Corte dei Conti, la determinazione sulla gestione finanziaria di Poste italiane nel 2018 è stata pubblicata nel sito web della C.D.C.
In chiusura dell’anno 2019 è sopraggiunta le determinazione della CORTE DEI CONTI sulla gestione finanziaria di Poste italiane nell’anno 2018. Il documento è bvisibile nel sito web della C.D.C. Link https://www.corteconti.it/HOME/StampaMedia/ComunicatiStampa/
Fra le altre indicazioni contenute nel documento c’è quella relativa alle “Risorse Umane” e cioé: “Il costo del lavoro, pari a 6.080 ml (6.010 ml nel 2017), è stato sostenuto per 130.867 unità FTE (134.1490 nel 2017). Esso costituisce il 71,4 per cento del totale dei costi della produzione aziendale ed assorbe il 72,2 per cento dei ricavi totali. Diminuisce la componente ordinaria dell’onere per effetto del calo dei dipendenti impiegati nell’anno (3.323 FTE in meno rispetto al 2017), ma si incrementa, per 126 ml, quella straordinaria relativa al programma di esodi incentivati per i dipendenti prossimi alla pensione secondo gli strumenti normativi vigenti. Il complessivo costo del lavoro, se rappresentato solo nelle sue componenti ordinarie, evidenzia una tendenza in diminuzione, ipotizzabile anche nel medio termine. Sono 6.240 le cessazioni dal servizio registrate nel corso dell’anno, delle quali 4.859 con incentivo all’esodo superando le previsioni del Piano industriale Deliver 2022 che prevedeva la fuoriuscita anticipata di circa 4.000 unità nel 2018”.
A seguire il comunicato stampa che annuncia la pubblicazione della determinazione:
“Poste italiane spa ha chiuso il bilancio d’esercizio 2018 con un risultato economico positivo di 584 milioni di euro, inferiore di 67 milioni rispetto al risultato del 2017, alla cui realizzazione ha contribuito l’utile di 597 milioni realizzato dal Patrimonio Separato BancoPosta”.
E’ quanto emerge dalla relazione della Sezione controllo enti della Corte dei conti su Poste italiane spa approvata con determina n. 143/2019.
“I ricavi totali si sono attestati a 9.289 milioni, risultato equivalente a quello del precedente esercizio (9.290 milioni), nonostante il minor apporto dei dividendi dalle società controllate (262 milioni nel 2018 a fronte di 508 del 2017) e delle plusvalenze da alienazione di strumenti finanziari (404 milioni nel 2018 contro 638 nel 2017)” – si legge nella relazione – “I servizi postali, al netto delle contribuzioni statali (323 milioni), hanno realizzato profitti in flessione dello 0,2%, per effetto combinato del declino della domanda per la distribuzione dei servizi tradizionali di corrispondenza e dell’incremento del segmento pacchi, trainato dall’e-commerce”.
I Servizi BancoPosta hanno conseguito ricavi pari a 5.419 milioni, in crescita del 6,1% sul 2017.
Per quanto riguarda i risultati del Gruppo Poste italiane, il consolidato ha chiuso l’esercizio 2018 con un utile di 1.399 milioni, più che raddoppiato rispetto al risultato del 2017 (689 milioni).
I ricavi, pari a 10.864 ml, hanno registrato la complessiva crescita del 2,2 per cento rispetto al 2017. Tale risultato sconta la flessione dell’1,4 per cento dei proventi rivenienti dai Servizi Postali e commerciali ma incassa l’incremento del 7,2 per cento dei ricavi dei Servizi di pagamenti, mobile e digitale, del 4,6 per cento di quelli dei Servizi Finanziari e dell’1 per cento dei Servizi Assicurativi.
Registra ulteriori progressi, in termini di redditività, il settore assicurativo, facente capo al Gruppo Poste Vita, anche se le attività di raccolta, con riferimento alle polizze vita tradizionali di ramo I, segnano rallentamenti. Nel corso dell’anno, la compagnia Poste Vita spa è stata impegnata nel predisporre interventi mirati, sia per garantire adeguatezza al proprio indice di solvibilità (solvency ratio), sia per contrastare gli effetti legati alla instabilità dello spread tra titoli italiani e tedeschi.
Un altro effetto rilevante sull’assetto organizzativo e imprenditoriale del Gruppo deriva dall’ingresso, con decorrenza 1° ottobre 2018, della controllata PosteMobile spa nel settore dei pagamenti e della monetica, in qualità di IMEL, parallelamente al suo impegno originario di gestore di telefonia mobile, ed il contestuale cambio di denominazione in PostePay spa.