Poste italiane, SCIOPERO il 4 NOVEMBRE, per l’esito negativo del confronto NAZIONALE sui problemi segnalati dalle OO.SS.
L’esito del tentativo di comporre il conflitto nazionale rappresentato in Poste italiane S.p.A. nelle settimane scorse ha avuto un riscontro negativo, di qui la decisione unitaria di uno sciopero generale dei dipendenti postali di 24 ore il 4 novembre delle Organizzazioni sindacali maggioritarie.
Tutto è cominciato allorché le OO.SS. unitariamente, a fronte delle gravi problematiche presenti in categoria, aggravate dai comportamenti organizzativi aziendali e dalla rinnovata ipotesi di cessione di nuove quote societarie in Poste italiane (per adesso solo rinviata per l’instabilità dei mercati in Borsa), hanno deciso di formalizzare il malcontento presente fra i lavoratori chiedendo un incontro all’a.d. Caio, per sollecitare chiarimenti sullo stato aziendale e constatare l’eventuale presenza di spazi e soluzioni ai problemi presenti in diversi settori: dagli Uffici postali, Mercato Privati alla Logistica ed ai Servizi postali in P.C.L., frutto delle ulteriori riorganizzazioni.
Il mandato deliberato nella giornata deputata a riunire i DIRETTIVI UNITARI delle OO.SS. il 16 giugno scorso, come registrato nel documento licenziato a fine lavori contenente l’elencazione dettagliata delle criticità presenti in Poste italiane (c.f.r. doc. allegato) non lascia spazi a diverse interpretazioni.
La F.A.I.L.P., come le altre OO.SS., ha ricercato condizioni di superamento delle criticità inviando una dettagliata lettera all’amministratore delegato (c.f.r. doc. allegato) e confrontandosi con l’azienda, ma non sono state offerte valide soluzioni.
Di qui l’avvio formale di un CONFLITTO NAZIONALE DI LAVORO che ha attraversato tutte le fasi contrattualmente previste, fino ad arrivare alla soluzione finale che sarà l’inizio di un programma di fitte azioni sindacali: Assemblee nei posti di lavoro, SCIOPERO DELLE PRESTAZIONI STRAORDINARIE ED AGGIUNTIVE (per quest’ultime con riferimento al tempo di lavoro aggiuntivo all’orario normale e destinato alla flessibilità operativa, per tutti i lavoratori di Poste SpA su tutto il territorio Nazionale nel periodo dal 24 OTTOBRE 2016 AL 23 NOVEMBRE 2016).
LE OO.SS. FIRMATARIE DELLO STATO DI LOTTA HANNO ANCHE PROCLAMATO UNA INTERA GIORNATA DI SCIOPERO GENERALE PER IL 4 NOVEMBRE 2016: lo sciopero generale riguarderà tutto il personale dipendente di Poste Italiane Spa sull’intero territorio Nazionale ed avrà inizio dalle ore 00,00 fino alle ore 24,00 del 4 Novembre 2016, per i lavoratori turnisti dovrà intendersi dal 1° turno montante sul giorno 04/11/2016 (turno serale del 03/11/2016) all’ ultimo turno del giorno 04/11/2016 (con esclusione del turno serale del 04/11/2016 montante sul 05/11/2016).
Perché si deve scioperare? Per dare un segno tangibile di ferma protesta nei confronti di un management che sta esasperando la “privatizzazione” di Poste italiane intervenendo su diversi fattori che mettono a rischio la coesione futura del gruppo e la funzione sociale sempre espletata negli uffici postali e dalla rete della comunicazione postale (interventi incessanti e pressanti sugli obiettivi di collocamento dei prodotti, riduzione delle fasce orarie del recapito postale a fronte della lievitazione delle tariffe, riduzione / rimodulazione orarie degli uffici postali, obiettivi sempre più spinti alla “Privatizzazione del Gruppo” – socializzazione delle perdite e collocamento di nuove azioni cui indirizzare buona parte dei ricavi), precarizzazione dei rapporti di lavoro (nel 1^ semestre 2016 si sussegue nel ricorso incessante alle toppe delle dotazioni necessarie per assicurare i servizi con 4.537 risorse di organico flessibile (CTD) assunte a fronte delle 1.786 dell’anno 2013). E’ palese che in Poste italiane ormai si preferiscono i contratti a tempo determinato di qualche mese ed il Part-Time, piuttosto che i contratti a tempo indeterminato, con minori certezze e prospettive per i lavoratori e scadimento delle professionalità. SCIOPERIAMO! ADESSO E’ L’ORA DELLA RISPOSTA DURA AL MANAGEMENT CHE NON ASCOLTA CHI LAVORA: Per dire NO alla privatizzazione di Poste italiane, per mantenere l’unicità aziendale, scongiurare la perdita di migliaia di posti di lavoro, rivendicare gli investimenti, ridurre lo stress sui lavoratori, un recapito di qualità e non a singhiozzo (giorni alterni), la sicurezza nel lavoro, le trasformazioni da Part-time in Full-time, uffici postali al servizio dei cittadini, lo sviluppo del recapito, le nuove assunzioni, una corretta applicazione del codice disciplinare, il rilancio della logistica. Ora l’azienda potrà rendersi conto che i lavoratori di Poste italiane hanno colmato ogni misura della grande pazienza che fino adesso avevano mostrato di possedere. Da mesi si susseguono comportamenti della dirigenza, pressata dalla ricerca esasperata del profitto/risultati, promotrice di azioni e pressioni tendenti ad “orientare/spremere” le risorse umane dell’azienda, per acquisire i risultati più eclatanti possibili, fonti anche di carriera e consistenti premi (Campagne di prodotto, Canvass, Sistemi premianti aziendali, MBO*, ecc…). *Si tratta della spinta a potere incassare i MBO (management by objectives) previsti per la dirigenza, cioè il complesso di azioni che spinge verso l’approccio sistematico ed organizzativo indirizzato a raggiungere i risultati migliori possibili con le risorse umane e strutturali presenti; ciò che si traduce in esasperate leve organizzative ed il riallineamento continuo degli obiettivi volta per volta assegnati o mutati, secondo gli obiettivi dei Livelli superiori, accompagnati dai monitoraggi continui e pressanti dei processi e da negative ricadute sui lavoratori per le cosiddette “pressioni commerciali”. Sotto osservazione ci dovrebbero essere i metodi ed i modi della cosiddetta “proattività” adoperata per spingere tutti ad “onorare” i budget assegnati, magari aggiungendovi qualcosa in più, l’ effetto delle privatizzazioni e di un certo modo di interpretare il ruolo del comando, laddove la stella polare sembra essere divenuta “INCREMENTARE I RICAVI”. Tutto ciò perché la politica dell’a.d. è oramai assodato che tende a spingere verso la “finanziarizzazione” di Poste italiane, cioè un Gruppo con una forte vocazione finanziaria, volto a cercare i suoi ricavi anche grazie agli utili che riceve dal collocamento dei prodotti assicurativi e finanziari, questi ultimi adesso indirizzati ad incrementare anche il RISPARMIO GESTITO, cioè il settore che offre consistenti commissioni al collocatore (perché si tratta di prodotti di più difficile piazzamento in quanto contenenti rischi – pur se calcolati – per gli investitori). Su quest’ultimo particolare è sopraggiunta una interessante puntata della trasmissione TV “REPORT” che analizza gli ultimi comportamenti di diverse aziende nelle politiche di investimento/collocamento dei prodotti di risparmio.
Da tutto ciò, gli ultimi interventi sindacali che stanno mettendo sotto stretta osservazione i comportamenti nei territori (pressioni commerciali), incominciando dal caso “Marche” sfociato in una nota indirizzata ai vertici aziendali, unitamente alla segnalazione su ciò che accade in MBPA e non solo…
ORA NIENTE SARA’ PIU’ COME PRIMA!
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