Sono in arrivo le nuove misure da parte delle AUTORITA’ italiane destinate a limitare la diffusione del virus che attualmente infesta una parte del territorio italiano e si allarga usufruendo degli spostamenti delle persone contagiate – anche se in buone condizioni di salute – che nel periodo delle cosiddette “vacanze invernali” attraversano territori dove lo stesso ha già manifestato la sua presenza.

La dramaticità della situazione, al di là dei pretesti/proteste degli increduli, è data dal fatto che le misure intraprese dal Governo sono sempre state il risultato delle indicazioni formulate dal Comitato tecnico scientifico costituito su ordinanza del capo della Protezione Civile del paese con l’apporto di tutti i Ministri del Governo. Dunque non si è trattato di decisioni assunte da qualcuno in solitudine, bensì il frutto dell’analisi dei dati e delle circostanze che rischiano di provocare seri inciampi al sistema sanitario italiano mettendo a repentaglio la possibilità di potere tutelare concretamente la salute di tutti.

L’ULTIMA DECISIONE, LA PIU’ DRASTICA E’ STATA QUELLA ASSUNTA DAL GOVERNO CON IL DECRETO 8 MARZO 2020 CHE DETERMINA UNA VERA E PROPRIA CINTURA SANITARIA INTORNO ALLA REGIONE LOMBARDIA ED ALCUNE  PROVINCE: MODENA, PARMA, PIACENZA, REGGIO NELL’EMILIA, RIMINI, PESARO, URBINO, ALESSANDRIA, ASTI, NOVARA, VERBANIA-CUSIO-OSSOLA, VERCELLI, PADOVA, TREVISO, VENEZIA. 

Dai territori citati nel DECRETO di cui sopra non si entra e non si esce, né si circola all’interno, se non per spostamenti  comprovati da esigenze lavorative, o situazioni di necessità, ovvero spostamenti per motivi di salute (è consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza).

In allegato si riporta il decreto in questione costituito da cinque articolati che richiamano i doveri e l’osservanza delle norme, pena l’applicazione dell’articolo 650 del Codice Penale, cioè che “Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 206″.

Al di là delle proteste e dei pretesti di qualche politico più interessato a tutelare gli interessi economici dei propri stakeholder, piuttosto che pensare alla salute dei cittadini, specie in località a vocazione turistica in cui si entra, si circola e si esce trasportando ogni genere di batteri o simili agenti virali nel resto d’Italia, rimane lo stato di necessità determinato dal rischio di contagio che sta piano piano mettendo in crisi gli ospedali; al Centro-Sud la situazione è migliore, ma qualche contagio comincia a fare capolino e rischia di allargare la platea degli infetti.

Oltre a ciò il bel tempo atmosferico e le festività / ricorrenze possono incrementare la cosiddetta “socialità” aumentando le soglie di rischio del contagio.

Il maggiore pericolo, oltre a quanto già oggetto delle misure di prevenzione e raccomandazioni del Governo e delle Autorità sanitarie, è senz’altro la possibile presenza di positività al virus in forma asintomatica e la conseguente inconsapevolezza di essere trasportatori del contagio.

L’arco di tempo di incubazione da contagio può andare da qualche giorno a due settimane e forse oltre, per questo giova ribadire che le persone asintomatiche – pur trovandosi in condizioni di buona salute – possono trasmettere l’infezione da coronavirus a chi sta loro intorno interagendo o respirando, a discapito delle persone con difese immunitarie più deboli che venissero in contatto stretto con gli asintomatici stessi.

Dunque il rischio per le persone più esposte aumenta in proporzione ai contatti che si hanno con persone inconsapevolmente contagiate senza avere preso le necessarie precauzioni e per questo continuiamo a diffondere i messaggi delle Autorità e dell’Azienda Poste (vedere le news dedicate)  per quanto attiene le esigenze di lavoro del personale (cfr. doc. allegato).

Dpcm Corona Virus 8 marzo 2020

In queste giornate le Regioni hanno  emesso a loro volta le loro ORDINANZE in merito alla gestione della prevenzione da CORONAVIRUS, fra le altre che esprimono delimitazioni e prescrizioni nei territori riportiamo quella della Regione Lazio dell’8 marzo 2020 che riportiamo

(stralcio…. Misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019. Ordinanza ai sensi dell’art. 32, comma 3, della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica indirizzate alle persone provenienti dalle zone indicate dal DPCM 8 marzo 2020 e rientranti nella Regione Lazio e ulteriori misure di prevenzione.

  1. Tutte le persone che nei quattordici giorni antecedenti alla data di pubblicazione del DPCM 8 marzo 2020 hanno fatto ingresso, stanno facendo o faranno ingresso nella Regione Lazio provenienti dalla Regione Lombardia e dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia, hanno l’obbligo:

     i) di comunicare tale circostanza al numero unico regionale dedicato 800 118 800, servizio che si coordina con il Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria territorialmente competente, in raccordo con il medico di medicina generale (“MMG”) ovvero col pediatra di libera scelta (“PLS”) secondo le disposizioni di cui all’ordinanza 2/2020;

     ii) di osservare la permanenza domiciliare, il divieto di spostamenti e viaggi e di rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza fino alla valutazione a cura del Dipartimento di Prevenzione;

    iii) le disposizioni di cui ai precedenti punti i) e ii) non si applicano nel caso in cui le persone provenienti dalle zone geografiche sopra individuate siano operatori del SSR laziale, tenuti ad osservare le prescrizioni di cui all’ordinanza del Presidente della Regione 3/2020

    iv) in caso di comparsa di sintomi, la persona deve osservare le disposizioni dell’ordinanza 2/2020, qui riportate per comodità di lettura:

    a) avvertire immediatamente il MMG/PLS e l’operatore di Sanità Pubblica che attiva presso il domicilio la procedura di esecuzione del test;

    b) indossare la mascherina chirurgica (da fornire all’avvio del protocollo) e allontanarsi dagli altri conviventi;

    c) rimanere nella sua stanza con la porta chiusa garantendo un’adeguata ventilazione naturale, in attesa dell’eventuale trasferimento in ospedale.

  1. Ai concessionari di servizi di trasporto aereo, ferroviario e autostradale è fatto obbligo di acquisire e mettere a disposizione delle Forze dell’Ordine e dell’Unità di Crisi regionale istituita con decreto del Presidente della Giunta Regionale n.55/2020, dei Comuni e delle AASSLL, i nominativi dei viaggiatori, relativamente alle tratte provenienti da Milano o dalle Province indicate al punto 1 con destinazione aeroporti e le stazioni ferroviarie, anche dell’Alta velocità del territorio regionale.
  2. E’ disposta con decorrenza immediata e fino a nuove disposizioni, in aggiunta alle misure di cui al DPCM 8 marzo 2020, la sospensione sul territorio regionale delle seguenti attività: -piscine, palestre, centri benessere.
  3. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il mancato rispetto degli obblighi di cui al presente provvedimento é punito ai sensi dell’art.650 del codice penale.
  4. Resta salvo quanto previsto dall’ordinanza 2 del 26 febbraio 2020 e dall’ordinanza 3 del 6 marzo 2020).

In allegato il testo dell’ordinanza presidenziale (cfr. doc. allegato) OrdinanzaRegioneLazio_Z00004_08_03_2020-1

INFORMAZIONI ISTITUZIONALI SUL CORONA VIRUS.

A chi rivolgersi in caso di necessità. In caso di sintomi o dubbi, rimani in casa, non recarti al pronto soccorso o presso gli studi medici ma chiama al telefono il tuo medico di famiglia, il tuo pediatra o la guardia medica. Oppure chiama il numero verde regionale.

Numeri verdi regionali. Le Regioni hanno attivato numeri dedicati per rispondere alle richieste di informazioni e sulle misure urgenti per il contenimento e la gestione del contagio del nuovo coronavirus in Italia:

Basilicata: 800 99 66 88  Calabria: 800 76 76 76 Campania: 800 90 96 99 Emilia-Romagna: 800 033 033 Friuli Venezia Giulia: 800 500 300 Lazio: 800 11 88 00 Lombardia: 800 89 45 45 Marche: 800 93 66 77 Piemonte: 800 19 20 20 attivo 24 ore su 24 800 333 444 attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle 20 Provincia autonoma di Trento: 800 867 388 Provincia autonoma di Bolzano: 800 751 751 Puglia: 800 713 931 Sardegna: 800 311 377 Sicilia: 800 45 87 87 Toscana: 800 55 60 60 Umbria: 800 63 63 63 Val d’Aosta: 800 122 121 Veneto: 800 462 340

Altri numeri utili dedicati all’emergenza nuovo coronavirus:

Abruzzo:  ASL n. 1 L’Aquila:118   ASL n. 2 Chieti-Lanciano-Vasto: 800 860 146    ASL n. 3 Pescara: 118    ASL n. 4 Teramo: 800 090 147

Liguria: il numero di emergenza coronavirus 112

Molise: per informazioni o segnalazioni sono attivi i numeri:  0874 313000 e 0874 409000

Piacenza: per informazioni contattare il 0523 317979: attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13

Numero di pubblica utilità 1500 del Ministero della Salute. Numero unico di emergenza / Contattare il 112 oppure il 118 soltanto se strettamente necessario.

In allegato le comunicazioni attinenti la materia sopra citata, fra cui quelle di poste italiane.

Coronavirus 08_3_20_ore 21_00   Coronavirus_Pulizia ambienti Lavoro06_03_2020     Coronavirus_05_03_2020     Verbale Incontro Poste_O.S.

4_3_20 _ COVID19     DPCM-del-04032020-CORONAVIRUS     Coronavirus 27_2_     C_17_opuscoliPoster_433_allegato     Ministero salute

Ordinanza-21-2-2020     23.01.19 Verbale incontro Lavoro Agile