Poste Italiane, Incontro con l’AD, Piano Industriale, Processo di privatizzazione. Intesa rinnovo ccnl e Incentivi Part-Time
Martedì 16 dicembre 2014 – ore 15 – è la data dell’incontro che l’A.D. Poste Italiane ing. Caio ha con i sindacati (cfr. doc. allegato).
(Aggiornamento). Nella stessa mattinata la riunione del CDA di Poste ha concluso i suoi lavori con l’approvazione del nuovo Piano Industriale di durata quinquennale (2015-2020) che prevede azioni destinate ad incentivare la crescita e la competitività dell’azienda, agendo sulla diversificazione delle tariffe e nuovi investimenti, con il proseguo delle politiche delle uscite incentivate per il personale in servizio e più prossimo alla pensione e la possibilità di future nuove assunzioni (cfr. comunicato dell’azienda ).
La discussione con le OO.SS. verte sui contenuti del Piano Industriale per i prossimi anni ed inevitabilmente sulle misure di contenimento dei costi del servizio postale, di cui c’è ampia traccia nei resoconti della stampa delle ultime settimane, a partire da quanto previsto nel DDL di Stabilità, cioè che l’azienda possa avvalersi dell’art. 23 che prevede l’introduzione del Recapito a giorni alterni nelle aree con densità di popolazione fino ad 1/4.
Tale provvedimento era già stato esaminato dalla FAILP che aveva provveduto per tempo a chiamare i Sindaci dei Comuni alle loro responsabilità (cfr. doc. allegato), per arginare la deriva che potrebbe condurre a future riduzioni del numero degli occupati in Poste Italiane, con sensibili ricadute sull’offerta di servizio pubblico a una parte di cittadini che diventerebbero di serie “B” e non si tratta di demagogia, perché ridurre l’offerta del servizio pubblico postale ha effetto sull’economia dei Comuni e colpevolizza i cittadini che saranno costretti ad alimentare nuove file negli uffici postali, per non parlare degli impatti normativi relativi alla gestione delle scadenze di legge (variazioni ed informazioni sui tempi di pagamento delle multe, degli atti notificati e di ogni altra necessità gestita tramite il servizio postale).
E non sarebbe escluso che “privati” decidessero di entrare a pieno titolo nella gestire degli spazi resi liberi, alimentando le critiche verso la decisione governativa di affidare ad un unico gestore (Poste Italiane) il servizio postale universale per 15 anni a partire dal 2011, come sta già accadendo.
Colpa di tutto ciò è stata la scelta dei Governi degli ultimi dieci anni di non rimborsare a Poste Italiane l’intero costo che l’azienda sostiene per il servizio postale universale, obbligandola però ad osservare costosi standard di qualità (tempi di recapito, tracciatura, sicurezza che sono il bagaglio più oneroso ma ineludibile per stare all’altezza dei tempi).
In allegato il comunicato aziendale dopo il CDA del 16 dicembre,cui seguiranno le osservazioni sindacali della FAILP a conclusione dell’incontro con l’A.D. del pomeriggio !
La settimana che precede il Natale sarà caratterizzata anche dalla conclusione del confronto con l’azienda per il rinnovo del CCNL dei dipendenti di Poste Italiane (accordo ponte che produrrà effetti economici gia da gennaio 2015, a completamento delle precedenti intese per il 2013 e 2014, la cui firma definitiva è prevista per il 16 dicembre).
Piano_Industriale Poste_ Comunicato aziendale161214 Incontro A.D.O.S. 16Dic2014 Lettera Failp Recapito-giorni-alterni
POSTE, PIANO INDUSTRIALE E CONVENZIONI, IL PUNTO “ORA”
Chiusa la mediazione fra Poste Italiane e la Cassa Depositi e Prestiti per la nuova convenzione 2014-2018 che regolerà i rapporti fra le due istituzioni per l’offerta del Risparmio Postale, si va verso il completamento del nuovo Piano Industriale che l’A.D. Caio potrebbe rappresentare al CDA della prossima settimana.
I tempi vengono scanditi dalla necessità di chiudere tempestivamente le altre materie spinose che insistono sull’organizzazione dei servizi e che determinano svolte in un senso o nell’altro delle politiche industriali che l’azienda potrebbe mettere in campo. Ovviamente, anche in quuesto caso si tratta della definizione delle regole che devono disciplinare il Servizio Postale Universale e soprattutto le modalità e l’entità dei rimborsi che Poste Italiane in futuro otterrà da tale filone, fino adesso del tutto insufficienti ad assorbire i costi effettivi e le decisioni dovranno essere assunte nei prossimi giorni dalle autorità in campo (Governo, MISE, MIN. ECONOMIA, AGCOM).
Non si tratta di questioni di poco conto perché sulla materia pende l’attività di lobbing delle imprese di recapito private, sia quelle più piccole che cercano di ritagliarsi nuove commesse attraverso gli affidamenti del detentore del Servizio Universale minacciando licenziamenti, sia quelle maggiori che ritengono di potersi sostituire a Poste Italiane e comunque di dovere inserirsi nell’affare. Inoltre intorno a tali questioni ruotano le decisioni relative all’avvio effettivo del percorso di privatizzazione delle quote di Poste Italiane fino al 40% già deciso nei provvedimenti assunti dallo scorso Governo, fermo restando l’unitarietà del Gruppo (avvio dell’IPO aperta all’azionariato diffuso).
La nostra azienda non può rimanere appesa al filo delle decisioni della politica, anche perché occorre fissare le linee degli interventi volti ad indirizzarla verso ogni nuova opportunità offerta dal mercato, sia nei servizi tradizionali (rafforzamento del corriere espresso, della logistica pacchi, del commercio elettronico), sia in quelli finanziari collegati alle nuove piattaforme utilizzate dalla clientela retail (mobile, internet, finanze, assicurazioni).
LA CONVENZIONE FRA POSTE E CASSA DEPOSITI E PRESTITI
Il 4 dicembre scorso è stata firmata la nuova convenzione che disciplinerà i rapporti fra Poste Italiane e la C.D.P., questa volta con durata quinquennale (2014-2018), come auspicato dal management di Poste Italiane ed effettivamente necessario per impostare politiche industriali in grado di intercettare la ripresa economica che tutti auspichiamo per il nostro paese (beghe politiche permettendo).
“L’Accordo prevede nuovi investimenti in tecnologia, comunicazione, promozione e formazione, al fine di innovare e ampliare i servizi associati ai Buoni e Libretti Postali ed aumentare l’attenzione verso i risparmiatori, nonché la costituzione di Comitati a partecipazione congiunta anche al fine di identificare nuove opportunità commerciali. La nuova Convenzione, per durata e struttura, punta a consolidare il ruolo di Buoni e Libretti Postali fra i prodotti di risparmio di punta degli Italiani: lo stock del Risparmio postale è attualmente pari a circa 320 miliardi di euro e rappresenta il 9% dell’ammontare totale del risparmio detenuto dalle famiglie sotto forma di attività finanziarie”.
Noi auspichiamo che il coinvolgimento e l’attenzione verso i risparmiatori consentano al sindacato di dire la sua sulle politiche finanziarie, a cominciare da quella della promozione degli incentivi commerciali destinati a spingere questo o quel prodotto e di talune politiche premianti unilaterali messe in campo dall’azienda, che qualche mal di pancia l’hanno prodotto per talune decisioni criticate dalle Autorità di garanzia/regolazione intervenute tardivamente.
Infatti va rammentato che esiste un Protocollo sulle politiche commerciali sottoscritto il 22 ottobre 2013 da Poste Italiane e dalle Associazioni Sindacali di categoria, attraverso cui la FAILP ha creato le condizioni per determinare l’intesa sulla “Proposizione Commerciale in Poste Italiane”.
Il protocollo, partendo da finalità aziendali e dalle richieste sindacali volte a ridurre ogni forma di pressione commerciale indebita, valorizzando la professionalità e l’impegno dei lavoratori, ha enunciato alcuni obiettivi comuni da perseguire: a) rispetto dei principi etici e delle professionalità, dell’impegno, della dignità dei lavoratori, affermazione del principio della collaborazione fra tutti; b) impegno volto a definire programmi commerciali ed obiettivi raggiungibili, da rendere noti con trasparenza; c) rispetto delle normative di legge in vigore a tutela dei lavoratori e dei clienti (es. MIFID, B. d’Italia, ecc…), oltre ad istituire un apposito Osservatorio nazionale da riunire periodicamente (cfr doc. allegato).
Protocollo d’Intesa Proposizione commerciale-22 ottobre 2013
I NUOVI INCENTIVI AL PART-TIME IN POSTE ITALIANE
Come ogni anno l’azienda ha fatto conoscere la possibilità di giovarsi di incentivi per l’eventuale trasformazione del rapporto di lavoro in essere dal tempo pieno al Part-Time. Si tratta dell’eventualità richiesta volontariamente dal singolo dipendente di trasformare il proprio rapporto di lavoro di tempo indeterminatoin corso a tempo pieno in un rapporto di lavoro Part-Time di durata predefinita, dopo cui ritornare al tempo pieno, salvo l’ulteriore richiesta di reiterazione del Part-Time. Poste Italiane anche nel 2015 offrirà incentivi economici a coloro che chiederanno la trasformazione dal Full-Time al Part-Time e precisamente (cfr. doc. allegato)
Per gli impiegati:
· 1.000 € lordi di incentivo Una Tantum nel caso di Part-Time a tempo determinato della durata di 24 mesi;
· 2.250 € lordi di incentivo Una Tantum nel caso di Part-Time a tempo determinato della durata di 36 mesi;
· 4.000 € lordi di incentivo Una Tantum nel caso di Part-Time a tempo determinato della durata di 48 mesi;
· indennità mensile per le trasformazioni Part-Time a tempo indeterminato (con importo determinato in funzione dell’età, dell’anzianità contributiva e della presenza del coniuge e/o figli a carico).
Per il personale appartenente all’Area Quadri:
· 1.000 € lordi di incentivo Una Tantum nel caso di Part-Time a tempo determinato della durata di 12 mesi;
· 3.000 € lordi di incentivo Una Tantum nel caso di Part-Time a tempo determinato della durata di 24 mesi;
· 6.000 € lordi di incentivo Una Tantum nel caso di Part-Time a tempo determinato della durata di 36 mesi;
· 10.000 € lordi di incentivo Una Tantum nel caso di Part-Time a tempo determinato della durata di 48 mesi;
· indennità mensile per la trasformazioni Part-Tiime a tempo indeterminato, ovvero in alternativa indennità Una Tantum (in entrambi i casi con importo determinato in funzione del livello inquadramentale e della percentuale di part time attivata).