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Poste italiane e le Organizzazioni sindacali devono fare i conti con il calendario, l’unica concreta realtà in questo periodo di confusioni istituzionali e rimbalzi societari che stanno smuovendo alcuni pezzi della galassia Poste italiane.

L’esito del referendum sul SI o NO alla riforma costituzionale potrebbe finire per influire su alcune scelte di politica economica generale del paese quali le privatizzazioni, confermate dal Governo “Renzi” per il 2017, fra queste il caso “Poste italiane”, tema su cui si è fatto acuto il contrasto da parte del sindacato. E il futuro del Governo del paese potrebbe riservare qualche sorpresa in un senso o nell’altro…

Nel frattempo i processi relazionali in Poste italiane sono caratterizzati dalla difficoltà di tenere sotto controllo il calendario, qualora si volesse concretamente parlare di rinnovare il CCNL scaduto entro il 2016, missione che apparrebbe impossibile, a meno di pervenire a qualche soluzione “ponte”.

La delegazione societaria sta insistendo sui temi dell’organizzazione di Posta, comunicazione e logistica e di Mercato Privati, nell’ottica di ulteriori razionalizzazioni e per pervenire ad un utile risultato non esita a mettere in campo il famigerato Art. 2 contrattuale che assegna tempi cadenzati ad ogni discussione, per poi concedere all’Azienda di passare unilateralmente alle vie di fatto. Ciò, nonostante talune rassicurazioni fornite sulla stampa dall’a.d. circa volere riorganizzare il settore postale insieme (?) alle organizzazioni sindacali.

Gli ultimi temi annunciati da Poste italiane bastano da soli a riempire il tempo che manca fino a gennaio 2017 (circa 15 gg. lavorativi) a meno di mettere in conto anche le notti e le giornate festive e prefestive, ma per rincorrere cosa…

Sul tappeto natalizio ci sono progetti organizzativi societari relativi alle funzioni Mercato Privati ed Amministrazione Finanza e Controllo, oltre che per quanto concerne PosteMobile (vedi ns. comunicato allegato):

– riassetto della Gestione Operativa territoriale;

– riorganizzazione della struttura di Amministrazione e Controllo di Mercato Privati e dei Servizi Amministrativi di AFC;

– evoluzione di Servizi al Cliente (Post Vendita e Antiriciclaggio);

– rafforzamento della rete dei Referenti territoriali di Filatelia

Sul versante Posta comunicazione e Logistica troviamo in discussione (… sotto art. 2 ccnl) le linee degli adeguamenti nel “Network PCL” (Rete di smistamento – Rete di recapito – Reingegnerizzazione dei processi con un disegno societario indirizzato a difendere i ricavi in un contesto di ulteriori riduzioni dei volumi di corrispondenze e di liberalizzazione del servizio postale (contenere i costi – reingegnerizzare i processi produttivi con conseguenti ricadute in tagli di posti di lavoro, pur salvaguardando gli attuali livelli occupazionali, che però sono in diminuzione per effetto delle uscite anticipate e dei pensionamenti che incidono sui carichi di lavoro e la qualità dei servizi).

La F.A.I.L.P. unitamente ad alcune OO.SS. (maggioranza sindacale) ha inviato all’azienda una nota (cfr. doc. allegato) che riassume il punto di vista sulla necessità di mantenere le relazioni industriali in linea con obiettivi virtuosi, in ossequio ai principi di lealtà e buona fede che dovrebbero essere alla base di un proficuo impianto di relazioni industriali.

Il calendario aggiornato degli incontri fra sindacato ed azienda consta attualmente di appuntamenti relativi alle giornate del 5 (Mercato Privati) e 6, 7, 16 e 19 dicembre (PCL). Sul versante del rinnovo contrattuale (prossimo incontro il 7 dicembre) si accorciano le date disponibili per discutere l’impianto normativo ed economico dello stesso, che risente delle novità del Jobs Act che Poste italiane vorrebbe introdurre (flessibilità, demansionamenti, disciplina licenziamenti, ecc…) e di cui le OO.SS. vorrebbero limitare l’impatto.

Sul tema del Fondo Sanitario aziendale abbiamo riferito con la nota a fianco, che porterebbe ad introdurre la sanità integrativa (welfare aziendale) nell’arco del prossimo contratto dei dipendenti di Poste italiane, rivolta alla generalità dei dipendenti del gruppo con una partecipazione economica societaria. Si sta perfezionando in sede di “Commissione tecnica” l’impianto dell’offerta “POSTEVITA” che prevede prestazioni sanitarie per i lavoratori in servizio e volontariamente per chi volesse aderirvi per le famiglie e pensionati, con specifiche integrazioni economiche.

L’ ultima novità relativa ai rinnovi contrattuali è stata quella dell’impegno economico sulla chiusura del CCNL dei lavoratori statali (85 euro lordi dilazionati) che non ha soddisfatto molto, tanto che la nostra Confederazione si è pronunciata in senso critico (vedi nostro il ns.sito confederale) e fra l’altro: “… il protocollo si presenta estremamente vago circa la quantificazione delle risorse economiche, si limita a stabilire un aumento medio di 85 euro lordi che, da quanto si evince, dovrebbe scattare a regime solo a fine 2018. Per gli anni 2016 e 2017, infatti, vengono confermati gli stanziamenti già conosciuti: 300 milioni nel 2106 e circa 850 nel 2017, per effetto dei quali il pro capite medio non dovrebbe garantire più di 15 euro lordi per il 2016 e circa 40 euro lordi per il 2017! In ogni caso, non è stato smentito che gli 85 euro che, si ribadisce, verranno corrisposti in media solo a regime, siano lordi: ciò vuol dire che l’incremento netto potrà variare, sempre a regime, tra i 45 e i 50 euro; si tratta di una somma assolutamente inadeguata a garantire un effettivo recupero della perdita di potere di acquisto che le retribuzioni del pubblico impiego hanno subito dal 2009 ad oggi. Chi fa riferimento, per una comparazione, ai contratti che si stanno rinnovando attualmente nei settori del lavoro privato, che grosso modo viaggiano su importi analoghi, dimentica di evidenziare che in quegli ambiti, dal 2009 ad oggi, i contratti sono sempre stati regolarmente rinnovati e non si è subito l’effetto di depauperamento delle retribuzioni che, invece, ha contraddistinto il pubblico impiego. Rappresenta un ulteriore problema il fatto che in molti casi l’aumento possa essere “rimangiato” dalla perdita del bonus fiscale di 80 euro”.

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