I provvedimenti del Governo sull’epidemia da CORONA VIRUS continuano a fotografare un’Italia messa a dura prova nelle Regioni del CENTRO NORD caratterizzate da un’emergenza sanitaria che incombe, mentre oltre il centro Italia ed al Sud forse non c’è ancora abbastanza coscienza dell’allarme che può derivare dalla prossima crescita delle infezioni in altri territori.

CHI ENTRA IN UN UFFICIO POSTALE NON DEVE RISCHIARE LA PROPRIA SALUTE !

La F.AI.L.P. CISAL e le altre OO.SS. firmatarie del CCNL che si applica in Poste italiane hanno responsabilmente preso atto delle scelte che l’Azienda ha fatto autonomamente, anche attraverso il suo COMITATO DI CRISI, per assicurare CONDIZIONI DI LAVORO CONSONE AL PERSONALE DEGLI UFFICI POSTALI che non può, né deve rischiare di prestare la sua opera in situazioni pericolose per se stessi e per la clientela che continua a frequentare le Strutture ed i luoghi di lavoro dell’Azienda, che devono essere assiduamente sanificati, garantiti  e protetti secondo le norme varate dalle AUTORITA’ SANITARIE e dal Governo (cfr. Protocollo Sicurezza Lavoro in calce).

Portalettere, personale di P.C.L., sportellisti continuano ad essere presenti ed in servizio con le modalità eventualmente ridotte in questo difficile frangente, ma NON BASTA!

Le “regole” che il COMITATO DI CRISI AZIENDALE emana periodicamente possono non trovare in alcuni casi corrispondenza nel territorio ed i lavoratori e la clientela di P.I. non devono subirne le conseguenze.

Nei giorni scorsi alcuni Comuni erano insorti per la riduzione delle aperture degli UFFICI POSTALI confondendo i servizi essenziali nella comunicazione postale con la normalità, certamente non essendo fra i frequentatori degli spazi postali che spesso si presentano angusti e NON IDONEI A GARANTIRE 1 METRO DI DISTANZA FRA UN CLIENTE E L’ALTRO, OLTRE ALL’IMPOSSIBILITA’ DI DOTARLI DI MASCHERINE.

“Fra le altre lettere di protesta dei sig.ri Sindaci ecco un brano “Laddove le misure a tutela della sicurezza che elencate al punto 1 della Vostra comunicazione e quelle previste dal DPCM 11 marzo 2020 siano concretamente attuabili, riteniamo sia indispensabile continuare a garantire il servizio universale postale per non far mancare ai cittadini la possibilità di fruirne con il minor disagio possibile. Con la presente, pertanto, siamo a richiedervi di rivedere le decisioni di chiusura e ed effettuare tutto quanto necessario per garantire la continuità di funzionamento degli UP nei Comuni ove è prevista la chiusura, prevedendone solo la riduzione dei giorni e degli orari di apertura, per consentire la prosecuzione del servizio pubblico essenziale a voi deputato, sempre nel massimo rispetto delle misure disposte a tutela della salute e sicurezza degli operatori e dei cittadini.

Per questi motivi, a meno che qualcuno non voglia che si ricorra alle ASL – IGIENE e AUTORITA’ di SICUREZZA , anche alla luce del recente PROTOCOLLO SULLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO ALL’EPOCA DEL CORONA VIRUS, le ORGANIZZAZIONI SINDACALI SONO CONVINTE DI DOVERLO RISPETTARE con tutte le conseguenze laddove non fossero riscontrate le condizioni previste.

In tal senso le STRUTTURE SINDACALI TERRITORIALI agiranno con la massima determinazione nel caso in cui fossero riscontrate anomalie: quanto sopra è stato già certificato con le lettere che le SEGRETERIE NAZIONALI delle OO.SS. hanno spedito all’Azienda ed al Presidente dell’A.N.C.I. (Associazione nazionale Comuni d’Italia).

NON C’E’ PIU’ TEMPO!

Il testo delle note è quì riportato, anche in calce alla notizia.

LETTERA ALL’AZIENDA.  15 marzo 2020. Oggetto: Emergenza contagio. Siamo nel pieno di una crisi sanitaria senza precedenti, una emergenza oramai planetaria che impone fermezza e un decisionismo improntato alla massima responsabilità. Pur apprezzando il lavoro del Comitato Centrale di Crisi, segnaliamo, ancora una volta, evidenti limiti sull’ operato della catena di comando insita alle due grandi Divisioni (MP e PCL) che ancora oggi non riesce a far rispettare sul territorio tutte quelle misure emergenziali concepite dalla nutrita attività regolatoria del Governo, Regioni, Sindaci, Organi Prefettizi, Attività Sanitaria e, da ultimo del Protocollo tra Governo e Parti Sociali.
I comunicati del Comitato di Crisi omettono di indicare le figure professionali e ruoli a cui sono affidati compiti di verifica e di vigilanza sulla puntuale ottemperanza delle misure diramate. Nonostante i ripetuti inviti e raccomandazioni di tutte le parti in causa, Governo in primis, le strutture di COO, quelle ad alto contenuto tecnologico, ancora non concedono il lavoro da remoto (smart working). Pertanto, laddove dovessero emergere situazioni di ambienti di lavoro, ovunque essi dislocati (MP-PCL-COO-Aziende del Gruppo/Postel), nel cui ambito non fossero rispettate le forniture delle Dotazioni di Protezioni Individuali (mascherine a norma, guanti, gel igienizzanti, attività di sanificazione, pulizia di livello adeguato alla gravità del momento) ovvero, nonostante la pianificazione di rarefazione dei turni, non venisse rispettata la distanza minima sociale tra persone, di almeno un metro, l’Azienda anche tenendo conto delle segnalazioni degli RLS, figure deputate per legge alla tutela e salvaguarda della salute dei Lavoratori, dovrà nell’immediato sospendere l’attività e procedere alla temporanea chiusura degli uffici/centri/stabilimenti interessati.
La relativa riapertura avverrà solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone adeguati livelli di sicurezza. Al fine di rendere omogeneo sul territorio tale processo, sempre in assenza delle previste prescrizioni, le Strutture Territoriali Sindacali comunicheranno la sospensione dell’attività lavorativa nei siti carenti individuati. Infine, per quanto attiene l’obbligo di presidio delle attività di Poste in favore del Paese, chiediamo che in questo momento siano garantiti i soli servizi pubblici essenziali individuati ex legge. Non possono più ammettersi ritardi o giustificazioni di qualsivoglia natura. La salute delle Lavoratrici e dei Lavoratori del gruppo Poste Italiane è un bene troppo prezioso, soprattutto in simili, delicati frangenti. LE SEGRETERIE NAZIONALI

 

LETTERA ALL’A.N.C.I.  Spett.le ANCI . Sig. Presidente  Ing. Antonio Decaro  c/o Palazzo Comunale . Bari. Oggetto: Emergenza COVID 19.  Egregio Presidente, operiamo immersi in una crisi sanitaria senza precedenti, un’emergenza ormai planetaria che impone fermezza e scelte improntate al massimo senso di responsabilità.
Veniamo a conoscenza di note redatte da suoi Delegati presenti sul territorio, a nostro avviso sconsiderate, per il cui mezzo gli stessi si rivolgono a soggetti istituzionali locali, nonché all’Autorità di Garanzia (AGCOM), contestando la rimodulazione/chiusura di alcuni uffici postali.
Sottolineiamo che i provvedimenti, finalizzati solo ad una modesta contrazione del servizio, trovano origine nelle disposizioni di urgenza emanate da Governo, Regioni, dagli stessi Sindaci, Organi Prefettizi, Autorità Sanitarie e, da ultimo, nel recente Protocollo tra Governo e Parti Sociali; tutte misure volte a garantire la continuità delle attività produttive e l’erogazione dei servizi a condizione che vengano rigorosamente osservate in tutti i contesti lavorativi le misure urgenti a tutela dell’incolumità fisica dei lavoratori e al contenimento della diffusione del rischio contagio.
 Premesso che il servizio universale risulta garantito dall’operosità di migliaia e migliaia di portalettere che quotidianamente mettono a repentaglio la propria sicurezza, al pari di tutti i restanti lavoratori che oggi garantiscono le prestazioni essenziali, i nostri uffici postali sono per lo più frequentati in questo momento da pensionati, proprio da quei soggetti più deboli e che dovrebbero restare a casa. Costoro richiedono il pagamento di bollette, aggiornamenti sulla situazione del proprio conto corrente ed altro di similare. Sono questi i servizi di pubblica utilità? Si rammenta che sono previste proroghe per il pagamento di bollette e di cartelle di ogni genere. Inoltre, precisiamo che nel periodo estivo il piano di chiusura degli uffici postali è di gran lunga più ampio, senza che mai siano state sollevate eccezioni di tale natura.
Pensare oggi di poter accedere all’ufficio postale sotto casa per il disimpegno di una simile operatività, significa aver capito poco di quale rischio incomba sul nostro Paese. Lasciare aperto un ufficio postale equivale a non chiudere i cancelli dei parchi, ipermercati e ogni restante contesto a potenziale rischio contagio.
Sono sufficienti quindici giorni, soli quindici giorni di pazienza, di sospensione, sia pur parziale, di tutte le attività a contatto sociale affinché si creino le condizioni di base per attenuare un fenomeno epidemiologico che rischia altrimenti di deflagrare, con situazioni di non ritorno e dai contorni assolutamente imprevedibili.
I nostri lavoratori, spaventati, sollecitano ulteriori chiusure di uffici postali e, per quanto ci riguarda, rivendichiamo unitariamente la facoltà di tutela della loro salute sino al ricorso a forme estreme di protesta, incluso lo sciopero. E’ troppo semplice il generico richiamo ad un maggiore impegno sulla pelle altrui.
Pertanto, Le chiediamo di svolgere un autorevole interessamento presso i suoi colleghi Sindaci, facendo cessare tali forme di pressione su un contesto categoriale, quello dei Postali, già duramente provato e nella consapevolezza della garanzia del presidio di Poste Italiane all’interno del Paese. LE SEGRETERIE NAZIONALI
Invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici, le R.S.U. ed R.L.S. ad agire di conseguenza, ove necessario con gli strumenti previsti dal CCNL e dalle altre norme in vigore nel paese in materia di SICUREZZA e PREVENZIONE.

Le prescrizioni del COMITATO DI CRISI AZIENDALE e le altre “regole” applicabili nell’attuale situazione sono pubblicate nelle nostre NEWS precedenti. Il 17 marzo nell’incontro programmato con Poste italiane le OO.SS. sottolineeranno quanto rappresentato in calce.

2020 03 15 UNITARIA – emergenza contagio.pdf.pdf          2020 03 15 UNITARIA – ANCI          Protocollo_SSL_emergenza_Covid-19

Verbale Incontro Poste_O.S. 4_3_20 _ COVID19          Comm. Garanzia Sciopero Regole