Poste, modelli e istanze di Mobilità Nazionale, quando i nodi vengono al pettine. Il Fondo Sanitario aziendale
La situazione aziendale non è particolarmente chiara a causa delle ricadute delle azioni organizzative che PCL (Posta comunicazione e Logistica) intende realizzare nell’arco del 2016 e 2017 sulla base delle linee guida contenute nelle delibere dell’AGCOM (introduzione del recapito a giorni alterni in alcune fasce territoriali, riduzioni uffici postali minori, ecc… su cui sono stati immessi paletti, anche grazie all’azione costante del sindacato).
Poste italiane intende proseguire il cammino iniziato con il nuovo Piano di impresa “Poste 2020”, relativamente alle azioni riorganizzative in alcuni settori, soprattutto quello del servizio postale oggetto di progressive e inarrestabili contrazioni dei volumi di prodotto (domanda in flessione, meno profitti, costi fissi alti anche a causa del costo del servizio universale).
L’inversione di rotta voluta dal management prende quindi spunto dalle indicazioni contenute nel Piano di impresa in cui si riconosce l’attuale CDA (l’A.D. è anche Direttore Generale) e la privatizzazione di Poste italiane induce a ritenere che il Gruppo continuerà a fare attenzione ai risultati ed agli utili di gestione in crescita.
Per questo non si possono ignorare tutti i nodi che vengono al pettine, mano a mano che si affrontano diversi argomenti al tavolo relazionale centrale (sarebbe demagogia fare il contrario), salvo assicurare con il lavoro sindacale giornaliero la nostra massima attenzione ai miglioramenti necessari, le salvaguardie relative ai servizi, la tenuta occupazionale, le ricadute delle azioni di riorganizzazione.
Poste italiane, oltre a mantenere un sistema logistico efficiente, deve assicurare la presenza di una rete postale capillare quanto più possibile, deve assicurare servizi efficienti, deve puntare sullo sviluppo della digitalizzazione (es. e_commerce), deve salvaguardare il suo brand quale punto di riferimento per i cittadini nella raccolta – tenuta – investimento del risparmio, deve attuare tutte le misure indispensabili per soddisfare le esigenze dei lavoratori in ogni campo (retribuzioni – sicurezza – organici adeguati).
L’occhio discreto della Corte dei Conti, rileggendo la sua relazione sul controllo eseguito sulla gestione finanziaria del 2014, si e appuntato sul segmento delle risorse umane di Poste italiane fornendo alcuni riscontri e dati di fatto, ma per fortuna non è essa stessa a gestire la conduzione del Gruppo.
Tra le suggestioni presenti nel documento della CDC troviamo il riferimento in Poste italiane all’alto costo del lavoro (140.060 risorse FTE impiegate nel 2014 con un costo pari a 6.123,7 ml / il 69,7% dei costi di produzione della Società è costituito dal costo del personale / migliora il contenzioso del lavoro / riferisce una stimata riduzione dell’organico entro la fine del 2019 di circa 13.000 unità FTE, quale risultanza tra l’uscita di 21.000 risorse ed 8.000 nuovi ingressi, stabilizzando il valore complessivo del costo del lavoro nei futuri esercizi in circa 6.128 ml.). Nel 2014 si è registrato un calo dei dipendenti impiegati (-917 FTE rispetto al 2013) e sono cresciuti gli incentivi all’esodo (+125%), c’è la stima di almeno 2.700 dipendenti che risolveranno il loro rapporto di lavoro entro la fine del 2016.
L’introduzione interessante (forse noiosa per alcuni) indica la difficoltà del momento attuale legata ai continui indirizzi aziendali volti ad introdurre novità organizzative nel segmento delle Risorse Umane (ulteriori riduzioni dello staff territoriale), ad efficientare il segmento del servizio postale o PCL e motiva tutte le difficoltà del momento verso l’effettiva possibilità di realizzare un consistente flusso di Mobilità Nazionale o Trasferimenti a Domanda (da anni l’azienda si dichiara insoddisfatta della distribuzione delle risorse umane lamentando oggettivi disequilibri fra i territori dovuti anche alle azioni di efficientamento nel segmento postale).
LA NUOVA MOBILITA’ NAZIONALE
La FAILP, con un atto di responsabilità verso i lavoratori fuori-residenza, ha sottoscritto la nuova intesa sulla MOBILITA’ NAZIONALE firmata da quattro sigle sindacali su sei, che permetterà comunque di potere usufruire di un circuito stabile di percorsi di trasferimenti nazionali volontari, laddove e come sarà possibile realizzarli (c.f.r. doc. allegato); inutile non assumersi responsabilità quale atto di sfiducia finalizzato a togliere qualsiasi speranza ai lavoratori, lasciando solo all’azienda di decidere dove, come e quali trasferimenti realizzare con autonoma iniziativa daoriale.
Le nuove domande di trasferimento (MOBILITA’ NAZIONALE) dovranno essere inoltrate dal 2 al 15 maggio prossimo utilizzando il modello di domanda predisposto dall’azienda (cfr. doc. allegato) ed il nuovo accordo introduce sensibili miglioramenti rispetto a quello precedente, soprattutto in campo a talune casistiche (in particolare ai trasferimenti in deroga previsti per le patologie del dipendente, del coniuge e del convivente more uxorio che richiedono il ricorso a terapie salvavita, ovvero per le patologie dei figli, anche se non più minori, purché fiscalmente a carico (per intero o anche al 50%) inserite nel D.M. 28/5/1999 e sue successive modificazioni ed integrazioni, certificate da struttura sanitaria pubblica (con riconoscimento di invalidità civile di almeno 85%). L’Azienda inoltre, nel disporre i trasferimenti, dovrà, altresì, tener conto delle domande presentate dal lavoratore con coniuge appartenente alla Forze Armate o ai 5 Corpi di Polizia dello Stato. Nel nuovo accordo è inoltre prevista la riduzione, in misura consistente, del numero di graduatorie di trasferimento).
Nel merito è opportuno leggere il testo del nuovo accordo che alleghiamo insieme alla nota aziendale relativa alla mobilità volontaria fra le società del Gruppo, scaricando il modello di domanda allegato e le indicazioni relative.
Verbale 12 aprile 2016 ALLEGATO_Modulo domanda trasferimento 2016
Comunicato per il personale_Trasferimento Volontario Individuale 2016
Comunicato Accordo Mobilità Nazionale 2016 comunicazione
TRASFORMAZIONI PART TIME IN FULL TIME
Il 14 aprile è stato firmato il verbale di accordo relativo al tema della trasformazione di 150 risorse PCL da Part Time a Full Time, secondo quanto concordato nel verbale di accordo PCL del 24 febbraio 2016.
La trasformazione in Full Time sarà finalizzata allo svolgimento di attività di recapito nelle province di Milano e Monza-Brianza. Il dettaglio dei Comuni con le relative disponibilità sarà reso noto il 22 aprile 2016. Con la sottoscrizione del verbale, è stato semplicemente dato avvio alla relativa procedura che consentirà a tutti i Part Time di PCL, ovunque applicati, di presentare, tra il 16 ed il 31 maggio 2016, la domanda di adesione.
FONDO SANITARIO AZIENDALE
Si è finalmente svolta la prima riunione relativa all’introduzione in Poste italiane di un “Fondo Sanitario Aziendale” integrativo rispetto alle prestazioni fornite dal S.S.N. in coerenza con lo specifico accordo sottoscritto fra le OO.SS. e Poste italiane il 15 dicembre 2014.
I “Fondi/Casse” sanitari aziendali in parola possono avere caratteristiche diverse (costituzione di enti compartecipati comprendenti i rispettivi rappresentanti eletti/indicati dall’azienda e dalle oo.ss.) o del tipo assicurativo, destinati comunque a fornire le prestazioni prescelte ad integrazione di quelle fornite dal Servizio Sanitario Nazionale, quali a titolo puramente esemplificativo: le contribuzioni integrative per interventi chirurgici e ricoveri (compresa la maternità), diagnostica, visite specialistiche, cure odontoiatriche, ecc…
Le Casse o Fondi devono possedere specifici statuti che li regolamentano, anche relativamente alla composizione compartecipata degli organi amministrativi, rivolgendosi alla platea dei lavoratori / lavoratrici che sottoscrivendo volontariamente la relativa adesione e versando un contributo mensile riceveranno una contribuzione da parte del datore di lavoro, mirate a costituire il secondo livello dell’assistenza sanitaria, ovverossia l’integrazione con il sistema sanitario nazionale avvalendosi di prestazioni fornite da professionisti della sanità privata, convenzioni con studi medici, cliniche specializzate, rimborsi della degenza ospedaliera, ecc…
Un ulteriore possibilità di scelta può essere quella di entrare nel segmento della SANITA’ INDIVIDUALE rivolgendosi al mercato sanitario attraverso polizze assicurative a carattere collettivo con cui viene eliminato il rischio di gestione dell’ente; i lavoratori delle aziende iscritte si avvarrebbero delle prestazioni comunque offerte da una compagnia assicuratrice, scelte dal ventaglio di possibilità offerte.
Poste italiane è già entrata di fatto nel campo delle assicurazioni previdenziali e di ciò ha fatto cenno all’interno della presentazione aziendale che è stata fornita al sindacato il 14 aprile, a titolo di conoscenza, per l’eventuale approfondimento da parte della “Commissione” compartecipata incaricata di esaminare i tema dell’introduzione nelle aziende del Gruppo della sanità previdenziale integrativa.
Da notarsi che c’è una specifica disciplina di leggi che intervengono sulla materia illustrata (es. L. 229/1999 ex D.L. 502/1992) e che i contributi versati per finanziare la previdenza integrativa sanitaria godono dell’esenzione fiscale dal reddito imponibile fino all’importo complessivo (azienda/lavoratore) di 3.615,20 euro.
Poste italiane si è già attrezzata rafforzando il segmento assicurativo con l’offerta Poste Vita Fondo Salute (le sue linee generali all’indirizzo internet http://www.postevitafondosalute.it/ ) e con acquisto nel 2015 di “SDS” (System Data Software – vedi sito internet) società operante da anni nel campo della salute acquisendone il 100% del capitale sociale.
Ma dovrà essere compito del sindacato e dell’azienda pervenire ad eventuali conclusioni circa il modello da assumere e l’offerta da realizzare (benefici, costi e risultati) anche in rapporto alla conclusione del prossimo CCNL la cui apertura (avvio del confronto) avverrà il 26 aprile p.v. Nelle prossime riunioni saranno approfonditi i relativi temi.