BCE: inflazione peggiora, scatta “stato di maggiore allerta”.
Lo rileva la Banca centrale europea, citando nel suo ultimo bollettino mensile le previsioni della Commissione Ue.
I rischi inflazionistici nell’area dell’euro stanno peggiorando e la Banca centrale europea si trova «in uno stato di maggiore allerta», pronta ad intervenire «con tempestività e fermezza» per assicurare stabilità dei prezzi sul medio termine, come previsto dal suo mandato istituzionale. La scorsa settimana, a conclusione della riunione mensile del Consiglio direttivo, che ha deciso di lasciare invariati al 4% i tassi di interesse, il presidente Jean-Claude Trichet aveva esplicitamente avvertito di un possibile «moderato» rialzo dei tassi a luglio. Il bollettino mensile pubblicato oggi riprende, come di consueto, le valutazioni sulla situazione che i banchieri centrali Ue hanno fornito al termine dell’ultima riunione.
A cominciare da quelle sull’inflazione che «è aumentata in misura significativa dallo scorso autunno» e tra caro petrolio e alimentari «dovrebbe rimanere su livelli elevati più a lungo di quanto si ritenesse i precedenza». Nel frattempo, sebbene riconosca che per la crescita economica prevalgono i rischi di rallentamento, la Bce osserva che l’area dell’euro resta «caratterizzata da variabili fondamentali solide e non presenta squilibri di rilievo». «Il consiglio direttivo ha preso atto dell’ulteriore incremento dei rischi per la stabilità dei prezzi», recita ancora il bollettino. Dopo un anno di tassi fermi, l’ultima variazione risale al giugno del 2007, si profila quindi un possibile incremento al 4,25% dal mese prossimo. Ma l’annuncio di Trichet della scorsa settimana ha parzialmente colto di sorpresa i mercati, tanto da provocare brusche variazioni sui cambi, con un apprezzamento dell’euro, e sui titoli a reddito fisso. Successivamente sia lo stesso Trichet, sia altri esponenti della Bce – ieri da ultimo Juergen Starck, che siede nel Comitato esecutivo – hanno chiarito che questo possibile aumento non prelude per forza l’avvio di una vera e propria manovra restrittiva, e di una serie di rialzi dei tassi.
I prezzi internazionali degli alimentari dovrebbero aumentare del 44% nel 2008 e del 6,1% nel 2009. È quanto emerge dalle proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eurosistema, elaborate congiuntamente dai servizi della Bce e delle banche centrali nazionali dell’area dell’euro.