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In Poste italiane il tema del momento è l’avvio dell’offerta pubblica di vendita delle azioni della società che sta monopolizzando l’attenzione di tutti, al suo interno come all’esterno, per l’interesse che ha suscitato negli investitori e semplici cittadini abituati a fidarsi delle Poste e quindi sensibilizzati dalla pubblicità sui giornali ed in televisione a comprare i titoli.

Potremmo scommettere che le azioni delle Poste italiane, in vendita attraverso l’IPO iniziata il 12 ottobre 2015  (data finale  22 ottobre – ma per i dipendenti vale il 21) finiranno per andare a ruba e non solamente per l’apporto che stanno dando gli stessi dipendenti della società, sensibilizzati da una lettera loro inviata a firma dello stesso amministratore delegato ing. Caio.

Infatti – come recitano tesi di antica scuola – la compartecipazione dei lavoratori agli utili dell’azienda è un filone attraverso cui si possono sposare reciproci interessi, quelli della società a crescere finanziandosi nel mercato e riducendo il pericolo di concentrazioni lobbistiche (l’O.P.V. è aperta all’azionariato diffuso) e quelli dei lavoratori che potranno consapevolmente e sostenibilmente essere coinvolti negli obiettivi performanti dello sviluppo e progresso aziendale.

C’è da notare che, comunque,  la platea dei dipendenti che compreranno le azioni di Poste italiane non avrà una rappresentanza all’interno del CDA, ma i lavoratori che acquisteranno azioni nell’ambito della tranche offerta ai dipendenti mantenendone il possesso per 1 anno, potranno ricevere l’incentivo dell’attribuzione di n.1 azione ordinaria della Società ogni n. 10 azioni assegnate nell’ambito dell’Offerta Pubblica, fino alla concorrenza dei primi due lotti per i Dipendenti assegnati, nonché di n. 1 azione ordinaria della Società ogni n. 20 azioni assegnati a valere su tutti gli ulteriori lotti per i dipendenti assegnati successivamente ai primi due.

Per gli altri azionisti del Retail si prevede un incentivo pari ad 1 azione ogni 20 possedute, se si manterrà il loro possesso per 1 anno.

I dipendenti di Poste italiane possono opzionare l’acquisto di uno o due lotti (ciascuno di 50 azioni), ad un costo che si stima fra 6 a 7,5 euro per azione, spendendo nella misura massima circa 750 euro e se vorranno potranno pagare attraverso un’anticipazione del proprio TFR (l’operazione si effettua acquistando i lotti presso gli Uffici Postali abilitati alla vendita delle azioni). L’anticipazione del T.F.R. accantonato in Poste italiane per comprare le azioni potrà essere chiesta per un importo pari al controvalore dei lotti minimi garantiti ai dipendenti, cioè per complessive 100 azioni.

I lavoratori di P.I. che acquisteranno i titoli della società – per adesso – avranno  un indubbio vantaggio economico beneficiando dell’incentivo sopra accennato,  e come ogni altro concorrente potranno chiedere l’acquisto di ulteriori lotti di azioni nell’ambito dell’offerta riservata al “Retail” avvalendosi del capitale proprio eventualmente disponibile; occorre precisare che il pacchetto di maggioranza del Gruppo Poste italiane (ferma restando la sua unitarietà) resterà saldamente in mano pubblica, cioè al “Tesoro” che manterrà la sua influenza.

Ma il valore effettivo delle azioni comprate scaturirà all’atto della verifica finale delle azioni previste dall’Offerta Pubblica di Vendita (vedi prospetto informativo dell’O.P.V.) consultabile presso i collocatori e nel sito web di Poste italiane.

Per chi non conoscesse i meandri del fisco italiano, va precisato che attualmente alla vendita di titoli azionari si applica la relativa imposta (la tassazione di utili e plusvalenze relativi a partecipazioni non qualificate è infatti pari al 26%).

Per farsi un’idea dei possibili vantaggi nel cimentarsi sul mercato borsistico (alti e bassi delle quotazioni dei titoli, sopravvalutazioni, ecc…)  è utile fare un raffronto fra i benefici derivanti dai capitali investiti e dagli utili ripartiti dalle società di cui si posseggono le azioni – ripuliti dalla tassazione – e quanto offerto dalle altre forme di investimento e risparmio (esempio i prodotti di risparmio postale o bancario, oppure BOT , CCT o altri titoli di Stato, rendimenti del Tfr accantonato in azienda, ecc…).

Intanto c’è da registrare qualcosa che farà da traino all’I.P.O. (farà il pieno in pochi giorni), basta citare quanto si legge nel sito web di Poste italiane e cioè che “… il Consiglio di Amministrazione della Società ha adottato una politica dei dividendi per proporre all’Assemblea degli Azionisti, per gli esercizi 2015 (distribuibile nel 2016) e 2016 (distribuibile nel 2017), la distribuzione di una percentuale non inferiore all’80% dell’utile netto consolidato di periodo di pertinenza del Gruppo”.

RIPRESA DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI

Nei prossimi giorni riprenderanno le riunioni fra OO.SS. ed il management di Poste italiane: il primo tema da affrontare sarà quello dell’implementazione dell’ultimo verbale di intesa su Posta, comunicazione e logistica, nel frattempo si stanno per concludere le assemblee informative rivolte ai lavoratori.

E’ già pervenuto il calendario delle riunioni: martedì 03 novembre 2015, alle ore 15.00: Posta, Comunicazione e Logistica – analisi tecnica dell’istituto della flessibilità operativa mercoledì 04 novembre 2015, alle ore 10.00: Posta, Comunicazione e Logistica – esame dei progetti di riorganizzazione relativi all’anno 2016.

Intanto in lista di attesa rimangono le trattative per il rinnovo del CCNL dei dipendenti di Poste italiane, che dovrebbe auspicabilmente essere affrontata e chiusa prima del rituale “taglio di panettone”, unitamente a quella della condivisione di un accordo per l’introduzione in Poste italiane di una polizza sanitaria per i lavoratori dipendenti, integrativa al servizio sanitario pubblico, con il contributo aziendale.

Con il decollo in BORSA delle Poste italiane c’è chi si aspetta una pressione ulteriore sul livello funzionale di operatori del filone commerciale, più esposti alle iniziative e spinte alla proattività e per il raggiungimento degli obiettivi di budget aziendale che saranno probabilmente sempre più sfidanti.

Ed a fare data ad oggi, non c’è stato un incontro relativo al “Protocollo per la Proposizione commerciale in Poste italiane”, nonostante che nell’accordo sottoscritto fra azienda ed OO.SS. si facesse menzione di una specifica data di incontro: calcolo oppure dimenticanza ?

RIUNIONE DELL’ENTE BILATERALE FORMAZIONE E RIQUALIFICAZIONE

Il 9 ottobre 2015 si è tenuta la riunione dell’Ente Bilaterale per la formazione e riqualificazione dei dipendenti di Poste Italiane.

Nel corso dell’incontro c’è stata la presentazione della nuova struttura della “Corporate University” che è stata formalizzata con l’O.d.S. del 7 agosto scorso e delle linee guida che tale struttura si è data per svolgere la propria attività.

Nella nuova struttura di Poste italiane sono previsti:

1. Un Comitato per l’indirizzo strategico dell’attività formativa;

2. Un comitato scientifico che dovrà sviluppare le competenze sui business all’interno delle Aree aziendali e curare i rapporti con le Università per realizzare progetti formativi sempre più strutturati.

La nuova struttura è molto articolata ed avrà proiezioni anche sul territorio per il coordinamento e il monitoraggio dell’attività formativa, nonché funzioni dedicate come il “customer care” e il “customer experience” della formazione per monitorarne i risultati.

In allegato il comunicato della FAILP sull’incontro.

Comunicato Failp EBF 13 10 2015