mazzetta-soldi

Anche per il 2015 il Governo ha previsto il bonus fiscale che si traduce in un incremento aggiuntivo nella busta paga dei lavoratori dipendenti di una somma proporzionale al reddito posseduto, al verificarsi delle condizioni previste dalla legge 190/2014.

Smentendo tutti coloro che avevano criticato il provvedimento, additandolo come misura elettorale e  priva di continuità, circoscritta soltanto al 2014, il Governo ha reso – come preannunciato fin dall’inizio – strutturale il provvedimento; ma ciò non esime dall’eventuale critica motivata relativa al mancato riconoscimento di analoghi aiuti da destinarsi ai cittadini meno abbienti, quali i pensionati ricompresi nella soglia minima dell’assegno Inps, la mancata rivalutazione annuale delle pensioni, la necessità di destinare ulteriori aiuti alle famiglie (quoziente famigliare), applicazione del riconoscimento di un reddito minimo di cittadinanza, ecc…, cui il Governo ha sempre replicato, a torto o a ragione secondo i punti di vista, che la coperta è corta…   

Pertanto anche nel 2015 ci sarà la cosiddetta riduzione del cuneo fiscale che assicurerà ai lavoratori con reddito complessivo annuo non superiore a 24.000 euro il bonus fiscale di 960 euro annui, erogato mensilmente dai datori di lavoro, mentre coloro che possiedono un reddito complessivo annuo compreso tra 24.000 e 26.000 euro, avranno diritto ad un importo inferiore che decrescerà in misura inversamente proporzionale all’ammontare del reddito stesso (cfr. doc. allegato).

Poiché il bonus è attribuito in base al reddito annuo complessivo di ciascun dipendente (non prevedibile da parte del datore di lavoro), il lavoratore che possieda altri redditi, diversi da quelli erogati dall’Azienda da cui dipendono, che determinino il venir meno del diritto, dovrà darne sempre comunicazione alla direzione aziendale (in Poste Italiane si tratta del Focal Point o Punto Amministrativo) affinché venga sospeso il riconoscimento del beneficio e regolarizzata la posizione verso l’erario; ciò per evitare che in mancanza dei requisiti previsti  si verifichi, in sede di dichiarazione dei redditi, l’obbligo della restituzione del credito indebitamente percepito con addebito integrale dell’intera somma introitata nell’arco dell’anno.

A tal fine, dovrà essere compilata annualmente l’apposita dichiarazione allegata, disponibile anche nell’intranet aziendale, di cui il Focal Point rilascerà apposita ricevuta.

In allegato pubblichiamo i comunicati di Poste Italiane relativi alla materia e lo schema di comunicazione da adoperare per evitare che sia accreditata mensilmente la somma spettante a norma di legge ed il verificarsi della condizione sopra citata.

Comunicato al personale_Stabilizzazione bonus fiscale_feb 2015     Modulo rinuncia_bonus_feb 2015     Richiesta unitaria Organici M.P docx

 

“MARZO 2015”, MATURANO I TEMPI PER LA RICHIESTA DELLE QUOTE MENSILI DI TFR INBUSTA PAGA

C’è da scommettere che i datori di lavoro non faranno grandi campagne informative nel merito, ma il meccanismo che il Governo in carica ha ideato, volto a consentire a titolo sperimentale e per la durata di tre anni, di potere riscuotere le quote del TFR o trattamento di fine rapporto maturando direttamente con la busta paga mensile, volge a compimento.

Il DPCM che dovrà regolamentare la materia è stato predisposto ed è all’esame del Consiglio di Stato e se i tempi  stretti non verranno superati, dal 1° marzo sarà possibile inoltrare la domanda per ricevere fino al mese di giugno 2018 le quote maturande di TFR nella propria busta paga (mediamente si tratterà di un importo di 110 euro che si aggiungerà agli 80 euro disposti dal Governo attraverso il bonus fiscale).

Pro e contro il meccanismo ce ne sono tanti, ma l’allettante possibilità di mettere ogni mese in tasca 100 e passa euro in più, potrà essere la soluzione giusta per molti lavoratori, anche se poi gli importi peseranno in detrazione rispetto all’accantonamento finale del trattamento di fine rapporto, sia in caso di riscossione tout-court, sia in quello di costruzione della pensione complementare che determinerà mediamente (ad esempio con l’anzianità di servizio di 35 anni) 100 euro al mese di minore importo dell’assegno pensionistico.

Va anche precisato che l’importo della quota maturanda del TFR riscossa mensilmente farà cumulo con il reddito ordinario e non beneficerà della tassazione minore prevista per il trattamento di fine rapporto.

Dunque, ad ognuno la libera scelta di acquisire per tre anni le quote di TFR maturando  nella busta paga mensile, oppure di lasciarle accantonate nel trattamento di fine rapporto in azienda o nella previdenza complementare, fermo restando che l’opzione non interesserà le quote già accantonate che rimarranno collocate dove erano precedentemente accantonate, (vai al comunicato FAILP).

FailpNews comunicato QUIR

 

I PROSSIMI APPUNTAMENTI DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI

E’ già pervenuta la convocazione aziendale relativa all’incontro chiesto dal sindacato sul tema del servizio postale (appuntamento fissato per il prossimo 5 marzo) per mettere fine alle varie voci che si susseguono circa le iniziative che l’azienda vorrebbe mettere in campo, per diminuire i costi su tale versante a discapito della qualità del servizio reso.

La FAILP chiederà chiarezza ed esprimerà le sue valutazioni di merito, considerando le necessità del momento ed il punto di vista dei lavoratori.

Sul versante relativo alle altre iniziative aziendali stiamo assistendo a comportamenti difformi del territorio rispetto alle novità introdotte da Poste Italiane sui modelli commerciali Imprese e Retail, settori che ultimamente sono stati interessati da modifiche strutturali e per questo il sindacato ha chiesto unitariamente che tali argomenti siano affrontati in un prossimo incontro in cui occorrerà anche trattare la materia dell’organico di “Mercato Privati” (comprende anche il tema della classificazione degli uffici postali) e talune situazioni collegate all’applicazione di sanzioni disciplinari.Intanto l’azienda ha comunicato la prossima assunzione di n° 5 CTD nel Recapito Postale dell’Area Territoriale Sud – periodo dal 16 febbraio al 30 giugno con il ricorso all’art. 1 comma 1 del D.Lgs.vo 368/2001.

Frattanto, i prossimi giorni potrebbero essere decisivi per l’approvazione delle prime regolamentazioni governative connesse al nuovo sistema contrattuale del Jobs Act .

Infatti sarebbero pronti i primi due decreti delegati che fanno seguito al DDL che ha consentito al Governo di legiferare sui temi del lavoro: i relativi contenuti saranno all’attenzione delle Commissioni competenti in Parlamento ed oggetto di consultazione nel prossimo incontro fra Governo a Confederazioni sindacali del 18 febbraio.

Le modifiche agli impianti contrattuali di ante concezione riguarderanno i nuovi contratti nel settore del “Lavoro Privato”, cioè quelli successivi alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Repubblica delle disposizioni che il Governo si appresta a rendere disponibili nelle prossime giornate di febbraio.