Con il mese di settembre si riapre la ricerca di lavoro ed occupazione nel paese, aggiungendovi una buona fetta dei diplomati e laureati dell’anno 2020, cui si aggiungono coloro che hanno perduto nel frattempo l’occupazione: purtroppo i tanti lavoratori vittime di licenziamenti per fine attività o trasferimento all’estero dell’impresa da cui dipendevano, come continua ad accadere in Italia, senza che alcuno riesca a porvi, con fermezza, rimedio.

Intanto iniziamo a dire che il tasso di disoccupazione in Italia – riferito al mese di giugno 2020 – è 8,8% (+ 0,6 p.p.) e che il tasso di inattività fra 15 e 64 anni (dato provvisorio rif.to 2019) è del 34%, in aumento i dipendenti con contratti a termine (anche in Poste italiane).

Ora, una delle questioni che sarebbe utile porre ai legislatori è ad esempio l’età massima per la partecipazione ai concorsi pubblici, tenuto conto che mentre si adeguano i limiti pensionistici all’incremento della speranza di vita, tornerebbe utile che fossero parimente incrementati quelli per la partecipazione ai concorsi della Pubblica Amministrazione, con l’aggravante che mentre ad esempio negli anni ’70 esistevano concorsi pubblici nelle più grandi imprese (anche in Poste e nelle F.S., società telefoniche e dell’energia) adesso molte di queste (soggetti divenuti privati) sono soliti utilizzare il contratto a tempo determinato per i loro bisogni.

Il mercato del lavoro è cambiato? Certamente sì, soprattutto perché necessita assicurare consistenti utili alle imprese, che quando vedono diminuire i loro introiti, se possono chiudono le loro attività e si trasferiscono all’estero, dove il costo del lavoro è minore ed altrettanto minori sono i livelli di welfare, mentre altre sono solite utilizzare le cosiddette “cooperative di lavoro” sulla cui trasparenza c’é ancora tutto da dimostrare.

Comunque, ad oggi non ci sarebbero limiti di età per partecipare ai concorsi pubblici (quando ci sono), salvo le deroghe che sono ammesse e dettate dai singoli regolamenti delle P.A. (L. 127 / 1997 e successive).

Nelle Poste italiane i limiti di età per l’eventuale assunzione sono legati alle diverse tipologie contrattuali esistenti (lavoro a tempo indeterminato, determinato, a tempo parziale, apprendistato professionalizzante e di alta formazione e ricerca); negli ultimi anni, anche a fronte di migliaia di ricorsi per via giudiziaria, soccombente l’impresa, il sindacato è riuscito a creare percorsi condivisi per le trasformazioni dei contratti in essere a tempo determinato, in assunzioni a tempo indeterminato con requisiti e vincoli apposti attraverso gli accordi sottoscritti volta per volta con l’impresa.

Attualmente, cercando la pagina dedicata del sito web di Poste italiane (link https://www.posteitaliane.it/it/lavora-con-noi.html) è possibile inserire il proprio curriculum e successivamente partecipare alle eventuali selezioni per le offerte di lavoro (posizioni aperte) che di volta in volta vengono pubblicate nel sito web: per adesso è visibile l’offerta di contratti a tempo determinato come “Portalettere” in tutta l’Italia, secondo le esigenze territoriali presenti (Diploma di scuola media superiore con votazione minima 70/100 o diploma di laurea, anche triennale, con votazione minima 102/110, “portalettere junior Livello E”)  e quella dei contratti di apprendistato (36 mesi) “Market commerciale” riservata a “brillanti” laureati magistrali in discipline economiche da inserire come consulenti finanziari per le attività di promozione e vendita di servizi finanziari ed assicurativi. Per l’offerta dei contratti come “Market commerciale” il sito web non appone particolari salvo il possesso della laurea (102/110), mentre l’attuale CCNL determina per i contratti di apprendistato (Art. 24) il limite di età (giovani fra 18 e 29 anni) e che alla scadenza – senza recesso – essi vengano trasformati in contratti a tempo indeterminato (cfr. particolari nel CCNL).

1 POLITICHE ATTIVE 9LUG2020     2 POLITICHE ATTIVE 9LUG2020     3 POLITICHE ATTIVE 9LUG2020    CCNL Poste Italiane 30 novembre 2017