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La notizia, presente nei siti web aziendale e del MI.S.E. è che il 15 dicembre l’a.d. di Poste italiane e la Ministra (Ministero dello Sviluppo Economico) firmeranno il contratto di programma 2015-2019, concluso fra le parti interessate, attraverso cui sono stati sanciti gli impegni che il Governo e la società concessionaria assumono nel campo della comunicazione postale del paese (servizio universale) e nel presidio territoriale che le Poste italiane assicurano a livello decentrato.

Il testo del contratto di programma già circolava dal mese di agosto scorso, insieme alle “raccomandazioni” fornite dai soggetti istituzionali interessati (Commissioni presso la Camera dei Deputati e Senato), dopo il ruolo assolto dall’A.G.COM.

Era stato un sottosegretario del MI.S.E. a dare ultimamente alcune valutazioni e rassicurazioni in sede istituzionale sullo schema sottoposto dalle parti contraenti all’approvazione definitiva del Parlamento, assolto l’iter previsto (M.E.F., Commissioni parlamentari, A.G.COM), oltre all’approvazione da parte della Commissione Europea, la stessa che nei giorni scorsi ha dato il suo giudizio positivo sul testo ritenuto compatibile con il quadro normativo comunitario in vigore.

Pertanto, il testo del nuovo Contratto di Programma siglato da Poste e MI.S.E., che avrà durata quinquennale come lo stesso Piano industriale di Poste italiane, diverrà ufficiale fin dalla seconda quindicina del mese di dicembre.

Nel nuovo “contratto” sono enumerati gli impegni che Poste italiane dovrà assolvere insieme ad alcune certezze:

– la remunerazione del servizio universale quantificata 262,4 milioni di euro che potrà incrementarsi fin oltre 351 mln. all’anno, previe le valutazioni A.G.COM.

– la presa d’atto della nuova organizzazione del servizio postale (recapito a giorni alterni, ecc…) che P.I. sta già implementando e la razionalizzazione (ove fosse necessario) della rete degli sportelli (Uffici Postali) nel rispetto del quadro regolatorio assolto da A.G.COM., con il vincolo di valutare annualmente i suggerimenti  /stimoli provenienti da parte degli enti territoriali ed istituzionali (Comuni, Regioni, ecc…).

 

PREOCCUPANTE LA SVOLTA SULL’OFFERTA FINANZIARIA

Dal prossimo anno anche Poste italiane entrerà in qualche modo nel mercato dell’offerta finanziaria con prodotti che potranno avere qualche margine di rischio in più, ma con rendimenti più elevati (ci dicono) rispetto alle attuali cifre, ovviamente più remunerativi anche per la stessa azienda.

Mano a mano che passa il tempo le aziende si specializzano nella clusterizzazione e segmentazione della loro clientela per potere affinare sempre più la loro offerta e fare digerire prodotti maggiormente sofisticati, in linea con le attese del mercato ed ovviamente altrettanto in linea (come viene detto) con le regole della CONSOB, MIFID, BANCA D’ITALIA, ecc…

E’ ormai divenuto uso comune ricevere proposte da parte di call center per la sottoscrizione di contratti in vari rami, mentre non mancano i contatti degli istituti di credito o bancari tendenti a sottoporre ai clienti nuove offerte finanziarie di investimento.

E’ bene fidarsi della semplice conoscenza dell’interlocutore e di quanto ci viene detto, oppure è meglio essere diffidenti verso le loro proposte ? La seconda via è sicuramente la migliore, soprattutto perché nel commercio, come nel credito e nella finanza nessuno regala mai nulla; tutto ha un costo e quanto più talune proposte si dimostrano appetibili, tanto più occorre essere certi che le clausole contenute nei contratti corrispondano a ciò che ci viene detto e tutto ciò prima di apporre una firma.

Non c’è società, ente oppure azienda che non affermi nei propri principi il ruolo della FINANZA ETICA, cioè un modo rispettoso, oltre a fare cassa, sia dell’uomo, della clientela in generale, dell’ambiente, ecc…

Eppure, nonostante tutte le buone intenzioni sono accaduti fatti negativi come i recenti scandali internazionali e nazionali finanziari, mentre gli ultimi avvenimenti registrano il suicidio di un cliente bancario a Civitavecchia, coinvolto nella perdita del suo capitale investito in una delle banche coinvolte nei recenti crack di quattro istituti bancari italiani, su cui il Governo sta mettendo una “pezza”.

Una recente direttiva comunitaria europea , la 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 maggio 2014 che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento, ha obbligato tutti gli Stati della C.E. a recepirla dando vita al cosiddetto “bail-in” (il testo internet all’indirizzo web http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT).

Tale direttiva impone comportamenti nei casi di “risoluzione e risanamento” degli istituti di credito nei dissesti bancari / finanziari, per cui l’intervento statale di salvataggio con risorse pubbliche deve essere ridotto, coinvolgendo a tale fine i creditori nel risanamento (pagherebbero anche gli azionisti, chi ha obbligazioni subordinate e, da ultimi, i correntisti con depositi sopra i 100 mila euro, ciò che corrisponderebbe a una perdita del capitale investito o di una quota di esso); dunque occorre fare attenzione alle tipologie di investimento che ci vengono offerte, soprattutto in caso di “obbligazioni”.

Va ribadito che nessun pericolo corrono le somme accantonate nei conti correnti fin o a 100.000 euro, ma per quanto concerne i prodotti sofisticati occorre stare in campana. Nel maneggiare le obbligazioni ed i titoli quali (azioni, bond, fondi, ecc…) occorre essere in possesso di una adeguata formazione finanziaria, per limitare i rischi, non basta avere fiducia…

L’argomento è all’ordine del giorno dei commentatori e dovrebbe fare riflettere chi si accinge ad entrare nel mondo degli investimenti a rischio allorché, in assenza di una adeguata preparazione e conoscenza della finanza, ci si affida alle buone intenzioni del venditore di prodotti finanziari di turno, il quale ovviamente è sempre sottoposto alle politiche aziendali sulla corretta proposizione commerciale, ma anche alle spinte verso la proattività ed al raggiungimento degli obiettivi performanti aziendali.

Le aziende hanno mille opportunità per incentivare i loro dipendenti a “fare risultato” con BONUS, INCENTIVI, CAMPAGNE, PREMI, ecc… e per questo reperire nuovi clienti è la necessità di sempre, ma agendo con giudizio e correttezza, anche a discapito di qualche risultato in meno.

Tutto ciò si chiama “proposizione commerciale” ed è e sarà sempre più opportuno che tutti prendano atto della necessità di presidiare tale attività con un attento monitoraggio periodico in cui anche il SINDACATO è chiamato a fare la sua parte.

Protocollo d’Intesa Proposizione commerciale-22 ottobre 2013

 

PERSONALE CON PROFILI FINANZIARI RICERCATO DA POSTE ITALIANE

Si tratta di alcune figure professionali cercate da Poste italiane con l’usuale modalità: sito web www.poste.it  percorso: Chi siamo – Lavora con noi – Posizioni aperte, dove appaiono le selezioni per le seguenti figure (contratti a tempo indeterminato):

– IT ANALYST Area Finanza – Mifid

– IT ANALYST Area Finanza – Ambito Dipartimentale

– IT ANALYST Area Finanza

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