Dicono di noi: alle Poste si lavora “da bancari” ma si viene retribuiti come “postini”
A proposito di spese e ricavi in Poste Italiane. Ultimamente l’azienda sta affrontando fasi di riorganizzazione del servizio postale che, al di là delle effettive necessità produttive e di un concreto miglioramento dei servizi, servono a fare fronte alla diminuzione dei volumi postali ed a diminuire i costi del servizio. Il servizio postale e nel suo contesto il servizio universale, determinano rimesse dello Stato che non coprono l’intero costo dei servizi resi. L’ultimo accordo sottoscritto dalla Failp sui Servizi Postali è stato quello del 14 febbraio 2014 e fa seguito a quelli precedenti del 28 febbraio 2013 e 27 luglio 2010 (come si nota le cadenze triennali delle intese 2005, 2007 si sono ampiamente ristrette, segno inequivocabile delle difficoltà in cui si muove l’azienda, sia per il contesto economico, sia per il calo progressivo dei volumi, che non si arresta). Poste Italiane è sempre riuscita a “fare quadrare i conti” erogando ad ogni bilancio margini di profitto all’azionista, ovviamente ricorrendo a tutte le leve gestionali possibili: dal contenimento dei costi, all’uso mirato del patrimonio, allo stretto monitoraggio delle spese per il personale e grazie alla diversificazione delle attività con le massime sinergie possibili. Adesso, nell’imminenza della chiusura del bilancio 2013 del Gruppo Poste, ci attendiamo risultati che consentano il prossimo rinnovo del CCNL dei dipendenti, con maggiore soddisfazione per le nostre attese, come di quelle di tutti i lavoratori di Poste Italiane.