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Il 16 maggio scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo definitivo dei decreti per la privatizzazione di Poste Italiane e di Enav. Il passaggio obbligato era dovuto, dopo la chiusura dell’iter che prevedeva la predisposizione di uno schema di decreto da sottoporre al vaglio delle Commissioni parlamentari incaricate di esprimere pareri sul testo definito dal precedente Governo. Il testo dell’articolo contenuto nel decreto definitivo in via di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della Repubblica è visibile nel sito web del Ministero dell’Economia e delle Finanze e prevede: [1. Il presente decreto regolamenta l’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell’economia e delle finanze in Poste Italiane S.p.A. che determini il mantenimento di una partecipazione dello Stato al capitale di Poste Italiane S.p.A. non inferiore al 60%. 2. L’alienazione della quota di partecipazione di cui al comma 1 potrà essere effettuata, anche in più fasi, attraverso un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Poste Italiane, e/o a investitori istituzionali italiani e internazionali. 3. Al fine di favorire la partecipazione all’offerta dei dipendenti del Gruppo Poste Italiane, potranno essere previste per gli stessi, nell’ambito dell’offerta, forme di incentivazione, tenuto conto anche della prassi di mercato e di precedenti operazioni di privatizzazione, in termini di quote dell’offerta riservate e/o di prezzo e/o di modalità di finanziamento. 4. Al fine di favorire la partecipazione all’offerta del pubblico indistinto dei risparmiatori, ivi inclusi i titolari di conti correnti postali, e la conseguente massima diffusione dell’azionariato, potranno essere previste per gli stessi, nell’ambito dell’offerta, forme di incentivazione, anche differenziate, tenuto conto anche della prassi di mercato e di precedenti].

Adesso il processo di alienazione del 40% delle quote di Poste Italiane procederà più speditamente con la predisposizione di tutti gli atti e le procedure previste dalle norme di riferimento: M.E.F. e M.S.E., con il parere del Dipartimento per le Politiche Comunitarie, definito il D.P.C.M. andranno a regolamentare le modalità della cessione delle quote (fasi – offerta pubblica di vendita – bonus share previsti per i dipendenti del Gruppo Poste, già operata la scelta di competenza del MEF per l’individuazione di Advisor e “Collocatore”.

Nessuno spacchettamento di Poste Italiane è stato previsto, né il Governo ha mai pensato di poterlo favorire, come ascoltato nelle innumerevoli dichiarazioni rese in questi ultimi tre mesi, ad incominciare dallo stesso MEF che ha fornito indicazioni dettagliate sui processi di privatizzazione in Parlamento.

In Poste Italiane si procederà all ’alienazione di una quota della partecipazione non superiore al 40%, disponendo che tale cessione, che potrà essere effettuata anche in più fasi, si realizzi attraverso un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Poste Italiane, e/o a investitori istituzionali italiani e internazionali.

 

Poste_DPCM_privatizzazione_8.5.14