Poste, uno studio di A.G.Com. e il “FOCUS BILANCI SERVIZI POSTALI”: progressi e limitazioni nel campo della comunicazione postale. Recupero PERMESSI epidemiologici entro marzo
Il sito web dell’AGCOM (l’Autorità Garante delle Comunicazioni) pubblica un documento di analisi dello stato dell’editoria, dei servizi televisivi e della comunicazione postale nel quale approfondisce l’analisi delle tre vie di comunicazione del paese. “Focus bilanci delle imprese operanti nel settore dell’editoria quotidiana e periodica, televisivo e dei servizi di corrispondenza e pacchi.”
Il comunicato stampa che accompagna la pubblicazione del “Focus bilanci servizio postale” riporta i dettagli delle analisi effettuate e delle comparazioni eseguite in un arco di tempo determinato. Più che utile le analisi che evidenziano i progressi nei diversi settori delle corrispondenze e dei pacchi fotografando i dati e gli andamenti nel tempo. Per quanto concerne il settore postale si riporta (stralcio del comunicato sul sito AGCOM):
“… Nel settore dei servizi di corrispondenza e consegna pacchi i ricavi complessivi del 2020 hanno registrato, rispetto al 2019, una crescita complessiva del 7,5%, sfiorando i 9,8 miliardi di euro. Dall’analisi emerge che tra il 2016 ed il 2020 i ricavi attribuibili ai servizi di corrispondenza ed altre tipologie minori sono scesi da 3,09 a 2,01 miliardi di euro (-35,0%), mentre quelli derivanti dai servizi di consegna pacchi dei principali operatori siano passati da 4,91 a 7,78 miliardi di euro (+58,5%). Si segnala il dinamismo di Amazon Italia Transport, che nel 2020 ha quasi raddoppiato i ricavi rispetto al 2019, arrivando registrare introiti per oltre 750 milioni. Prendendo a riferimento il Gruppo Poste Italiane ed i principali corrieri espresso per il periodo 2010-2020 si coglie maggiormente la profonda trasformazione che sta investendo il settore: nel 2010 i ricavi da consegna pacchi risultavano inferiori agli altri servizi per 1,36 miliardi (3,26 mld € contro 4,62 mld €), mentre nel 2020 erano invece superiori per oltre 5 mld € (7,17 mld € contro 2,01). Tra il 2016 ed il 2020 l’utile netto del settore in rapporto ai ricavi è risultato mediamente pari al 4,2%, con valori corrispondentemente più elevati per il Gruppo Poste Italiane rispetto alle altre imprese considerate (5,5% contro l’1,7%). Va rilevato peraltro come nel 2020 l’utile del gruppo Poste Italiane si sia ridotto rispetto al 2019 di 2,5 punti percentuali (dal 6,2 al 3,7%), mentre quello medio delle altre imprese considerate si è incrementato di 0,8 punti percentuali, passando dall’1,4% al 2,2%. Nello stesso periodo, in rapporto al patrimonio netto, il risultato di esercizio segna invece un valore più elevato per le imprese operanti nella consegna dei pacchi (12,1% contro l’8,9% del Gruppo Poste Italiane). Gli investimenti effettuati nel 2020 (819 milioni di euro) risultano in linea con quelli del 2019 e si confermano marginali (poco più del 5%) rispetto agli introiti. Tuttavia, si evidenzia come gli investimenti effettuati dai principali corrieri tra il 2016 il 2020 siano passati dal 10,1% al 19,0% del totale. Gli addetti (circa 125.600 a fine 2020) risultano in flessione di circa 15.700 unità rispetto al 2016, riduzione dovuta principalmente ai processi riorganizzativi del Gruppo Poste Italiane. Gli organici diretti delle altre imprese aumentano nell’intero periodo di circa 3.400 unità, in virtù di fenomeni di riorganizzazione e fusioni e di un maggiore radicamento (con la creazione, ad esempio, di hub logistici) nel territorio nazionale. Al riguardo è da evidenziare la crescita di Amazon Italia Transport che a fine 2020, con un aumento di circa 650 unità rispetto al 2019, contava poco meno di 1.500.”
In allegato pubblichiamo il documento che peraltro è presente nel sito web dell’AGCOM all’indirizzo https://www.agcom.it/ insieme al comunicato stampa integrale dell’Autorità.
Documento generico 28-01-2022 1643386785762
POSTE ITALIANE HA CONFERMATO LA POSSIBILITA’ DI RECUPERARE I PERMESSI USUFRUITI PER L’EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA, FINO A MARZO
L’Azienda ha conferma alle OO.SS. quanto discusso nell’ultima riunione dell’O.P.N., cioè di concedere un prolungamento dei termini entro cui chiedere di potere regolarizzare i PERMESSI chiesti per le conseguenze dell’epidemia da Covid19. A seguire il testo della nota di Poste italiane trasmessa alle OO.SS.
“Emergenza Covid 19 – recupero permessi retribuiti. Facendo seguito a quanto anticipato in occasione dell’odierna riunione del Comitato/OPN, Vi confermiamo che i permessi retribuiti previsti al punto d) del Verbale di Accordo del 30 aprile 2020, da fruire nel limite massimo di 144 ore pro capite per esigenze connesse all’emergenza epidemiologica in atto, potranno essere recuperati, in via del tutto eccezionale, entro e non oltre la data del 31 marzo 2022, anche attraverso lo svolgimento di attività formativa da effettuarsi presso la propria sede di lavoro – secondo la programmazione che verrà effettuata nell’ambito di ciascuna Unità Produttiva/Struttura di appartenenza – ferma restando la possibilità per i lavoratori di optare per un corrispondente periodo di ferie, PIR, festività soppresse. In caso di mancato recupero entro il predetto termine del 31 marzo p.v., l’Azienda procederà alla decurtazione stipendiale con le competenze del mese di maggio 2022. Su richiesta del lavoratore, l’Azienda procederà alla rateizzazione della somma da trattenere qualora la medesima sia superiore ad 1/5 della retribuzione.”
[NOTA. Il pundo (d) dell’intesa riportava quanto di seguito: d. In caso di esaurimento di tutti gli strumenti di integrazione salariale accessibili, si ricorrerà ai permessi retribuiti da recuperare entro il 30 settembre 2021, nel limite massimo di 144 ore pro capite, ferma restando la possibilità dei lavoratori di optare per corrispondenti periodi di ferie, PIR, festività soppresse.]