sofferenza, da ciò è emerso un confronto relazionale che ha comportato il nuovo accordo sulle POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO e su tale ambito pubblichiamo le disponibilità relative all’intesa Interventi Politiche Attive 2020_Accordo 29_07_2020
Per la lettura integrale del comunicato aziendale, si rinvia al sito web di Poste italiane.