Poste, l’attesa sul nuovo Piano Industriale rischia di far saltare i nervi: l’ANCI passa all’attacco, i lavoratori contestano
Si profila una manifestazione nazionale di protesta che vedrà schierati tutti i Sindaci e le rappresentanze dei piccoli Comuni italiani che il piano industriale di Poste Italiane 2015-2019 vorrebbe includere fra i destinatari di misure di riduzioni: dal Recapito postale a giorni alterni, alla chiusura/razionalizzazione dei più piccoli uffici postali.
L’iniziativa dell’ANCI è trainata dalla “Consulta Nazionale dei piccoli Comuni” dell’Italia con tanto di lettera – Manifesto intitolata “Piano Industriale Poste Italiane S.p.A. 2015/2019 – Razionalizzazione degli uffici postali nei Comuni – provvedimenti” che si conclude con due richieste indirizzate al MI.S.E., al M.E.F. ed alla stessa S.p.A. Poste Italiane.
La “Consulta” non sembra credere alle buone intenzioni dell’azienda nel dialogo in corso a livello territoriale, perché risulterebbero evidenti contraddizioni, rispetto alle richieste alternative di far funzionare meglio il servizio postale e gli stessi uffici postali a rischio di chiusura (455 sportelli oltre alle riduzioni ulteriori di orario nei più piccoli uffici postali).
Queste le domande dell’ANCI:
1- un immediato incontro con i Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Economia con all’ordine del giorno le ricadute negative sui territori delle razionalizzazioni previste dal Piano Industriale di Poste Italiane S.p.A.
2- a Poste Italiane S.p.A di verificare ogni possibile soluzione alternativa alle chiusura degli uffici postali e di garantire il recapito delle corrispondenza ogni giorno a prescindere dalla densità demografica dei territori.
Ed a comprovare la seria volontà dei piccoli Comuni italiani di non farsi tagliare uno degli ultimi servizi “nazionali” rimasti, oltre alla “sanità” pure essa vittima di recenti razionalizzazioni, c’è la conclusione della “Consulta” con l’avviso di una prossima Manifestazione Nazionale di Protesta.
I piccoli Comuni hanno tutte le ragioni ? Sì, chi vuole vivere in una frazione o piccola entità demografica dell’Italia si sta vedendo tagliare i servizi emessi dallo Stato, anche se attraverso le aziende privatizzate: dalla sanità, alle comunicazioni, al servizio postale universale. Nel frattempo le grandi città “scoppiano”…
Tali assurdità sono dettate da una logica centralistica che rischia di destabilizzare il paese e di privarlo di ogni prospettiva di difesa del suolo e delle diversità, come dire: “venite tutti ad abitare nelle grandi città ed in quelle metropolitane che già stanno scoppiando”. Poi ci si lamenta che manca la difesa del suolo, che si stanno spogliando le risorse naturalistiche dell’Italia con disastri ecologici e geologici causa di frane ed in diversi casi di alcuni morti, mettendo a repentaglio le caratteristiche geologiche del territorio, a causa dell’abbandono del lavoro nelle campagne, in cambio della scarsa politica industriale rimasta in Italia, oppure di una “finanza” sempre più aggressiva e meno trasparente, che certamente non si trasformeranno in buon cibo per la popolazione.
Forse qualche riflessione in più sarebbe d’obbligo per evitare la spoliazione del territorio italiano costituito da migliaia di Comuni grandi e piccoli, ma tutti ricchi di storia e vogliosi di di riscatto sociale: “Servizio Universale” vuole dire anche questo.
Nel versante interno dell’azienda è scoppiata poi la bufera dell’accoglienza riservata all’A.D. in un Centro Postale del Nord, in cui si trovava in visita e di cui c’è ampio resoconto su internet (diretta-video) e ripercussioni sulla stampa che ha ripreso la questione; non vogliamo aggiungere altro, salvo constatare che i lavoratori meritano tutto il rispetto derivante dalla loro dignità, tutti nessuno escluso.
Le lettere in questione possono essere lette nelle pagine web del seguente link che indirizza all’Associazione italiana piccoli comuni dell’ANCI, dove sono visibili gli ulteriori aggiornamenti: http://www.piccolicomuni.anci.it/