Poste italiane, in vista della ripresa delle attività e del rientro delle risorse dalle ferie estive ha comunicato alle OO.SS. alcuni dettagli sulle misure di prevenzione da Corona virus, in particolare per le decisioni assunte dall’ultimo “Comitato di crisi aziendale per la gestione del rischio Coronavirus”, nel quale oltre a riaffermare tutte le misure assunte sui dispositivi di protezione (mascherine, gel igienizzanti, guanti, ecc…), si è stabilito che:

“… sulle misure di prevenzione e di tutela finalizzata a rafforzare la fase di rientro dalle ferie estive. Nello specifico, verrà messa a punto una disposizione che obbliga i dipendenti a dichiarare – nelle forme che saranno indicate nella predetta disposizione – il rientro da aree critiche o il contatto stretto con persone rientrate da aree critiche da meno di 14 giorni, con effettuazione del tampone e/o test sierologico con esito negativo (per aree critiche si intendono zone focolaio per le quali è previsto tampone per legge, ad esempio Croazia, Malta, Spagna e Grecia oltre che Francia e zone focolaio italiane come la Sardegna). Nel caso di rientro da tali aree o contatto stretto con persone rientranti da tali aree, l’Azienda favorirà l’effettuazione di test sierologici nelle ipotesi in cui lo screening non sia obbligatorio per disposizioni normative…”.

Naturalmente, sta nell’ordine delle cose fare sì che i lavoratori in servizio in Poste italiane non assumano ulteriori rischi oltre a quelli già esistenti, mentre in molte parti del paese sono state trascurate, se non ignorate le stesse disposizioni sanitarie assunte dal Governo a tutela degli italiani, anche in ragione della semplice propaganda politica e quindi degli interessi di una parte, dell’altra, o di intere categorie, facendo così riaffiorare casi di malattia e di “positività al virus” sotto gli occhi di tutti, quindi il pericolo di nuovi rischi infettivi che nel prossimo autunno e nella stagione invernale potrebbero  moltiplicarsi.

In particolare va rilevato il pericolo che potrebbe nascere da assembramenti o promiscuità nei luoghi di lavoro e negli spazi al pubblico, se privi di controllo e misure di prevenzione ed il rischio di facilitare nuove infezioni negli ambienti di lavoro, cosa assolutamente da evitare, come stabilito fin dall’inizio dalle Confederazioni sindacali e dalle Associazioni datoriali, circa la sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro.

In allegato la nota aziendale e come sempre vi terremo costantemente aggiornati.

Coronavirus _ulteriori provvedimenti del 26082020

A seguire Alcune misure tratte dai protocolli di prevenzione sul Covid 19, come riportati nel DPCM di Governo del 7 agoso 2020. Uffici aperti al pubblico. Le presenti indicazioni si applicano al settore degli uffici, pubblici e privati, degli studi professionali e dei servizi amministrativi che prevedono accesso del pubblico. ▪ Predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione. ▪ Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura > 37,5 °C. ▪ Promuovere il contatto con i clienti, laddove possibile, tramite modalità di collegamento a distanza e soluzioni innovative tecnologiche. ▪ Favorire l’accesso dei clienti solo tramite prenotazione, consentendo la presenza contemporanea di un numero limitato di clienti in base alla capienza del locale (vd. punto successivo). ▪ Riorganizzare gli spazi, per quanto possibile in ragione delle condizioni logistiche e strutturali, per assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione sia tra le singole postazioni di lavoro, sia tra i clienti (ed eventuali accompagnatori) in attesa. Dove questo non può essere garantito dovrà essere utilizzata la mascherina a protezione delle vie aeree. ▪ L’area di lavoro, laddove possibile, può essere delimitata da barriere fisiche adeguate a prevenire il contagio tramite droplet. ▪ Nelle aree di attesa, mettere a disposizione prodotti igienizzanti per l’igiene delle mani dei clienti, con la raccomandazione di procedere ad una frequente igiene delle mani. È consentita la messa a disposizione, possibilmente in più copie, di riviste, quotidiani e materiale informativo a favore dell’utenza per un uso comune, da consultare previa igienizzazione delle mani. ▪ L’attività di front office per gli uffici ad alto afflusso di clienti esterni può essere svolta esclusivamente nelle postazioni dedicate e dotate di vetri o pareti di protezione. ▪ L’operatore deve procedere ad una frequente igiene delle mani con prodotti igienizzanti (prima e dopo ogni servizio reso al cliente). ▪ Per le riunioni (con utenti interni o esterni) vengono prioritariamente favorite le modalità a distanza; in alternativa, dovrà essere garantito il rispetto del mantenimento della distanza interpersonale di almeno 1 metro e, in caso sia prevista una durata prolungata, anche l’uso della mascherina. ▪ Assicurare una adeguata pulizia delle superfici di lavoro prima di servire un nuovo cliente e una adeguata disinfezione delle attrezzature. ▪ Favorire il ricambio d’aria negli ambienti interni. In ragione dell’affollamento e del tempo di permanenza degli occupanti, dovrà essere verificata l’efficacia degli impianti al fine di garantire l’adeguatezza delle portate di aria esterna secondo le normative vigenti. In ogni caso, l’affollamento deve essere correlato alle portate effettive di aria esterna. Per gli impianti di condizionamento, è obbligatorio, se tecnicamente possibile, escludere totalmente la funzione di ricircolo dell’aria. In ogni caso vanno rafforzate ulteriormente le misure per il ricambio d’aria naturale e/o attraverso l’impianto, e va garantita la pulizia, ad impianto fermo, dei filtri dell’aria di ricircolo per mantenere i livelli di filtrazione/rimozione adeguati. Se tecnicamente possibile, va aumentata la capacità filtrante del ricircolo, sostituendo i filtri esistenti con filtri di classe superiore, garantendo il mantenimento delle portate. Nei servizi igienici va mantenuto in funzione continuata l’estrattore d’aria.