L’associazione dei consumatori ALTROCONSUMO pubblica nella sua rivista di novembre un articolo che mette in fila i risultati dell’indagine tra gli utenti di Poste italiane (grado di soddisfazione) e dai risultati emerge che la metà degli utenti ha avuto problemi con lettere, bollette e comunicazioni varie, spesso in ritardo.

La rivista dedica l’inchiesta n. 341 a scandagliare il grado di soddisfazione degli ultimi 12 mesi di 3.021 utenti che vivono nelle principali città d’Italia ed il risultato purtroppo non è brillante per l’Azienda che detiene il monopolio del Servizio Universale fino al 2026, mentre è in corso la definitiva approvazione del “Contratto di Programma” MISE-POSTE per i prossimi cinque anni.

In breve dalla lettura dell’articolo emerge che il 39% degli italiani di cui sopra si definisce scontento dei servizi postali (61 su 100 il grado di sufficienza) e non primeggia neppure la soddisfazione della loro presenza come utenti negli uffici postali, dove i tempi di attesa davanti agli sportelli ammontano mediamente a 24 minuti, anche con punte di 45, a fronte del’optimum aziendale che dovrebbe aggirarsi non oltre i 15 minuti.

Fra i meno soddisfatti dei servizi di posta ci sono i cittadini di Taranto, ma anche di Trieste; l’indagine copre 29 città d’Italia, mentre sui tempi di attesa negli uffici postali primeggiano (al negativo) Catania e Taranto che ruotano oltre i 30 minuti.

L’articolo è godibile nella rivista di ALTROCONSUMO cui abbiamo fatto cenno.

Da parte nostra il commento è ovviamente di viva preoccupazione, perché l’Azienda continua a ridurre il numero dei dipendenti, per abbassare i costi del lavoro e soltanto l’ultimo accordo sulle “Politiche attive del lavoro” ha posto qualche rimedio alle mancanze di addetti, sia nel settore postale, sia in quello del personale degli Uffici Postali.

A discolpa dell’Azienda non può neppure esserci un richiamo alla responsabilità dei lavoratori, perché la professionalità dei dipendenti postali è ormai stata acquisita da tutti gli osservatori, fin dal passaggio da Azienda Pubblica a Società per Azioni (la si studia in economia anche nelle Università), c’é soltanto da commentare che assumere i dividendi da distribuire agli azionisti quale stella polare non può essere buona cosa in una società chiamata a svolgere servizi di primaria importanza per tutta la comunicazione del paese, mentre lo stesso Governo italiano dovrebbe concretamente porsi il problema di dare il giusto rimborso per i costi che l’Azienda sostiene quale attrice del S.U. assicurato dalle grandi città ai più piccoli Comuni d’Italia, insieme alla sua presenza fisica attraverso gli uffici dislocati pressoché in ogni città o Comune.

 

IL TESTO DELL’AUDIZIONE DELLA F.AI.L.P. CISAL ALLA CAMERA DEI DEPUTATI, NEL CORSO DELL’ESAME DELL’ATTO DI GOVERNO CHE CONTIENE LA PROPOSTA DI RINNOVO DEL  CONTRATTO DI SERVIZIO FRA MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO E POSTE ITALIANE.

Nelle nostre precedenti notizie abbiamo fatto cenno alle audizioni svolte da parte delle Commissioni Parlamentari deputate ad esaminare l’Atto di Governo, che contiene la proposta di rinnovo del CONTRATTO DI PROGRAMMA 2020-2024: fra le altre audizioni ci sono state quelle di Poste italiane, di diverse Associazioni datoriali e di utenti, nonché delle Organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL dei dipendenti di P.I.

In allegato pubblichiamo il testo dell’intervento svolto dalla F.A.I.L.P. CISAL  (Salvatore Fasciana) che è interamente visibile su internet nella “Camera TV” dei lavori di Commisssione cui ci siamo riferiti.

12.11.2019 – Audizione FAILP CISAL Camera Deputati