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Costruire un vero e proprio welfare aziendale si può ? La domanda è d’obbligo e la risposta ha diversi interlocutori: da una parte i lavoratori e le loro associazioni rappresentative (sindacati) e dall’altra i datori di lavoro e le imprese.

L’ultimo contratto di lavoro sottoscritto in Poste Italiane (14 aprile 2011) ha affrontato il capitolo del welfare aziendale tenendosi ben distante da altre realtà in cui datori di lavoro e lavoratori hanno concluso accordi volti ad introdurre nelle loro aziende forme di sostegno familiare, del reddito, dell’istruzione e della formazione, della salute; ovviamente anche allora c’era stata la richiesta sindacale di introdurre forme di sostegno aziendale della tutela sanitaria dei lavoratori quali la previdenza sanitaria integrativa o la polizze sanitaria (qualcosa l’azienda lo aveva già fatto per la Dirigenza), ma non se ne fece nulla per la contrarietà della parte datoriale.

Poste Italiane è invece presente, anche grazie al pressante lavoro svolto dal sindacato ed in particolare dalla FAILP, nella formulazione normativa del CCNL di settore nel campo del welfare familiare con i temi della flessibilità oraria, dei permessi retribuiti, dei congedi parentali, dell’assistenza e tutela dei portatori di handicap e delle dipendenze da sostanze stupefacenti, psicotrope ed alcoliche, del telelavoro.

Nel CCNL di Poste Italiane del 2011 l’unico articolo sul welfare ha connotati vaghi e tratta principi generali quali le politiche sociali della formazione, valorizzazione e sviluppo dei lavoratori, tutto ciò racchiuso nell’art. 58 che così recita: Politiche Sociali- Le Parti confermano la comune volontà di promuovere in Azienda idonee iniziative di carattere culturale, ricreativo ed assistenziale la cui disciplina è demandata a specifici accordi tra le Parti.Tale intendimento risulta rafforzato dalla crescente attenzione di Poste Italiane al tema della Responsabilità Sociale d’Impresa, nell’ambito del quale potranno anche essere definite azioni di Politica Sociale a favore dei dipendenti.

Invece, sono molte le sfere del lavoro in cui le parti istitutive (Imprese ed OO.SS.) si sono cimentate nel capitolo dell’assistenza e del welfare: per fare un esempio c’è il comparto della salute che conta circa 100 settori in cui sono presenti specifiche intese ed accordi e sono circa 300 i Fondi di Assistenza Sanitaria Integrativa che coinvolgono sia i lavoratori, sia le imprese.

I tempi sono cambiati e maturi per riproporre adesso l’argomento in Poste Italiane e così dare anche ai lavoratori postali la possibilità di avvalersi in futuro volontariamente di forme di assistenza al welfare compartecipate dalla loro stessa azienda.

Oggi c’è la necessità di introdurre ulteriori campi in cui muoversi con specifici accordi ed intese che potranno essere affrontati e condivisi fin dai prossimi mesi.

La tematica dell’assistenza sanitaria integrativa o del Fondo/Cassa Sanitari è importante perché può consentire ai lavoratori ed auspicabilmente alle loro stesse famiglie di usufruire di forme di assistenza (previdenza sanitaria integrativa) o di vere e proprie polizze o Fondi/Cassa sanitari integrativi del welfare state sanitario del paese, che nei casi di grave necessità si è spesso rivelato insufficiente o falloso.

I numerosi accordi e le intese già sottoscritte sui Fondi/Casse sanitari integrativi determinano di solito condizioni che consentono ai lavoratori che non manifestano la volontà di esserne esclusi, di pagare una contribuzione minima mensile per sé ed eventualmente (ove previsto) per i componenti del proprio nucleo familiare, con il supporto dell’impresa chiamata a versare alla Cassa Sanitaria la sua quota di contribuzione prestabilita, a favore di ogni singolo lavoratore associato.

Le aree delle prestazioni che i Fondi Sanitari contrattuali di solito erogano a favore dei lavoratori associati sono contribuzioni integrative del Servizio Sanitario Nazionale per gli interventi chirurgici e ricoveri (compresa la maternità),diagnostica e visite specialistiche, cure odontoiatriche, attraverso forme di rimborso diretto o indiretto.

Le Casse o Fondi Sanitari hanno statuti che ne disciplinano il funzionamento secondo prassi ormai diffuse che prevedono la pariteticità della composizione degli Organi Amministrativi (presenza dei rappresentanti dei lavoratori e dell’impresa), inoltre le somme versate nei Fondi/Casse beneficiano di uno sgravio fiscale fino all’importo di euro 3.615,20 “Interpello Ministero del lavoro n. 14/2011D.Lgs. n. 124/2004 – contributi a casse di assistenza sanitaria aventi esclusivamente fine assistenziale – esclusione dalla base imponibile contributiva.: … non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente “(…) i contributi di assistenza sanitaria versati dal datore di lavoro o dal lavoratore adenti o cassa aventi esclusivamente fine assistenziale in conformità a disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento aziendale, che operino negli ambiti di intervento stabiliti con il decreto del Ministro della Salute di cui all’art. 10, comma 1, lett. e-ter), per un importo non superiore complessivamente ad euro 3.615,20”.

E’ auspicio – ormai di molti – che il prossimo CCNL dei dipendenti di Poste Italiane possa introdurre il tema della Previdenza Sanitaria integrativa aziendale a favore di tutti i lavoratori che vorranno concorrervi.

 

Interpello Min. Lavoro su Casse Sanitarie